Capitolo 3

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Nella foto: Amber

"Dai, vai a suonare a Isabel." dico a Jason.
"Cosa? No! Perché io?" risponde il mio amico sulla difensiva.
"Qualcuno la dovrà pur avvisare del nostro arrivo!" ribatto io.
"E allora avvisala tu!" risponde però lui infastidito mentre incrocia le braccia al petto.
Sbuffo e scendo dalla macchina, sbattendo la portiera per sottolineare il mio fastidio. So quanto ci tiene alla macchina e sicuramente lo avrò infastidito. Bene, era proprio il mio obiettivo.
Alla fine siamo arrivati alle sette e mezza perché Jason mi è arrivato a prendere prima.
Mi avvicino ai citofoni e cerco il cognome "Barry". Quando lo trovo, suono.
Una voce maschile e assonnata mi risponde:"Chi é?"
"Sto cercando Isabel..." rispondo lasciando la frase in sospeso.
"ISABEEEEEEL!" urla la voce che mi ha risposto. Dopo un attimo di silenzio mi risponde Isabel con tono mortificato:"Scusa, era mio fratello."
"Siamo venuti in anticipo, scusaci tu." mi affretto a rispondere io.
"Fa niente, volete entrare?" mi domanda lei cambiando argomento.
"Si, volentieri." ottima scusa per vedere la bambina, penso in tanto tra me. Sono così curiosaaa!!!
"Okay, secondo piano."
La serratura della porta scatta e io vado a chiamare Jason. Lui abbassa il finestrino con un'espressione tra l'arrabbiato e l'impazienza:"Quindi?"
Probabilmente non vede l'ora di vedere Isabel, ma credo anche sia arrabbiato con me per la portiera della sua amata macchina che poco fa ho sbattuto con molta grazia.
"Ci ha invitati a salire. Io ho accettato, così vediamo anche la bimba. Se tu, razza di scorbutico, vuoi star qui a fare il cane da guardia alla macchina, ce ne faremo una ragione." rispondo con arroganza e con un'espressione probabilmente idiota stampata in viso.
Lui sorride e scende dalla macchina, la chiude con il telecomando e insieme entriamo nel condominio.
Al secondo piano vediamo che la prima porta a sinistra è spalancata.
Ci avviciniamo e sentiamo la voce di una bambina, poi quella di Isabel. Busso piano sulla porta spalancata e dal corridoi appare Isabel.
"Ehi ciao! Entrate pure e scusate il disordine, ma mio fratello è un disastro..."
Per terra c'è di tutto: due paia di scarpe, delle t-shirt, dei pantaloni, delle felpe... Sembrerebbe essere un tappeto di vestiti!
Dietro di lei arriva un ragazzo, suo fratello, con un'espressione assonnata:"Che volete? Cos'ho fatto? Perché mi avete nominato?"
Isabel alza gli occhi al cielo fingendosi spazientita, ma vedo un leggero sorriso sulle sue labbra.
James indossa un paio di jeans neri e logori, una t-shirt grigia e ha i capelli arruffati, come se si fosse appena alzato da letto. Sua sorella inveve è pettinata e truccata, indossa un top nero, dei jeans attillati e i tacchi neri. Sembra una modella... è bellissima.
Ripenso a come sono vestita, in confronto a lei sempre una barbona. Indosso una maglietta più grande di me, dei jeans grigi e strappati, un paio di converse alte nere, sono leggermente truccata (giusto un po' di mascara e un po' di fondotinta) e i miei capelli non sono per niente pettinati.
Pure Jason è vestito meglio di me! Ed indossa solo un paio di jeans, una t-shirt bianca e un paio di scarpe da ginnastica!
Sono. Un. Totale. Dilemma.
All'improvviso vedo una bimba che gattona nel corridoio. È piccina e carinissima, con un enorme e radioso sorriso e due grandi occhi luminosi.
Mi avvicino e la prendo in braccio, è più forte di me, non posso non coccolarla! È così carina... stupenda!
