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I rimproveri erano all' ordine del giorno in quella casa, Taehyung non era così ordinato come aveva pregato il Beta, lui era l'esatto opposto, meticoloso, era tanto da sopportare, troppo.
Per riuscire a fargli essere meno casinista più di una volta lo aveva preso per un orecchio costringendolo ad abbassarsi per raccogliere i calzini sporchi, ormai quella parte del corpo stava iniziando a diventare insensibile, ma il metodo sembrava leggermente funzionare.
Aveva due lavori ora, il badante di un Alfa disordinato e il suo solito lavoro di fattorino, si distreggiava tra il pollo fritto e i capricci del suo coinquilino momentaneo.
Il momento del bagno era quello più estenuante, di rotto aveva solo il braccio perché il suo amichetto era sempre attivo.
Purtroppo per Taehyung non veniva mai accontentato, il post sesso sarebbe stato difficile da gestire vivendo insieme.
Rimanere lì però non era stato mai così difficile, tornare a casa e trovare qualcuno che ti aspettava in fin dei conti era una bella sensazione, soprattutto se ti sorrideva mentre allo stesso tempo si scusava per aver tentato invano di cucinare con l'uso di un solo braccio.
Jimin anche se stanco cucinava per entrambi, vedere Taehyung che si gustava ciò che aveva cucinato complimentandosi non era così male. Quelle mura gli stavano regalando il calore che la vita gli aveva negato.
Non lo avrebbe detto a voce alta, magari avrebbe mentito ancora un po' a sé stesso ma rimaneva ancora poco tempo per stare assieme, lui non voleva andarsene.

Era passato un mese dall' infortunio di Taehyung, la convivenza era stata molto difficile per Jimin, dover lottare costantemente con ciò che sentiva e voleva esprimere era stato stancante.
La notte era la sua pausa, riusciva almeno a stare a distanza da lui visto che dormivano separati, l' Alfa nel proprio letto e lui nel divano.
In quel frangente il suo cuore e la sua mente trovavano un po' di pace, poca visto che comunque rimaneva una costante tra i suoi pensieri, almeno non lo vedeva, magra consolazione.
Quel piccolo angolo di respiro venne spazzato via dopo che all' Alfa venne tolto il gesso.
In quel periodo la parte più ardua era sopportare il contatto, non si spiegava il perché ma Taehyung cercava sempre la sua mano, anche solo sfiorandola.
Lui la rifiutava, ma molto spesso era talmente stanco che la lasciava stretta alla sua, mai avrebbe ammesso che infondo pure a lui piaceva quel tocco.
Sembrava quasi impossibile ma era arrivata l' ultima notte che avrebbero trascorso insieme.
Come sempre dopo cena Jimin aveva accompagnato Taehyung nella sua stanza, doveva applicargli la crema sulla lesione che gli aveva provocato insieme all' osso rotto.
Terminato tutto gli augurò la buonanotte pronto per andarsene, fu mentre si voltò che si sentì afferrare la mano, per abitudine o per piacere non poté non intersecare le loro dita per stringerla più forte.
Si voltò a guardarlo solamente dopo aver preso un gran respiro cercando di placare un minimo il suo battito accelerato.
Si guardarono, la loro connessione era diventata molto più intima, il loro sguardo più profondo, poche parole  mirate, senza giri di parole, dritti al punto, come se non volessero perdere altro tempo prezioso.
"Perché vuoi a tutti costi tenermi la mano?"

"Perché la connessione olfattiva non mi basta, sono grato di poter sentire solo io il tuo profumo ma sono anche avido, voglio ogni centimetro di te, comprese le tue piccole e morbide mani".
Lo guardò seriamente.
"Ti sei preso cura di me, voglio poter ricambiare, ma non lo faccio per cortesia ma perché voglio farlo".Sorrise.
"Non sei stanco di proteggere? Non vuoi essere dall' altra parte per una volta? Sentire cosa si prova a venire protetto?"

"Non sono bravo a farmi proteggere".
Lo guardò dritto negli occhi stringendogli la mano, non era mai stato protetto, quella sensazione poteva fargli piacere?

"Allora lasci che te lo insegni". Gli accarezzò il palmo della mano con il pollice.
"Non serve che tu smetta di proteggere se è questa la tua paura, ma per la prima volta potrai provare entrambe le cose".

