Capitolo ventisei

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Pov's Anna

Flashback

4 anni prima

Stavo tornando a casa come sempre tenendo ben saldo lo zaino sulle mie spalle come se fosse un tesoro da custodire a tutti i costi. Io avevo sempre il terrore che me lo potessero rubare o aprire per vedere cosa ci fosse dentro senza che io me ne accorgessi e trovarmi a casa uno zaino con delle cose mancanti. Stavo ascoltando la musica con le cuffiette vecchie di mia mamma, perché le mie erano rotte e dovevo comprarne un altro paio e mia mamma essendoci sempre per me, me le aveva già comprate ma io le regalai a mio fratello perché servivano più a lui che a me. I miei genitori visto che sono femmina mettono molte più attenzioni su di me e quindi lui sta un po in disparte. Mi regalavano CD, telefoni nuovi, DVD, magliette firmate o pantaloni troppo costosi anche se non mi andavano bene, loro dicevano di si ma tanto non mi sarebbero entrati lo stesso. Io volevo troppo bene a Liam quindi di solito alcune cose che regalavano a me le davo a lui.
Sentivo nelle mie orecchie Runaway di Avril Lavigne. A quell'epoca andava tantissimo lei e io come tutti ero stata rapita dalla sua voce. A casa non c'era nessuno perché Liam era da Zayn e Louis , mio padre a lavorare e mia mamma dalla parrucchiera.
Arrivai davanti alla porta e cercai le chiavi nelle tasche del giubotto troppo stretto per me.
Trovate le avvicinai alla serratura e dopo avendole infilate girai per sbloccare la porta che finalmente si aprì. Avanzai con un piede e sentii dietro di me un gruppo di ragazzi della mia scuola gridarmi dietro "Hey grassona non ci passi per la porta, attenta! " facendo ridere tutto il gruppo. E potei intravedere una ragazza in quei 6 ragazzi. Aveva i capelli biondi e lunghi, vestiva tutta di nero e si faceva toccare dai maschi attorno a lei. Vidi sussurrare qualcosa ad un ragazzo del gruppo. Lui sorrise malizioso e lei mise la sua schiena sul muro, poi vidi gli altri fermarsi.
Lei fece avvicinare tutti e uno si mise dietro di lei alzando molto velocemente la gonna attillata che aveva mentre lui si slacciava la cintura dei pantaloni. Uno si mise davanti e iniziò a palparla dappertutto baciandola qualche volta, poi un terzo si mise davanti a lei e la penetrò da davanti assieme a quello dietro.
Cazzo io avevo 13 anni e vedere questo davanti a casa mia mi ha scandalizzata. Entrai velocemente e chiusi la porta. Sentivo la ragazza fuori che faceva versi strani e gridava dei nomi. "Jack, Steve" questi erano i nomi.
Appoggiai la schiena alla porta principale e la feci scivolare, poi da lì ascoltando il silenzio assordante potei udire il un bussare molto delicato.
Mi alzai a malavoglia e poi sentire le ginocchia scricchiolare al mio alzarmi.
Guardai dallo spioncino e vidi Alex salutarmi solo che lo vidi con vestiti diversi dal solito ma poco importava.
Aprii la porta e lui mi sorrise beffardo salutandomi stranamente.
Mi prese per le spalle e me le colpì forte e di conseguenza facendomi cadere all'indietro. Mi facevano tanto male e quindi con una mano me le presi cercando di attenuare il dolore.
Lui sorrise beffardo ancora e mi disse una cosa all'orecchio.
"Sai, anche se sei obesa il tuo viso non mi è mai dispiaciuto, quindi adesso ti stupro per bene e con questo tuo fratello non finirà nei guai".
Cosa?! Stavo pensando che mi prendesse in giro. Ma dalla sua faccia non credo scherzi.
A -Cosa?! Ma sei fuori di testa Alex? Non sei mai stato così! Cosa ti è successo! E tu non mi stupri e cosa centra Liam scusa?- sbottai irritata e cercando di parlare bene ma il male era insopportabile. Strinsi i denti ma lui così mi prese e mo' di sacco di patate e mi portò in camera. Lui conosceva benissimo ogni angolo della casa essendo stato il mio migliore amico dalle elementari.
