Capitolo 11

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Mi sveglio che ormai é già mattina e il sole illumina la stanza.
Seduto per terra, a fianco a me, c'é ancora James e mi tiene ancora la mano. Peró addosso ha una coperta che probabilmente gli é stata messa dopo che si é addormentato da Isabel o da Jason.
Mi metto su un fianco e lo guardo. Ha la testa appoggiata sul braccio che a sua volta é appoggiato sul materasso. La sua mano sinistra é intrecciata con la mia mano destra.
Non é in una posizione molto comoda, ma dorme beato come un bambino. É così carino...
Lentamente apre gli occhi e mi osserva. Dopo qualche secondo si alza e si stiracchia.
"Come stai? Come stai veramente?" mi domanda. Il suo sguardo é determinato ed é come se riuscisse a leggere ogni mio pensiero e ogni mio stato d'animo.
"Ho paura." rispondo con sincerità. Non mi ero mai esposta così tanto prima con qualcuno al di fuori di Jason.
La porta si apre e sulla soglia appare Jason.
Mi guarda e sorride lievemente:"Principessa, é pronta la colazione. Vieni?"
"A dir la verità non ho molta fame..."
"O vieni i vieni. Non ti permetteró di saltare i pasti." dice avvicinandosi a me.
Ho lo stomaco chiuso e non ho fame, ma Jason mi prende in braccio e mi porta in cucina. Mi siedo a tavola vicino a Isabel e di fronte a me si siede James.
"Ehi tesoro, dormito bene?" mi domanda Isabel appoggiandomi una mano sulla spalla.
Guardo con la coda dell'occhio James e annuisco. É stato merito suo se ho dormito bene.

"Jason."
"Dimmi?" mi risponde subito Jason.
"Come faremo con mio padre? La polizia l'ha trovato?" gli domando preoccupata.
Sono seduta sul divano, ormai é pomeriggio e siamo rimasti solo io e Jason.
Mi si avvicina e mi prende il viso tra le mani:"Non l'hanno ancora preso, ma ti prometto che staró vicino a te e ti difenderó da lui."
"É diventato molto più forte, cerca vendetta per il naso che gli hai rotto e per l'umiliazione subita... Jason, e se ti fa del male?" gli domanda con la voce spezzata.
Sorride leggermente:"Non ti preoccupare per me, preoccupati di te stessa."
"Jason, io..."
"Shhh..." mi interrompe lui e poi mi abbraccia.

Sono sdraiata sul letto e aspetto di addormentarmi, ma ho paura e non vi riesco.
Sono in camera di Jason, e lui é in quella dei suoi genitori, peró non voglio andarlo a disturbare. Ha bisogno di riposarsi.
All'improvviso qualcuno bussa alla porta.
Io scatto in piedi e corro verso la porta. Chi puó mai essere a mezzanotte passata?
All'imporvviso vedo la faccia di mio padre e mi blocco davanti alla porta. E se fosse lui?
La persona al di là della porta bussa ancota.
Prendo lentamente coraggio e domando:"Chi é?"
Parlo così a bassa voce che ho paura che non mi abbia sentito. Io spero di si, perché non so se avró il coraggio di parlare ancora.
Smetto di respirare e rimango in allerta.
"Sono io, James." risponde lui dall'altra parte.
Mi rilasso e ricomincio a respirare.
Apro la porta e lui mi sorride, poi entra.
"Volevo sapere come stai." mi informa lui.
Io richiudo la porta e gli rispondo:"Non sto bene..."
"Non riesci a dormire, vero?" mi domanda lui.
Lo osservo, come ha fatto a capirlo?
"Esatto..."
"E Jason? Dorme?"
Annuisco.
"Vuoi un pò di compagnia?" mi domanda ancora.
Senza nemmeno pensarci annuisco.
Lui sorride e si siede sul divano. Io accendo il televisore con il volume al minimo e mi siedo a fianco a lui.
"Come stanno Isabel e Amelia?" gli domando io dopo un pò.
"Isabel é preoccupata per te. Amelia sta bene come sempre."
Rimaniamo ancora un pò in silenzio e poi lui mi domanda:"Ma cos'é successo con tuo padre?"
Esito.
Ho bisogno di parlare con qualcuno oltre che con Jason. Ma ho anche bisogno di non dire a parole ció che mi é successo.
"Mio padre é sempre stato un violento, sia con me che con mia madre..."
Mi blocco e gli occhi mi si riempiono di lacrime a causa dei ricordi.
"A volte mio padre spariva per mesi e mia madre lo riprendeva a casa quando tornava. Jason mi é sempre stato vicino e mi ha trovato una casetta nel bosco. Ogni volta che mio padre tornava andavo in quella casetta nel bosco con Jason. Lui nel corso degli anni é diventato più forte per me, per proteggermi e l'anno scorso ha pestato mio padre e gli ha rotto il naso... E poi mio padre é tornato qualche giorno fa..."
Mi blocco per qualche secondo e le lacrime scendono impetuose lungo le mie guance.
James mi appoggia le mani sulle guance e con i pollici me le asciuga.
Gli faccio un debole sorrido tremante e poi appoggio la testa sul suo petto.
Sento il battito regolare del suo cuore e il calore che emana il suo corpo. E lui mi accarezza i capelli.
Sospiro e lentamente gli racconto di quando ho incontrato mio padre quando é tornato e che cosa é successo nel bosco.
Quando ho finito mi stringe forte tra le sue braccia e mi sussurra:"Io ti aiuteró."
Non so il perché, ma tra le sue braccia mi sento al sicuro, protetta. Non mi sono mai sentita così, nemmeno con Jason.
Chiudo gli occhi e mi addormento.
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