Ha il viso pieno di lentiggini, i pochi capelli che ha sono ramati e i suoi occhi sono verdi. Verdi come smeraldi. Sono luminosi, vivaci, innocenti, ingenui, sbarazzini, spensierati...
La stringo affettuosamente tra le mie braccia e lei affonda la testa nella mia spalla.
Isabel sorride orgogliosa:"Le piaci. Ti ha approvata."
Sorrido anch'io e la cullo leggermente.
"Isabel, è meglio che vai prima che mi penta di aver accettato di tenere la bambina." dice James sbadigliando.
Lei sorride ed annuisce.
Ma io, senza nemmeno pensare (come al solito del resto), intervengo allegramente dicendo:"Posso prendermi cura io della bimba."
Mi pento subito di ciò che ho detto: tre paia di occhi sono puntati addosso a me.
James mi guarda perplesso ma al tempo stesso tentato dalla mia offerta, Jason mi guarda dubbioso e contrariato e Isabel mi osserva come se fossi un'aliena. L'unica a comportarsi come se nulla fosse, è la bimba che tengo tra le braccia.
Per fortuna l'espressione di Isabel si addolcisce e mi tira fuori da questa situazione imbarazzante:"Non ti preoccupare, ci pensa mio fratello..."
"Comunque non é un problema..." sussurro io con il viso in fiamme.
"Amber ama i bambini." interviene Jason:"Fin da quando la conosco, lei si prende cura dei bambini più piccoli."
Isabel sospira dubbiosa:"Per me non ci sono problemi, credo che in più fai un favore a mio fratello."
"Eccome, quella peste con me diventa Satana in persona. Magari con te, che per lei sei una persona nuova, è più tranquilla. Ma non penso..." interviene il fratello di Isabel, annuendo soddisfatto.
Isabel:"Ma mi dispiace così tanto lasciarti qui..."
"Me la caveró." rispondo io. Questa in più è un'ottima scusa per lasciare da soli Jason e Isabel. Infatti, il mio amico che se ne è accorto, mi lincia con lo sguardo, ma io sorrido innocentemente.
"Non ti preoccupare Isabel! A me non piace nemmeno poi tanto partecipare alle feste, preferisco starne fuori! Di solito è Jason a trascinarmici!" sdrammatizzo io.
Ci salutano ed escono dall'appartamento, lasciandomi sola con la bambina e con James.
Il ragazzo si stende sul divano:"Mh... Douglas, ti avviso che non facciamo risarcimenti danni mentali causati da quella piccola e malefica creatura che tieni in braccio. È una serpe dal doppio volto."
Wow, sa il mio cognome. Non presto attenzione alle sue altre parole, ma penso solo al fatto che conosce il mio cognome. Sono totalmente distratta dalla sua voce bassa e profonda da non rendermi conto che, probabilmente, la mia espressione è molto strana fino a quando lui non aggrotta le sopracciglia e mi domanda:"Che c'è?"
"No, niente..."
La sua espressione torna normale:"Sai, ho sentito dire che anche te sei una bella combina guai."
"Mh, forse." rispondo tornando in me.
Lui ridacchia:"E come mai? Che combini di bello?"
Mi stringo nelle spalle e rispondo:"In media arrivo tardi a scuola e rispondo ai professori, non faccio i compiti e dico sempre quello che penso senza mezzi termini, sono una persona schietta. Il mio carattere spesso infastidisce e allontana gli altri."
Non dice nient'altro e si rilassa ancora di più sul divano, chiudendo gli occhi.
Ad un certo punto, Amelia si mette a piangere. Anche James piagnucola mentre si alza:"Questa bambina è insopportabile quasi quanto la madre... Quasi."
"Ma che ha?" domando cercando di farla smettere.
"Fame..." borbotta lui:"Ha sempre fame. Ci sveglia a qualsiasi ora della notte con i suoi pianti e durante il giorno ci chiama in continuazione. Guarda, quasi quasi rimpiango quando Isabel era solo incinta. Anche se era parecchio rompi palle, i doloro di qua, i dolori di là... Ma almeno la notte stava zitta e dormiva."
Lo seguo in cucina e intanto cerco di tranquillizzare Amelia, tenendola stretta a me.
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