"Pesi un quintale cazzo!"
Lo sentii imprecare sbuffando.
A -Sai non te lo chiesto io! Ma mettimi giù merda!-.
Alex -Ok, come vuoi tu-.
Così lui mi mise giù ma non era ancora arrivato alla fine delle scale, così mi fece cadere tra il pavimento lisci del piano superiore e l'ultimo scalino di marmo. La mia schiena sbattè contro il marmo e le mie gambe erano distese sul pavimento. Davanti a me c'era la porta della camera mia aperta e lui sullo stipite di essa. Mi aveva fatto malissimo dappertutto e lui per portarmi in camera mi prese per una caviglia e mi trascinò dentro alla mia camera. Lui entrò dentro e chiuse la porta a chiave. Ero dolorante dappertutto e non riuscivo quasi a muovermi e a respirare meno. Respiravo a fatica e mi mancava l'aria. Lui era lì davanti a me con quella merda di sorriso in quella sua merda di faccia. Giuro che è una testa di cazzo! Lo ammazzo di botte quelli lì dopo. Mi prese per i fianchi e mi buttò sul letto facendolo cigolare e piegare in due da quanta forza aveva messo nel lanciarmi. Si tolse le scarpe e le buttò in giro come la sua maglietta. Porca putroccola! Si inizia a slacciare la cintura ma si ferma guardandomi e così la slegò del tutto e mi legò i polsi alla testiera del letto con quella. Mi facevano male. Era troppo stretta. Si abbassò i pantaloni e giuro su Dio che non ho mai pregato in tutta la mia vita che fosse tutto un sogno e finisse tutto ad una mia chiusura di occhi.
Chiusi gli occhi e li strinsi forte. Li riaprì ma era tutto come prima. Solo con una piccola differenza. Lui era completamente nuda davanti a me. Si avvicinò e mi tolse i pantaloni.
A -No, ti prego Alex...-lo pregai di fermarsi ma sembrava inutile.
Alex -Ti farò urlare il mio nome piccola- baciandomi il collo. Ma cosa sei!? Bipolare?!
Si rialzò dal letto ed andò in un cassetto, lo aprì e trovò qualcosa che non vidi finché non me lo fece evidentemente vedere con le mani alzate. Lui sorrideva, io no cazzo. Era una forbice. Io non avrei riso per niente al mondo.
A -No, che cazzo vuoi fare con quella!-mi agitavo nel letto sentendolo sbattere sul muro e mossi i polsi cercando di liberarmi ma erano troppo stretti uno all'altro. Mi dimenai con le gambe ma lui andò a prendere delle canottiere da un altro cassetto. Ne prese due in mano. Posò la forbice per terra e si concentrò su quelle canottiere. Mi prese una caviglia e me la legò alla fino del letto alla sinistra e l'altra alla destra.
Ero immobile ora. Non mi potevo muovere. Era bruttissimo essere impotente davanti a lui. Prese la forbice e me la mostrò aprendola e chiudendola velocemente e sorridendo a me. Io iniziai a piangere ininterrottamente e pregandolo di non fare niente. Lui si avvicinò e si mise a cavalcioni su di me. Mi baciò mordendomi il labbro e tirandolo facendomi uscire sangue. Nel frattempo che mi baciava sentivo la forbice che iniziava a tagliare la maglietta che indossavo e lì piansi tantissimo che il sapore salato delle lacrime poteva sentirlo anche lui. Mi tagliò a metà la meglia e me la strappò di dosse lasciandomi in intimo. Poi con l'altra mano andò nella mia schiena e mi sganciò il reggiseno grigio.
Lo prese tagliando le spalline affinché me lo tolse e lesse l'etichetta.
Alex -Beh, per la tua età non è male avere una 3b, ma sai vedendoti forse è solo grasso-mettendosi e ridere.
Io non ce la facevo più e risposi a tono.
A -Allora visto che sono troppo grossa per te lasciami andare e lasciami in pace. Ti giuro che non dico niente-.
Alex -Oh, ma tu credi che sia questo?- accarezzandomi la guancia con un dito-oh, no piccola tutto questo è per tuo fratello. Quindi la colpa dalla solo a lui. E ora rilassati-.
Il mio sguardo marrone scuro era concentrato sui suoi nocciola. Non avevo mai odiato così tanto una persona in tutta la mia vita apparte i miei genitori vecchi, se così si possono definire.
