E' una notte di festa a Sydney, Australia, quel trenta luglio. Un gruppo di ragazzi sta festeggiando la partenza imminente del loro amico dopo cinque lunghi anni passati insieme.
Sono in spiaggia tutti insieme, la musica è alta, un falò è stato acceso nella zona autorizzata e ci sono un parecchie cassette di birra, alcune già vuote. Delle ragazze si uniscono a loro in cerca di compagnia, divertimento e bevute gratis, una di loro in particolare si fa coraggio e dopo un ora di conversazione generale si avvicina al festeggiato, che se ne sta un po' in disparte ad osservare le onde.
<<Hey, sono Kassy, non so se ci siamo presentati>> gli dice e il ragazzo dai capelli castani e la frangetta un po' mossa alza lo sguardo su di lei sorridendole.
<<Felix>> le fa un cenno.
Lei sorride annuendo, spostandosi dietro l'orecchio i capelli biondi, <<E così parti? Dove vai di bello?>> cerca di conversare.
Felix sospira giocherellando con la bottiglia di birra, seduto su un tronco è già un po' di minuti che guarda i suoi amici divertirsi chiedendosi se rimarranno mai in contatto.
<<In Corea del sud>> mormora poi stendendo le gambe nella sabbia, amandone la consistenza morbida sotto i piedi nudi.
Tutto quel clima caldo, solare, così perfetto per lui, gli manca già.
La ragazza solleva le sopracciglia stupita <<Ah, come mai? Sei di lì?>> chiede e Felix pensa che la ragazza abbia azzeccato ovviamente per i suoi lineamenti asiatici.
Annuisce <<Mh, sì. La mia famiglia vive lì>>
Di nuovo lei sembra sorpresa, <<E tu sei qua da solo?>>
<<No, mi sono trasferito cinque anni fa da mia zia. Ma i miei mi rivogliono a casa>> accenna un finto sorriso divertito.
Al solo pensiero dei suoi genitori che lo costringono a rientrare quando se la stava spassando così bene lì a casa vuole lamentarsi. Per questo, ricordandosi che è pur sempre una festa per lui e ha intenzione di divertirsi come si deve, Felix scuote il capo per togliersi i pensieri di testa.
<<Ti va di ballare?>> le domanda perché la ragazza non è male, potrebbe anche chiederle di tenergli compagnia quella notte.
D'altronde se lei si è avvicinata ci sarà un altro motivo di fondo visto che nemmeno si conoscono...
E Felix non aveva tutti i torti visto e considerato che tre ore dopo, un po' accaldati sia per il fuoco del falò che per il movimento fatto a ballare, le risate e il mese estivo, entrambi brilli sono appartati in una zona della spiaggia lontana dalla festa.
Lei ha detto di voler fare due passi e lui non ci ha pensato molto a seguirla, tanto i suoi amici li rivedrà dopo. Così affonda i piedi nella sabbia lasciando delle impronte ad ogni passo, sempre più vicini a dove fa buio finché lei non si ferma vicino a qualche palma.
Gli sorride <<Quando parti?>>
<<Domani>> sospira Felix mettendosi a sedere e lei annuisce distrattamente inginocchiandosi tra le sue gambe, gli occhi brillanti.
<<Allora...non so,>> inizia a dire avvicinandosi al suo viso, <<Potrei contribuire a questo addio?>> domanda finalmente.
Felix, che non si sente nessuno per dire di no, in risposta le posa una mano sulla nuca azzerando le distanze per baciarla una volta e per tutte.
Quella notte non ha riposo; tra risate, bevute, movimento generale, giochi stupidi, bagni notturni e la piacevole compagnia di Kassy sente che non può mancargli niente.
Ma ovviamente a tutto c'è una fine.~ ~ ~
<<Spiegami perché hai una sveglia se quando suona non ti svegli>> il tono rimproverante di sua zia lo sveglia in maniera traumatica, tanto che Felix sente subito la testa martellare e si porta le mani alle tempie mugolando.
<<Ti sta bene per essere rientrato tardi con un odore di alcol tremendo addosso, hai pure vomitato di sotto Felix>> continua lei <<Su, alzati, devi prendere un aereo oggi pomeriggio mi sembra>> lo scuote di nuovo.
Felix sbuffa aprendo gli occhi, venendo a conoscenza solo in quel momento che ha dormito sul divano in sala. Si sfrega gli occhi stanco e mettersi in piedi è una violenza alla propria persona ma lo fa, sentendosi anche di merda considerando la gola bruciante e il mal di testa allucinante.
Sua zia, mascherina da notte sui capelli, aria assonnata, bretella e pantaloncini come pigiama, cammina in giro per la cucina preparando la colazione.
<<Che ora è?>> farfuglia lui e lei <<Le nove>> dice.
Felix sbatte gli occhi <<Ho dormito solo cinque ore?>> conta, ricordando di essere rientrato per le tre e mezza, quattro di mattina.
