29. Non mi hai perso

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“ È di notte che si percepisce meglio il frastuono del cuore, il ticchettio dell’ansia, il brusio dell’impossibile e il silenzio del mondo

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È di notte che si percepisce meglio il frastuono del cuore, il ticchettio dell’ansia, il brusio dell’impossibile e il silenzio del mondo.

F a b r i z i o    C a r a m a g n a

CAPITOLO 29.

«Ho preso da bere. Chi ha voglia di scolarsi un'intera bottiglia di champagne?» Yasmin entra nella stanza col respiro leggermente affannoso.

Le labbra di Tessa si curvano in un sorriso, e sfrega le mani allo stesso modo in cui lo fanno i cattivi nei cartoni. O come fanno le mosche. «Dove l'hai presa?» sussurra, in modo che nessun altro al di fuori della camera possa sentirla.

È notte fonda, dovremmo dormire. Io, però, non ci riesco. Ho un pensiero fisso: Ates. Dopo quel che è accaduto in piscina, non abbiamo più parlato. Ci siamo limitati a lanciarci degli sguardi, veloci e privi di qualsiasi intenzione.

«La cucina è aperta. Mi sono intrufolata e ho preso la prima cosa che mi è capitata di fronte. È andata bene, per fortuna.»

Darla, seduta sul bordo del letto accanto a me, sgrana gli occhi. «Non pensi di stare esagerando? Dubito ci sia permesso bere.» Sembra più irritata del solito. Lei, che ha sempre amato questo genere di cose.

Yasmin emette una specie di sbuffo, accompagnato dal gesticolare della mano. «Cosa vuoi che sia un po' di alcol?» domanda retoricamente.

È tesa. In pochi secondi, riesco subito a intuire perché si stia comportando così. Chi aspetta un bambino non può bere, è altamente sconsigliato. «Darla ha ragione» intervengo. «Se i professori dovessero scoprirci...»

Non faccio in tempo a terminare la frase. Tessa, sdraiata a pancia in giù, i piedi sul cuscino e la testa fra le mani, emette una risatina. «I professori sono l'uno più rincoglionito dell'altro. Non ci scopriranno, sta' tranquilla» risponde con tutta la calma del mondo.

Vorrei ribattere, per prendere le difese di Ates. Ma sembrerei una deficiente e potrebbero accorgersi che... mi piace. Quando parlo di lui non riesco a controllare le mie espressioni, il mio linguaggio del corpo, e non penso neppure due volte a ciò che sto per dire.
Serro le labbra.

Darla mi lancia un'occhiata, poi torna a guardare Tessa. «Oh, andiamo. Beckër è sveglio, non come quel maniaco di Smith. Pregate per voi due che sia quest'ultimo a sgamarvi, mal che vada.»
Le indirizzo un sorriso pigro, in modo tale che possa notarlo soltanto lei. Viene subito ricambiato.

«Noi due?» ripete Yasmin, sedendosi accanto all'amica. «Che vorresti dire? Che non berrete?» chiede, a tratti stupita.

«No, Yasmin. Io non berrò» dice.
Schiocco la lingua. «Mi unisco a lei.»

ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora