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"Salvare qualcuno può essere un arma a doppio taglio".

Un giorno qualunque, ma non mercoledì.

Jimin in sella al suo scooter stava facendo il suo solito giro di consegne, era una scheggia, le stradine di quella città le conosceva a memoria, avrebbe potuto guidare ad occhi chiusi, quasi tutti poi ordinavano il pollo, metà consegne le effettuava lui stesso.
Aveva appena eseguito la sua ultima consegna per quella sera, stava per indossare il casco e ritornare al locale per rincasare subito dopo, qualcosa però catturò tutta la sua attenzione.
Sul vicolo proprio davanti al condominio dove si trovava lui c'era una determinata personcina, appoggiato con la schiena al muro, la gamba piegata e la sua maledetta attenzione rivolta ad un'altra persona, quella era la cosa che stonava.
Il suo sguardo scannerizzò ogni centimetro del suo profilo, si leccò le labbra, quando alzò le sue mani entrando meglio nella sua visuale sollevò il sopracciglio confuso, una teneva un fazzoletto che iniziò a tamponare nelle nocche di quella opposta.
Doveva andarsene per non farsi beccare eppure rimase lì con il casco in mano, rimase perché quel fazzoletto candido iniziò a tingersi di un colore scuro, la distanza e la notte non aiutavano molto nella nitidezza, ma era probabile fosse sangue.
Il pezzetto di stoffa venne avvolto e legato nella mano presumibilmente ferita, chissà che era successo, Jimin bramava dalla voglia di saperlo.
Quello che successe dopo gli fece però stringere con forza il casco tra le mani, avrebbe voluto gettarlo a terra con violenza, ma non voleva ricomprarne uno nuovo per il locale.
La mano non fasciata di Taehyung era andata ad appoggiarsi sulla guancia della persona davanti a lui, ci rimase qualche secondo prima che la togliesse.
Si permetteva perfino di sorridere al ragazzo, infilò il casco infuriato sbuffando dal nervoso, doveva andarsene o gli avrebbe presi sotto con lo scooter molto volentieri, lui non agiva così, ecco perché decise di andarsene prima di pentirsene.
Non conosceva Taehyung, non era ancora riuscito a sapere niente della sua vita, al momento erano due le certezze, l'attrazione che provava per lui e il suo profumo, menta e lime, tale profumazione poteva solo etichettarlo come Alfa.
Alfa, come poteva provare interesse per quel rango, quello che detestava di più, con loro ci scopava solamente per necessità, li puniva per bisogno e li odiava da quando aveva ricordo.
Una volta rientrato in casa si era fiondato nel frigo, prese una birra e se la scolò tutta, affondò i denti in una coscia di pollo piccante ancora calda, la cena post lavoro presa proprio dal locale, la divorò con rabbia, nella testa in loop la mano di quel dannato Alfa sul volto di uno sconosciuto.
L' identità misteriosa era una conoscenza molto cara di Taehyung, non poteva di certo saperlo Jimin, si trattava di un omega, lui provava qualcosa di molto profondo verso l'Alfa, ma lo teneva nascosto perfino a sé stesso.
Entrambi provenivano da un orfanotrofio, erano coetanei, ma i ranghi diversi facevano differenza ovunque, sia come rispetto che come forza.
Erano rimasti all' interno di quelle mura tristi fino all' adolescenza, ne avevano visti di bambini entrare e uscire da quel posto, loro non vennero mai presi in considerazione per come erano stati etichettati, l'omega frignone e deboluccio, l'Alfa scontroso e diffidente, erano entrambi due gatte da pelare per chi voleva diventare genitore, preferivano quelli secondo loro più mansueti.
Oltre ad aver visto il loro futuro sfumare giorno per giorno avevano visto anche altro, soprattutto l'omega, era un bersaglio alettante per i bulletti dell' istituto, Taehyung spinto da un senso di protezione verso quel bambino sorridente nonostante tutto lo prese sotto la propria ala, decise che sarebbe stato lui il suo difensore, che se non potevano avere una famiglia lo sarebbero stati loro due.
Quel bambino non poteva avere protezione migliore, lui lo difendeva e l'opposto per gratitudine si offriva di medicarlo, di potersi prendere cura delle ferite che aveva subito a causa della sua fragilità.
Con il trascorrere degli anni quella amicizia divenne sempre più forte, soprattutto per uno dei due.
Quando uscirono dall' Istituto fecero diversi lavoretti per racimolare un po' di spicchi, dopo diverso tempo riuscirono a dividere una stanza, successivamente quando trovarono un lavoro fisso entrambi si presero un appartamento distinto, l' omega ne risentì di quella scelta, non avrebbe voluto separarsi dal suo migliore amico.

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