Jimin lo guardò incerto, lui lo stava travolgendo totalmente, aveva messo a soqquadro la sua vita e sapeva che infondo era grato di ciò.
"È pericoloso l' amore, può ferire molto più affondo, io non lo conosco, potrei morirne".

"Allora vorrà dire che ti amerò fino alla morte". Sorrise lievemente aggiungendo.
"Ma ribadisco, sono avido, nemmeno quella mi impedirà di amarti anche dopo di essa".

"Odio gli Alfa.....dovrei odiarti, ma non riesco, non voglio, odio me stesso ma ormai il danno è fatto. Mi sono innamorato di chi avrei dovuto odiare".
Doveva accettare la realtà, era stanco di fuggire, di tenere sempre alte le sue barriere.

"Ti ha scelto il mio lupo per primo, ma sarò io quello che non ti lascerà più fuggire, ormai ci apparteniamo. Tu sei mio, io sono tuo".
Lo disse con fermezza, come se avesse appena pronunciato una verità assoluta.

"Cosa guardi?"
Era spuntato qualcosa sul suo viso, sorto spontaneamente, senza forzatura, senza che se ne rendesse conto aveva preso possesso del suo viso.

"Qualcosa che non avevo mai visto prima".
Si fermò qualche istante a guardare l'opposto ricambiando il suo gesto.

"Cioè?"
Ignaro del potere  reale dell' emozioni sincere, della naturalezza degli eventi scaturiti dalla nascita di nuovi sentimenti.

"Non sapevo fossi in grado di sorridere, sono contento di essermi sbagliato".
Lo era veramente, era ancora più bello ai suoi occhi, la sua oscurità si era ridotta lasciando spazio ad un spiraglio di luce.

Jimin odiava da sempre i sorrisi, celavano segreti, dolore e bugie, la maschera peggiore che conosceva, ma il suo era diventato speciale già la prima volta che glielo aveva regalato, non lo avrebbe mai ammesso ma era così.
Aveva capito che non lo regalava così facilmente,  ponderava con attenzione chi meritava di riceverlo, infondo era felice di essere tra questi privilegiati, ma forse lui era al podio, ci sperava.

"Ti piace l' oscurità? Perché io faccio parte di essa".

"È nel buio che la luna regna. E io amo dannatamente la luna. Infondo siamo lupi, adoriamo la sua luce che solo il buio più totale può regalare ad essa".
Lo avvicinò a sé tirandolo con la mano, alzò il braccio libero verso di lui sfiorando con le dita la sua guancia, non smettendo di guardarlo.
"Se hai paura della luce non è un problema, io non temo le tenebre".

"Ti avverto Alfa, io non condivido. Se decidi di rimanere con me non avrai nessuno al di fuori di me come compagno".

"Dovrebbe sembrare una minaccia? Ho provato altro, ma di questo ci occuperemo più tardi. Prima volevo dirti mio piccolo Beta che la stessa cosa vale per te. Guai a chi ti tocca".

"Allora che ne dici di mostrarmi chi può toccarmi?"
Si leccò maliziosamente le labbra.
"Sai, temo di non aver capito a chi appartengo".
Si sedette sul suo letto senza interrompere il contatto con le loro mani.
Quella libera l'avvicinò all' opposto che seguì attentamente ogni suo gesto.
Fece scivolare il suo dito lungo il petto dell' Alfa fino all'elastico dei pantaloncini che indossava.
Taehyung gli afferrò il dito portandolo alle labbra, lo baciò, lo strinse e lo usò per avvicinarlo a sé, avvolse la vita del Beta con il suo braccio, azzerò la distanza tra i loro corpi.
"Con vero piacere, ti farò capire affondo che sei solo mio".
Sussurrò al suo orecchio maliziosamente, lo distese a letto sovrastandolo.
Portò le mani ai lati della testa del Beta sorreggendosi, lo guardò negli occhi sorridendo.

Si avvicinò al suo orecchio sussurrando.
"Non dirmelo ora, dimmelo quando meno me lo aspetto. Come faccio io ora".
Gli baciò la punta dell' orecchio.
"Ti amo Jimin".

Non gli rispose come li fu chiesto, ma ciò che sentiva lo trasmise attraverso i gesti, mettendo le mani dietro alla sua nuca, lo avvicinò a sé e lo baciò non solo con le labbra ma con tutto il sentimento che bruciava dentro di sé.

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