18.

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Il primo mercoledì senza quel maledetto ordine era stato accettato con fatica, si era sforzato di vederlo come una fortuna che come un'ennesima dimostrazione della superficialità del genere Alfa.
Il secondo, quello aveva rovinato completamente la serata del Beta, per sfogare la sua rabbia decise di andare a caccia della feccia che bazzicava, pullulava come erbaccia in quella zona.
Con l'umore peggiore che avesse mai avuto, accompagnato dalla rabbia che ribolliva nelle vene entrò nella discoteca che conosceva come le sue tasche, l' odore di alcool e fumo era pungente.
Prima di iniziare a punire aveva bisogno di qualche drink, avrebbe scelto la sua vittima mentre si faceva bruciare la gola dall' alcool puro seduto al bancone del bar.
Non era l' unico che aveva scelto quel posto, l' altra persona stava usando quel luogo caotico per estraniarsi dal suo caos, per accantonare ciò che aveva fatto, aveva passato ogni limite, ma nonostante tutto colui che aveva ricevuto il suo lato peggiore non lo aveva allontanato, era stato lui a fuggire come un ladro la mattina successiva, quando ciò che aveva fatto lo colpì in pieno.
Si era svegliato con le lacrime secche e alcune fresche che volevano con prepotenze uscire, scivolare lungo le sue guance per i ricordi che li diedero il buongiorno.
Lui stava dormendo, come se nulla fosse successo, si sentiva la peggior persona in quel momento, non poteva attendere che si svegliasse, scontrarsi con i suoi occhi e con la realtà, si alzò silenziosamente e fuggì da quella casa.
Il giorno dopo non aveva risposto alle sue chiamate e messaggi, si chiedeva come poteva preoccuparsi per una persona come lui, che gli aveva fatto del male.
I giorni, le chiamate e i messaggi si susseguirono, Taehyung si arrese, avrebbe dato al suo amico il tempo necessario di accantonare ciò che era accaduto, per lui quell' episodio non era la rottura del loro legame.
Hobi in preda ai sensi di colpa si rifugiò in quella discoteca per cercare una via di fuga al suo caos almeno per qualche ora.
Lo sguardo di Jimin stava scannerizzando i vari punti, lì aveva solo l' imbarazzo della scelta su chi sarebbe finito sotto le sue grinfie, l' alcool e la stupidità degli Alfa erano in abbondanza.
Eccolo lì, quella che doveva essere la razza superiore, stava allungando le mani su un ragazzo che sembrava non gradire quelle attenzioni, ma quell' imbecille non demordeva.
Terminò di bere il suo drink, strinse i pugni quando vide quello che non poteva essere definito un essere umano trascinare quel ragazzo per il polso, lui si dimenava ma la presa del suo carnefice era purtroppo più salda.
Conosceva il loro modo di fare, i bagni a quell' ora erano sudici e tutti occupati, ecco perché lo avrebbe portato sul retro della discoteca, nel vicolo lì vicino lo avrebbe violato, almeno era quello che credeva di fare, ma per sua sfortuna il Beta non gli avrebbe concesso di portare a termine il suo piano.
Uscì dall' edificio dirigendosi verso la sua macchina, si mise la sua parrucca, la mascherina e strinse ghignando la sua adorata mazza.

"Bene bene, finalmente mi sfogherò".
Colpì il palmo della sua mano con la mazza, non vedeva l'ora che la sua adorata si scontrasse con la pelle di quell' essere schifoso.

Silenziosamente si addentrò nel vicolo, sentiva già i lamenti del povero ragazzo e le imprecazioni dell' opposto, si avvicinò ulteriormente finendo alle sue spalle, quando lo sentì usare il suo potere Alfa per sottomettere la vittima esplose.
Alzò la mazza, l' Alfa non fece in tempo a capire cosa stesse accadendo che questa lo colpì violentemente la testa di lato facendolo finire a terra.
Aveva regolato la sua forza, se voleva poteva ucciderlo solo con quel colpo, ma non si fermò, voleva che soffrisse ancora un po', che ci mettesse del tempo per alzarsi nuovamente, ecco perché si diresse da lui, gli calciò ripetutamente lo stomaco, dopo una serie di calci si sentì soddisfatto.
Lasciò l' Alfa lì a terra sanguinante e dolorante, si voltò ritornando dal ragazzo che era rimasto lì immobile e tremante, solo quando lì fu davanti si accorse della sua identità.
L' omega sorrise titubante al suo salvatore, non era stato uno bello spettacolo ma lo aveva salvato da una brutta sorte.
D'impulso lo abbracciò affondando il suo viso nel suo petto ringraziandolo con un filo di voce liberando qualche lacrima.
Jimin aveva tra le braccia colui che doveva essere il suo rivale, che coincidenza, portava pure la camicia che aveva acquistato da lui sotto la giacca di pelle nera.
Lo scansò lentamente senza dire nulla, si allontanò mentre l'omega continuava a ringraziarlo, Hobi non aveva la minima idea che a salvarlo era stato la stessa persona che lo aveva condotto fino a lì, la causa del suo cuore spezzato.

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