<<Quando fai così sono proprio contenta di rimandarti in Corea Yongbok>> e se c'è una cosa che Felix sa è che quando sua zia inizia a parlare di Corea chiamandolo con il suo nome in coreano allora vuol dire che sta per arrivare una bella strigliata.
Per questo arriccia le labbra cercando di defilarsi, <<Ascoltami quando ti parlo! Tornare a casa ti farà bene! Lì se non hai vent'anni non bevi, almeno questo!>> gli urla dietro lei, la spatola per sbattere le uova in pugno.
Felix si chiude in bagno spogliandosi a rilento, sente un po' tutto girare e una sensazione di leggerezza e pesantezza al tempo stesso. In effetti più volte ha pensato che forse i suoi amici esagerassero un po', sa bene come sono le regole in Corea del sud, se le ricorda ancora...solo che lì in Australia alcune cose sono più permissive e ha diciotto anni, quindi è già maggiorenne. Condivide il ragionamento di sua zia, che non dev'essere felice di vederlo rientrare tardi e in quelle condizioni, ma non lo fa mica spesso, una massimo due volte l'anno si inzuppa così e quella era una causa più che consona.
Diavolo, sta per partire e mollare tutto dopo cinque lunghi anni, non gli mancherà?
Ovviamente gli mancherà, anche se fa sempre la dura sua zia ha un cuore dolce dentro di sé e Felix la adora per questo. Certo, la sua famiglia per lui è tutta stupenda, ma quando sua madre lo ha chiamato per congratularsi del diploma e gli ha fatto sapere che era già tutto pronto per il suo rientro bè, era stata una cosa che non avrebbe voluto sentirsi dire insieme a tante altre...
E' da Settembre dell'anno precedente che sua madre gli ricorda che finito il liceo in Australia tornerà in Corea per l'università a vivere di nuovo con la sua famiglia, a cui è mancato tanto. Anche a lui sono mancati, ogni natale i suoi tornavano a Sydney, certo, però non è la stessa cosa che starci tutti i giorni...però lì a Felix piace, ama stare con sua zia che chiude sempre un occhio, ama essere indipendente, andare in giro con i suoi amici, divertirsi, la mentalità molto più aperta che c'è in quel paese è tutt'altra cosa che in Corea.
Per tutta una serie di motivi Felix aveva deciso di trasferirsi di nuovo a Sydney una volta finite le medie, dove i suoi hanno dato nascita sia a lui che a sua sorella minore Olivia e dove ha fatto i primi anni di elementari prima che questi decidessero di tornare a Suwon in Corea, città vicino a Seul dove lui s'iscriverà in qualche università.
Mah, in realtà se deve dirla tutta di coreano pensa di essere un bel po' arrugginito. Sua zia gli parla in entrambe le lingue ma lui risponde solo in inglese ormai per abitudine quindi ci sarà da ridere una volta a Suwon.
Non si fa un grande problema per i suoi amici o quello che lascerà lì. Ha fatto un po' di fatica i primi anni di liceo a farsi un gruppo proprio perché il suo comportamento era diverso ed era il nuovo arrivato perciò già alcuni stronzi credevano non parlasse la lingua. Ma dopo un anno e mezzo ha iniziato ad iscriversi ad un sacco di laboratori e allora è riuscito a mettere insieme una comitiva carina...quindi certo, gli dispiace, ma non si sente lo stesso molto attaccato a loro e poi è uno bravo a farsi degli amici tutto sommato. Segue più o meno quello che gli altri fanno e non dice quasi mai di no perciò spera di non avere problemi anche in Corea.
Il problema è che a Suwon c'è l'esatto motivo per cui ha deciso di lasciare il paese non appena sua zia ha proposto di fargli fare un anno di scambio. Altro che scambio, in quel suo periodo di dodici anni sarebbe fuggito volentieri da tutto quanto... il motivo? Il suo vicino di casa a Suwon.
Felix ha avuto un amico molto stretto sin da quando è arrivato in Corea. I suoi e i vicini di casa sono subito andati d'accordo e anche lui e il loro figlio maggiore, così come le loro sorelle che a quanto ne sa sono ancora parecchio amiche ora. Il problema è sorto più tardi ma sono anni che Felix non ci pensa, cercherà di non ricordarselo e prendere anche quell'esperienza come una sorta di avventura.
Esce dalla doccia meno sporco di sabbia di prima e si asciuga velocemente sfregando i capelli castani un po' mossi, abbastanza cresciuti dietro. Gli piacciono, sua zia gli taglia la frangetta ogni volta che ce l'ha lunga perché dice che il mullet gli sta bene addosso. Gli mancherà anche per questo ma è convinto che si vedranno a natale.
Con un asciugamano addosso si dirige in camera a cercare dei vestiti comodi infilandosi il primo shorts con una bretella pulita. Torna in cucina in tempo per la colazione sorridendo a sua zia, le da un abbraccio caloroso baciandole una guancia, <<Grazie per non avermi fatto dormire fuori>>
Lei sospira un sorriso, <<Sì, sì, ora siediti a mangiare prima che si freddi>> gli dice accarezzandogli un braccio.
