“ Le cose devono arrivare
a un punto di estremismo
per poter rinascere. ”M a r i l y n M a n s o n
CAPITOLO 36.
Non ho potuto fare visita tutti i giorni ad Ates, ma gli ho scritto, per fargli capire che, anche se non sono lì, con lui, gli sono comunque vicina.
David Green comincerebbe a sospettare, e non posso permettere che accada.
Infatti, quando sono stata a casa di Ates, sono andata via non appena si è addormentato. L'ho ovviamente avvisato con un messaggio. Ha dormito poco, quel giorno, due ore. Continua a non chiudere occhio.Il tempo stringe. Manca poco, non sono ancora riuscita a prendere una decisione. A trovare una soluzione. Perché esiste, c'è, lo so. Devo soltanto pensarci di più, non posso permettere che David abbia la meglio. E io non ho minimamente intenzione di uccidere, specie una bambina. In più, è la figlia dell'uomo che amo. Ates vorrebbe vedermi al rogo. Ma ad ammazzarmi sarebbe già il suo odio nei miei confronti.
Una mano si posa sulla mia spalla. «Joelie! Sei sovrappensiero anche tu? Quanto ti capisco. La torta che ho mangiato in albergo a Roma, non esce dalla mia mente. Mi sentivo in paradiso.»
«I miei pensieri sono futilità, rispetto ai tuoi, Logan» dico.
Posa un libro nel suo armadietto. «Ne sono consapevole. Mamma dice che sono un piccolo genio incompreso. Ha ragione, non trovi?»
«Metteresti Einstein a disagio, Logan. E non per la tua intelligenza.»
«Per cosa, allora? E poi... questo Einstein, chi è? Oh, giusto! Il cane di quella trilogia... "Ritorno al futuro." Be', sì. Sono sicuramente migliore di lui.»Evito di sospirare per la disperazione. Infilo un paio di quaderni nell'armadietto e mi sposto. Logan rimane in quel corridoio, sta parlando con una ragazza della quale non so il nome, non l'ho neanche mai vista prima. Sembra carina, però.
Sto per salire le scale ed entrare il classe, finché la porta d'entrata non si apre.
Mi si ferma il cuore in gola. Per un attimo, nella mia testa scatta il pensiero di correre contro di lui e saltargli addosso.
Poi mi ricordo di essere a scuola.Rimango con i piedi incollati sul pavimento.
L'espressione di Ates è serena, e non sono mai stata più felice di così. Sta bene, finalmente. Anche se l'aria stanca persiste ancora.Indossa dei pantaloni d'un grigio scuro, dello stesso colore del gilet di stoffa, che avvolge la camicia bianca.
Le scarpe sono nere, come la borsa a tracolla e l'orologio da polso.
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ʙᴏʀɴ ᴛᴏᴏ ʟᴀᴛᴇ - A forbidden love story
ChickLit«Allora spero Lei non sia un insegnante, perché è l'ultimo a poter parlare di educazione.» Trattiene un sorriso. «La speranza è l'ultima a morire, no?» Che vuol dire? Non può lasciarmi così, nel mistero. Eppure se ne va, con testa alta e spalle larg...