“ Non tradire chi ti sorride: potrebbe avere la morte
nel cuore e regalarti
ugualmente un po' di vita. ”J i m M o r r i s o n
CAPITOLO 33.
Finalmente a casa. Quando varco la soglia della porta, capisco di essere tornata alla normalità. Sento odore di bruciato, è fastidiosissimo. E Max, che mi accoglie con la maglietta sporca di crema alla nocciola, sorride entusiasta.
«Allora, Joe, avrei voluto cucinarti un dolce prima del tuo rientro, ma qualcosa è andato storto» mormora.
Mi solleva ugualmente da terra, avvolgendomi con le sue braccia. «Bentornata, sorellina» esclama.Io scoppio a ridere, ricambiando l'abbraccio.
L'ultima sera a Roma, dopo il discorso con Ates, mi sono subito precipitata di sotto, purtroppo. Farei di tutto affinché il sospetto sparisse dalla faccia della terra, ma non si può. Sono costretta ad allontanarmi da lui quando proprio non mi va di staccarmi.
In aereo mi sono seduta accanto a Darla, abbiamo parlato un po' di tutto.
Ates con Logan. Quest'ultimo ne sta diventando ossessionato. Dice che trascorrendo più tempo con lui, pian piano prenderà le sue sembianze. Sta studiando ogni suo modo di fare, ma ha una pessima pronuncia in spagnolo. Ed è più scarso di me nel comprenderlo.«C'è una sorpresa per te» esordisce mio fratello, rimettendomi giù. «Va' in salotto, Joe.»
Adesso sono curiosa. Non me lo faccio ripetere due volte e con un sorriso stampato sulle labbra, faccio come ha detto.Di cosa potrebbe trattarsi?
Una borsa? Uno spray orticante per difendermi dagli sconosciuti? Un cervello un po' più grande? Lo ammetto, le prime due sono ipotesi, l'ultima è un desiderio.Max è rimasto in cucina, a ripulire tutto il guaio che ha combinato. Sono stanca per il viaggio, almeno oggi non alzerò un dito.
Sbuffo nel pensare che domani avrò tre ore consecutive di matematica. È sfruttamento minorile, non educazione, questo.Non appena entro in salotto, il mio sorriso sparisce e fatico a chiudere la bocca. Il mio mento tocca praticamente il pavimento.
Ho il cuore in gola. Faccio un passo avanti, il mio corpo trema dalla testa ai piedi.
«Papà» balbetto, con un filo di voce.Fatico a crederci. Dopo due anni e mezzo, si fa vivo. David Green è qui.
È ben poggiato contro lo schienale del divano, il tessuto bordeaux della camicia mette in risalto la collana d'oro. I capelli grigi sono spettinati, gli occhi scuri mi scrutano da cima a fondo.
Sorride sghembo. «Com'è andato il viaggio, figlia mia?» chiede.
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ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love story
ChickLit«Allora spero Lei non sia un insegnante, perché è l'ultimo a poter parlare di educazione.» Trattiene un sorriso. «La speranza è l'ultima a morire, no?» Che vuol dire? Non può lasciarmi così, nel mistero. Eppure se ne va, con testa alta e spalle larg...