Felix mangia più per prendere poi una medicina per la testa che perché abbia fame, non dopo aver vomitato tutto quanto la notte passata...
<<Hai sistemato le valigie?>>
<<Sì>>
<<E la camera?>>
<<Sì ma non voglio togliere tutto...in questi anni ci ho appeso dei poster o varie foto...non so che farmene. Me le posso portare dietro, hai un album che ti avanza?>> le domanda, approfittando che sua zia come hobby sia una fotografa.
Un'altra cosa che può vantare sua zia, oltre ad essere sulla trentina, è di avere più lavori, quindi un modo per spaziare nelle proprie passioni. Insomma, Felix ha una zia cool, deve ammetterlo.
Lei alza gli occhi al cielo <<Sei sempre in ritardo su qualcosa. Sarà perché sei maschio>> borbotta mordendo un pezzo di bacon <<Comunque sì. Ho degli album, dopo te li sistemo>>
<<Mhm, anche perché magari qualche natale verrò a passarlo qua in futuro. Sicuramente le vacanze estive zia, stanne certa>> sbuffa un sorriso.
<<Ma davvero ti pesa così tanto tornare a casa? Pensavo ti piacesse l'idea, non stai con la tua famiglia da tanto>>
<<Sì, mi piace perché in un certo modo voglio riunirmi con loro ma...>> incerto abbassa lo sguardo <<Non lo so, sento che questo posto mi ha dato di più. Più coraggio, più indipendenza, più emozioni...e le prime esperienze un po' in tutto. Mi mancherai anche tu>> ammette <<Quindi sì, devo tornare a casa ma mi dispiace perché significa comunque ricominciare tutto da capo>> sporge il labbro inferiore.
Sua zia annuisce allungandosi a stringergli una mano <<Verrei con te a casa anch'io se potessi. Ma chissà perché la gente decide di darmi lavoro in pieno Agosto e ho avuto le ferie a Luglio, perciò>> sospira scrollando le spalle.
Felix annuisce <<Non importa, ti voglio bene comunque>> scherza tornando a mangiare e la donna sorride.
E' così che vuole vedere suo nipote, così gli ha insegnato ad essere: felice verso le nuove situazioni, qualsiasi esse siano deve cercare sempre il lato positivo nelle cose.
Perciò una volta che Felix ha svuotato abbastanza la propria stanza, messo le foto negli album, le due valige di vestiti alla porta, lo zaino con computer, tablet e qualsiasi altra tecnologia abbia acquistato in quegli anni più un borsone con altre cose sua zia può finalmente aiutarlo a caricare tutto in macchina.
Felix si guarda intorno rattristato, sa che presto tornerà in quella casa ma gli dispiace da morire. Prima di mettersi a piangere o altro se la lascia alle spalle pensando che almeno ricontrerà la sua famiglia.
E' pomeriggio quando sua zia lo accompagna in aeroporto, lo aiuta a portare le proprie cose fino all'imbarco e, caricandolo come solo una donna sa fare, lo stringe forte a sé.
<<Fa il bravo, salutami Olivia, mia sorella e tuo padre e vedi di combinare cose buone, non fare figuracce e ricorda che chi è più grande di te va rispettato>> gli aggiusta la frangetta scura, spostandola dagli occhi, stringendogli le guance lentigginose, <<Ohw, non riesco a salutarti>> sospira sbattendo un po' troppo spesso gli occhi.
Felix sorride <<Farò il bravo, promesso>>
<<Okay, allora->> la voce all'interfono che li avverte dell'arrivo dell'aereo la interrompe e sua zia gli lascia un ultimo bacio in fronte prima di spingerlo via.
Si salutano per il momento e con un leggero nodo in gola Felix si reca al checkin per dare il passaporto. E' agitato, il volo sarà lungo e non sa cosa aspettarsi al suo rientro. Ha l'ansia perché potrebbe rivedere il suo ex amico a Suwon e perché ha paura di dimenticarsi parole, modi, luoghi o chi lo sa.
Ma mal che vada si appoggerà ad Olivia.
Paziente si siede sul proprio sedile vicino al finestrino dell'aereo e prende qualche respiro, sorridendo alla signora che prende posto vicino a lui poco dopo. S'infila le cuffie allacciando la cintura e chiude gli occhi.
Okay Felix, pensa, puoi farcela, prima o poi saresti dovuto tornare d'altronde. Andrà bene, si ripete.
Andrà bene.
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Wish You Can Love Me [Chanlix]
FanfictionLee Felix è costretto dai suoi genitori a tornare in Corea dopo cinque anni passati a Sydney, Australia, nonché città natale. Ovviamente se solo la sua famiglia comprendesse il motivo per cui al tempo era scappato non glielo starebbero imponendo ma...