Mi tagliò anche le mutandine e così eravamo nudi uno davanti all'altro.
Prese la sua lunghezza e la mise alla mia entrata. Una sua mano era stretta sul mio seno destro e l'altra mano era sulla testiera del letto. Con un colpo veloce e rude entrò in me facendomi gridare e lui portare la testa all'indietro, con la bocca aperta e gli occhi chiusi. Era rude e violento. Spingeva molto forte. Da piano andò sempre più veloce. Continuò così facendomi gridare, piangere e torturarmi per chissà quanto finché lui non capii che stava per venire. Così uscì da me e mi avvicinò il suo sesso alla mia bocca. Io chiusi gli occhi e serrai la bocca ma lui mollò il mio seno per aprirmi la bocca e usò tanta forza che riuscì a farmela aprire e me lo mise in bocca. Andava avanti e indietro col bacino, mentre io ero ferma ad essere impotente. Quando venne sentii un liquido caldo di un sapore strano in bocca. Ero quasi incosciente e non muovevo niente da quanto male mi aveva fatto.
Poi mi diede un bacio a stampo e mi slegò le gambe. Pensai cbe la tortura fosse finita ma non era così. Mi girò e mi legò al contrario. Ora ero evidentemente a novanta e mi tenni pronta per farmi inculare dalla testa di cazzo. Ormai non poteva più fare niente. Abbassai la testa e vidi del sangue sulle coperte. Piansi. Ma alzai subito la testa all'indietro perché mi penetrò da dietro con molta forza. Gridai più forte di prima e lui iniziò ad andare sempre più forte e più forte. Mi stava dividendo in due.
Poi quando venne stette dentro di me ancora. Evidentemente sfinito di sdraiò su di me. La mia schiena era a contatto con il suo torace. Era ancora dentro e non aspettavo altro che uscisse, ma con la sveglia accanto al letto vidi che stette in quella posizione per 5 minuti.
Dopo uscì e mi slegò prima le gambe, poi i polsi. Mi buttò un paio di mutandine, un reggiseno, una maglietta e dei pantaloni puliti.
Poi mi prese a mo' di sposa, mi preparai che mi bittasse a terra ma invece mi mise sulla poltrona. Prese le lenzuola con le federe e tutto e mise tutto a lavare in lavatrice. Mi vestii facendomi male dappertutto. Piansi per così tanto tempo che non sapevo quanto. Poi ritornò in camera si vestì anche lui e poi mi prese in braccio e mi mise sul letto fatto con coperte nuove.
Mi diede un bacio sulla fronte che ritenevo dolcissimo anche se era stato dato da lui. Chiusi gli occhi e il calore che avevo difianco quando c'era lui, sparì. Lo sentii allo stipite della porta e vidi solcare una lacrima sul suo volto.
Come poteva piangere lui se il male lo avevo avuto io! Non dissi niente solo mi rannicchiai di più in me stessa, dopo aver sentito la porta principale della casa chiudersi dolcemente.

Pov's Niall

Potevo vedere e sentire Anna piangere affianco a me. Stava dormendo molto dolcemente prima, ma ad un tratto si mise a piangere silenziosamente.
Così mi girai e la presi da dietro avvicinandola a me e svegliandola.
N -Amore, perché piangi?-.
A-Ho fatto un incubo, niente di ché-.
N - Dai è solo un sogno tranquilla ci sono qui io adesso- baciandola.
A -Ok adesso smetto- disse tirandosi sui gomiti e asciugandosi le lacrime che solcavano il suo bellissimo viso.
La baciai ancora e lei sorrise.
Ritornammo a dormire e non la sentii più piangere tutta la notte.

-Spazio Autrice

Ciaooooo come state? Beh senza dire niente sulla storia vorrei scrivere tre storie che amo e che spero aggiornino presto.♡

- Insegnami ad amare [h.s.] di my_peterpan

-Hope - la speranza non conosce paura di AnimaScrittrice

-I can't love you...but I will do it di laurafantauzzi

Grazie per tutto♡
E votate e commentate se volete♡
Scusate per gli eventuali errori

Anna♡

Ready To Run // Niall Horan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora