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Come stabilito da Jimin il suo numero fu usato solamente per inviarli l'indirizzo e l'ora dell'incontro per la loro sfida, non si preoccupò nemmeno di rispondere a tale messaggio ma l'Alfa sapeva già che non si sarebbe mai ritirato.
Il luogo era la palestra dove esercitava l'Alfa, l'aveva prenotata esclusivamente per il loro incontro in modo da essere totalmente soli.
Dopo essersi cambiati si presentarono uno di fronte all'altro, indossavano la tenuta da scherma, la maschera traforata e il fioretto impugnato.
Si osservarono per qualche istante, Taehyung era un maestro, non era stato difficile da dedurre per Jimin, il portamento la diceva lunga, sospettava questa cosa, non gli serviva una conferma, ma nonostante tutto non aveva mai voluto ritirarsi, era deciso a rimettere al suo posto un altro Alfa.
Niente e nessuno gli avrebbe più fatto abbassare il capo, lui non era inferiore, soprattutto agli Alfa.
Lentamente il Beta si avvicinò tenendo il fioretto teso davanti a sé, era difficile per lui utilizzare un'arma, quello che utilizzava come tale erano calci e pugni, per via dello sport che tanto amava, kick boxe, utilizzava all'occasione un oggetto differente ma altrettanto adorato, la sua inseparabile mazza.
L'opposto lo stavo osservando, attendeva con ansia la sua mossa, ecco perché decise di dargli una spinta.

"Colpiscimi, un solo colpo esserino".
Ghignò provocando il Beta.

"Ti lascerò una cicatrice su quel bel faccino".
Controbatté infastidito dalla sua strafottenza.

"Smettila di parlare e attacca, se lo faccio io sei spacciato".
Adorava sfidarlo, la rabbia nel suo volto lo rendeva ancora più sexy.

Jimin aveva deciso di non rispondere a parole, doveva fare la sua prima mossa, doveva colpirlo, il suo colpo non andò a segno come immaginava d'altronde, lo aveva schivato con così tanta facilità che sarebbe stato impossibile riuscire perfino a sfiorarlo.
Visto la difficoltà e la sua maestria il Beta aveva deciso di agire in maniera differente, avrebbe tirato fuori il suo punto di forza facendo leva sul punto debole di chiunque, doveva distrarlo, sedurlo per fargli abbassare la guardia, solo allora avrebbe avuto una minima speranza di riuscire a colpirlo.
Con il fioretto sempre alzato iniziò a muoversi attorno a Taehyung, lo guardò maliziosamente, si leccò le labbra mordendosi successivamente il labbro inferiore, lo sguardo dell' Alfa avrebbe dovuto essere sull'arma, ma come aveva ben pensato l'avversario era focalizzato su ben altro.
Taehyung teneva il fioretto alzato pronto per colpire, ma la sua concentrazione era rivolta a quelle carnose labbra messe ancora più in mostra spudoratamente dall'opposto.
Jimin ghignò per aver ottenuto esattamente ciò che voleva, poteva colpirlo, ma si prese ancora qualche attimo per osservarlo, per leggere nei suoi occhi un pizzico di lussuria, di desiderio, si ostinava a pensare che lui non provasse lo stesso.
Il problema subentrò più evidente quando insieme alla tensione aumentò anche la profumazione di entrambi, inalarono a pieni polmoni quell' aroma invitante, l'Alfa gettò a terra il fioretto,  stava perdendo il controllo, Jimin leggermente più lucido intervenne, lo colpì sul fianco.

"Ti ho colpito".
Disse tra i denti cercando di non farsi annebbiare la mente dal suo profumo.

Taehyung lo fissava e non prometteva nulla di buono  quello sguardo famelico, proprio perciò il beta tenne stretto tra le mani il fioretto mentre l'opposto si stava avvicinando braccandolo.
Sembrava che tra loro finisse sempre allo stesso modo, uno dei due finiva sempre con le spalle al muro, Jimin teneva il fioretto puntato al collo dell'Alfa mentre stava per essere schiacciato dal suo corpo.

"Ti do dieci minuti di vantaggio, scappa, se ti prendo sei mio".
Esordì Taehyung spostandosi per lasciare via libera al Beta, lui gettò a terra il fioretto e iniziò a correre, fuggiva per paura? No, era decisamente eccitato.

l'Alfa appena lo vede uscire si sedette a terra sul pavimento dell'edificio, impostò la sveglia conteggiando esattamente dieci minuti.
Inspirò la scia del profumo di Jimin che aleggiava ancora prepotente  tra quelle mura.

"Sei già mio".





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