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"Oggi sopravviviamo per vivere domani"

Un abbraccio che lo aveva stretto fino infondo alle viscere, gli aveva tolto il fiato e pervaso il corpo di un calore che aveva dimenticato da tempo, come poteva fuggire da qualcosa di così intenso. Jimin era rimasto tra le braccia di Taehyung senza che lui insistesse ulteriormente, qualcosa era cambiato, non poteva mentire ancora a sé stesso, l' oscurità e la vuotezza che conosceva si stava dissolvendo da quando lui aveva fatto ingresso nella sua vita.
Un' ossessione poteva veramente trasformarsi in un' ancora di salvezza o era solo una breve illusione?
Non aveva chiesto di essere salvato ma era accaduto e basta, lui nell' ombra c'era cresciuto, non lo spaventava, non capiva però perché avesse iniziato ad essere attratto dalla luce, dal calore che emanava uno della razza che aveva sempre odiato.
Possiamo indossare una maschera con chi non riesce ad andare oltre, ma con coloro che scavano più affondo ciò che abbiamo sempre indossato con naturalezza inizierà a subire delle piccole crepe finché non si frantumerà del tutto.
Il pazzo ossessivo, quello rinchiuso nella sua oscurità sembrava fosse stato annientato dal nemico, spazzato via dalla sua presenza fusa con l' intensità del suo aroma avvolgente.
Il Beta era ritornato in sé con l' arrivo dell' Alfa?
Probabilmente aveva bisogno di lui per capire che oltre al buio c'era luce.
Ma quel trambusto aveva bisogno di essere dosato, di essere accettato lentamente, ecco perché non fece durare quel momento ancora a lungo, gli accarezzò le mani sciogliendo l'abbraccio, usò la scusa del lavoro extra per potersi allontanare da lui.
Che fosse una scusa o meno Taehyung lo lasciò libero, poteva immaginare quanto fosse difficile abbattere così velocemente le sue barriere, anche per lui infondo erano una novità quei sentimenti.
Non sempre qualcosa di nuovo porta a qualcosa di positivo, la mente lo può trasformare in qualcosa di anomalo, qualcosa di pericoloso, qualcosa da cui fuggire.
Questo era ciò che stava accadendo nella mente di Jimin, una piccolina vocina gli stava urlando che doveva scappare, non era degno di ricevere quel sentimento come non lo era nel donarlo, lui apparteneva al male, lui doveva vivere nel dolore.

"Ci sono persone con gli stessi ideali e le stesse idee. Non sempre però si riconoscono tra la folla, nemmeno a pochi centimetri da noi le notiamo, accecati magari da pregiudizi di massa".

Taehyung e Jimin non erano poi così diversi, entrambi giravano con un arma a portata di mano, per non chiudere gli occhi davanti a chi non aveva il coraggio di difendersi da solo.
Spesso chi si imbatteva in qualcosa di sconosciuto ne poteva essere spaventato, il Beta considerava allarmante l' attrazione e la curiosità che nutriva per l' Alfa.
Soprattutto quando sentì il cuore pompare più velocemente, il battito accelerato.
Si rifugiò in bagno, d'impulso prese una lametta e la guardò con attenzione, non aveva mai provato quella sensazione, aveva provato qualcosa di simile quando si vendicava, quando finalmente aveva soddisfatto la sua rabbia, ma quella cosa era così strana, ne era terrorizzato.
Nessuno era veramente insensibile, quello che cambiava era la reazione che poteva scatenare l' anomalia, in Jimin fu così forte da fargli perdere il senno, era quasi stato tentato, voleva tagliarsi,  provare ciò che lo faceva sentire nella sua zona confort, immergersi nel dolore, quello che conosceva fin troppo bene.
Certe cicatrici non guariscono perché non vogliamo dimenticare quel male, puniamo noi stessi convinti di proteggerci.

"Sei la mia salvezza o la mia condanna?"
Ma io voglio veramente essere salvato da ciò che conosco da sempre? Conosco la rabbia, il dolore, quelle sono la mia casa. Ma ciò che mi fai sentire tu per me è sconosciuto e un po' mi spaventa".
Sospirò.
"Assurdo come io sia spaventato dalla luce invece che dalle ombre".
Rise amaramente piangendo, gettò la lamette a terra, si sedette a terra e si rannicchiò su se stesso dondolandosi, cercando di darsi il conforto che non aveva mai ricevuto.

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