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Diversi fili si stavano intrecciando tra loro, alcuni si sfioravano, come se stessero aspettando il momento giusto per intersecarsi.
Hobi ormai frequentava costantemente il locale, attendeva che lui finisse di suonare per stare in sua compagnia, a volte si erano sfiorati le mani, subito le avevano ritirate imbarazzati.
Jimin sembrava capitare e andarsene da lì poco prima dell' arrivo dell' omega, che strane coincidenze creava il destino.
Ma per il Beta finalmente giunse il fatico mercoledì di consegna, i giorni gli erano sembrati infiniti, mai lo avrebbe ammesso ma stava attendendo quel giorno con fin troppo entusiasmo.
Infondo non era solo Jimin in fibrillazione poco contenuta per quel giorno, anche Taehyung era trepidante.
Scattò all'istante, uscì di fretta dalla doccia appena udì il campanello, sarebbe uscito anche con l' asciugamano legato in vita, ma per quella sera avrebbe limitato la sfacciataggine che lo contraddistingueva.
Indossò di fretta dei pantaloni da tuta neri e una maglietta bianca, si inumidì quando venne a contatto con la sua pelle, il petto non era stato asciugato accuratamente per la fretta, inoltre non aiutavano i capelli umidi che gocciolavano di tanto in tanto.
Un' Alfa impaziente, il suo mood casalingo aveva lasciato a bocca asciutta il Beta a cui aveva aperto la porta, in quel frangente il pollo fritto che teneva in mano era meno appetitoso della visione che aveva davanti.
Ovviamente il suo apprezzamento lo aveva ben celato dietro uno sguardo indifferente, peccato che in quel caso entrambi venivano traditi dalla loro stessa profumazione, era diventato più difficile occultarla, più passava il tempo e peggio andava.

"So che sono una bella visione ma per goderla meglio ti conviene entrare".
L' Alfa si spostò di lato per farlo entrare.

Jimin avrebbe dovuto rifiutare, anzi era quello che solitamente era abituato a fare, peccato che il suo cliente era speciale, più si ostinava ad allontanarsi e più era invogliato a diminuire le distanze, ecco perché entrò senza aggiungere nulla.

Alla terza lattina di birra entrambi erano decisamente alticci, si stuzzicavano innalzando i loro aromi, una sfida invisibile olfattiva.

"Non immaginavo potessi essere ancora più invitante ".
l'Alfa guardò l' opposto con un sorrisino strafottente, lo aveva lasciato senza parole, gli spuntò un ghigno capendo che la sua barriera protettiva era stata intaccata.
"Allora è anche il tuo punto debole".

Il Beta stizzito dal colpo inferto fece una smorfia, non sapeva cos' altro fare, lo aveva preso alla sprovvista.
Quel gesto però non fece altro che invogliare l'Alfa a continuare il suo gioco.

"Non ci conosciamo, potremmo essere spinti solo dall' istinto animale. Ma una certezza ce l' ho, il pollo è molto più buono da quando lo consegni tu".
Ridacchiò.
"Perché in tutto ci deve essere per forza una logica, è così brutto lasciarsi guidare da qualcosa che comunque ci appartiene?"

"Quindi cosa proponi?"
Rispose Jimin aprendo un' altra lattina di birra, forse aveva perso il conto di quante ne avevano già bevute, avrebbe dovuto essere la quarta, eppure sul tavolo i conti non tornavano.

"Per ora brindiamo a questo ottimo pollo, poi si vedrà".
Le lattine di birra ormai affollavano il tavolo della cucina come tanti piccoli soldatini schiacciati.
Ora il gioco non si sarebbe sicuramente fermato, avrebbe preso la via del non ritorno.

Taehyung si alzò dalla sedia, il Beta lo seguì con lo sguardo, non fece in tempo a percepire le sue intenzioni che era già dietro le sue spalle.
Si irrigidì quando lo sentì abbassarsi, il suo fiato caldo all'orecchio.

"Infine chi è che non è sensibile ai complimenti".
Sussurrò l'Alfa rendendo ogni fibra di Jimin tesa come la corda di un violino, ma come esso era pronta a ricevere il tocco dell'archetto, in questo caso tramutato nel dito dell'Alfa.
Iniziò a disegnare piccoli cerchi scomposti sul retro del suo collo, ogni linea che tracciava sembrava pronta a bruciare sotto le sue attenzioni.
Un Jimin sobrio lo avrebbe rimesso al suo posto, ma infine chissà se era tutta colpa dell'alcool quella resa.

"Sai anche tu che non sarà l'ultima volta, questa sera ne è la prova".
Sussurrò nuovamente, smise di accarezzarlo con il dito per spingersi oltre, lo sostituì con le sue labbra, baciò lentamente piccole porzioni di quel candido collo, proprio dove poteva inebriarsi maggiormente della sua profumazione.
L'opposto non replicò, ogni parola morì nell'istante in cui sentì le sue labbra, poco dopo venne girata la sedia, Taehyung aveva il viso alla sua altezza, il loro sguardo incastrato tra di loro.

"Ti va bene questo gioco?"
Disse aspramente Jimin senza distogliere lo sguardo dall'opposto.

"L'istinto è una cosa primordiale la logica è subentrata dopo".
Controbatté Taehyung avvicinandosi maggiormente al suo viso.
Il beta avrebbe voluto avere l'ultima parola, ma non disse nulla, le parole vennero sigillate dalle labbra dell'Alfa, un bacio lento ma desiderato così tanto, non venne placato nemmeno nel momento in cui l'opposto venne sollevato, preso tra le braccia per dirigersi nella camera da letto.
Avrebbe ceduto ma non gli avrebbe lasciato il comando assoluto, appena furono distesi a letto invertì le posizioni per essere lui al di sopra, l'Alfa doveva capire che lo stava lasciando fare, che non era lui a decidere, ma questo l'opposto già lo sapeva, la sottomissione non gli era mai piaciuta, la tenacia, la testardaggine,  questo era ciò che aveva attirato la sua parte umana verso il Beta, colui che in quel momento lo stava spogliando mentre con le sue labbra calde baciava il suo collo.
Lo lasciò fare imitando le sue azioni, spogliandolo di ogni indumento, come voleva farlo di ogni sua barriera, quello non era un gioco, era ciò che desideravano entrambi, i loro lupi forse erano solo una scusa per ripetere ciò che avevano già fatto, come lo era l'alcool.
I gemiti, i loro profumi fusi insieme erano i protagonisti di quelle mura, le unghie di Jimin conficcate nella schiena di Taehyung, il contorno perfetto.
Non dissero nulla, lasciarono spazio all'istinto, si consumarono di baci, di strette decise, di morsi finendo per addormentarsi.
Il primo ad aprire gli occhi fu Jimin, era stretto tra le braccia dell'opposto, il petto incollato alla sua schiena.

"Sprechi tempo se pensi di fuggire, ti troverei ovunque".
Sussurrò Taehyung al suo orecchio, lo strinse ancora di più a sé.
Aveva capito le sue intenzioni ma stranamente era stato un pensiero fugace.


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