"Pronto?" rispondo quasi in un sussurro.
"Ciao amore, ti prego vienimi a prendere. Mi hanno fatta uscire."
La riconosco, é mia madre.
Sospiro, non mi ha nemmeno chiesto come sto.
"Scordatelo." rispondo arrabbiata.
"Ma sono tua madre!" dice lei.
"Solo quando ti fa comodo!" ribatto io arrabbiata.
Sto per riattaccare, ma lei mi precede e io metto via il cellulare in tasca.
Devo tornare come prima. Insensibile a tutto il dolore provocato dal mondo esterno. Ormai sono crollata, é arrivato il momento di rialzarsi e dovró diventare più forte di prima. Sarà dura, ma ci dovró riuscire.
Ma perché devo sempre distruggere tutto? É di certo colpa mia se tutto ció che c'era tra me e James é terminato... É sempre colpa mia quando succede qualcosa di brutto a chi mi sta vicino. Ma ora besta, l'unica persona di cui mi fideró d'ora in poi saró solo io. Mi allontaneró da tutti, così non soffriró più. Prenderó le distanze anche da Jason, nonstante lui mi sia stato vicino anche nei momenti più drammatici della mia vita. Ma adesso non voglio che per colpa mia rovini il rapporto che ha con Isabel. Ho rovinato fin troppe vite, ora basta.
Le lacrime scendono incessantemente lungo le guance e io non riesco più nemmeno a reggermi in piedi. Crollo sulle ginocchia e inizio a prendere a pugni il pavimento. Prima lentamente, poi sempre più velocemente, finché le mani non iniziano a farmi male. Allora apro i pugni e appoggio le mani a terra. Le lacrime cadono sull'asfalto.
Ho tanto freddo e l'aria gelida mi penetra nelle ossa.
Dei cumuli di neve sono depositati contro i muri delle case e per strada non c'é nessuno. Sicuramente saranno quasi tutti al calduccio nelle loro case con una famiglia amorevole. E io? Non ho una casa, non ho una famiglia amorevole, non ho niente. É tutta colpa mia! Mio padre aveva ragione su una cosa, sono come lui. E come lui rovino sempre tutto.
Mi rimetto in piedi e inizio a camminare senza meta.
Mi asciugo le lacrime, devo smetterla di piangere. Piangere non risolverà un bel niente.
Dopo una mezz'ora mi ritrovo davanti a casa mia, sempre se posso considerarla tale. É da quando sto da Jason che non vengo più qui. Forse é il momento di tornarci, anche se probabilmente ci sarà anche mia madre.
Mi incammino verso la casa di Jason, devo recuperare la mia roba.
Mi sento uno straccio. Mi sembra di avere un buco nello stomaco, ma non ho fame.
"Ehi! Ciao Amber!"
Mi giro di scatto e vedo Leo che sventola la mano in aria per salutarmi. Mi raggiunge e mi chiede:"Tutto bene?"
"Cosa vuoi?" gli domando.
"Vedo che sei di ottimo umore, cosa ti é successo?"
"Sentimi, non ho voglia di discutere!" ribatto io. Sono stanca, non voglio più avere contatti con nessuno.
"Posso sapere il motivo di tale tristezza?" mi domanda cingendomi le spalle con un braccio. Mi allontano subito e rispondo:"Stammi alla larga, non ti sopporto più!"
Gli occhi mi bruciano, faccio fatica a trattenere le lacrime. Continuo a vedere l'immagine di James e sto sempre peggio.
All'improvviso Leo mi solleva e mi mette in spalla, come se fossi un sacco di patate.
Inizio a urlare, scalciare e tirare pugni, finché non mi butta in una montagna di neve.
"Cazzo, ma sei scemo!"
Mi alzo il più rapidamente possibile e appena lo raggiungo lo spingo. Lui indietreggia ridendo e, non so il motivo, mi metto a ridere anch'io.
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È difficile ma non impossibile
De Todo-"Ah, bene. Quindi devo ingelosirmi?" mi domanda con un sopracciglio alzato. "Mh... forse..." rispondo io scherzando. Lui scoppia a ridere e, quando torna serio, dice:"Lotterò per te allora." Io sorrido e gli stampo un bacio sulle labbra. "James, gr...