Capitolo 20

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"Quindi? Com'é andata? Come hanno reagito?" domando io con curiosità.
"Calma, una domanda per volta." risponde Jason, poi aggiunge:"I miei sono felici ma al tempo stesso preoccupati. Dicono sia troppo presto per una convivenza, soprattutto per il fatto che c'é di mezzo pure Amelia. Comunque hanno detto che non si intrometteranno. Sono maggiorenne e loro si fidano di me. Quindi non mi posso lamentare. É andato tutto bene."
"Evvai! Quando andrete a convivere insieme?" gli domando mentre do un morso alla mia mela.
Rimane un attimo in silenzio e poi dice:"Tu dove andrai a vivere poi?"
"Ah, non ti preoccupare. Non devo essere io a impedirvi di convivere. Mi arrangeró. Cercheró un lavoro e un appartamneto." rispondo io.
"D'accordo. Quando trocerai un lavoro e un appartamento io, Isabel e Amelia andremo a convivere."
"Ma io non voglio essere ció che vi blocca per convivere. Non voglio essere un problema."
"Principessa, tu non sei un problema." mi risponde Jason con un dolce sorriso.
"Se non fosse per me, voi convivereste di già?" gli domando io.
Lui tace e abbassa la testa.
"Ecco, sono IO il problema."
"No, Amber. Non potresti mai essere il problema..."
"Ah si, certo. Peró lo sono e tu non puoi cambiare le cose." rispondo io.
Non so il motivo, ma sono arrabbiata. Perché? Forse perché mi ritengono un problema... Ma perché mi arrabbio se effettivamente sono un problema? Non lo so...
Finisco la mela e getto il torsolo nella pattumiera, poi vado a farmi una passeggiata.
Mentre cammino una macchina abbastanza familiare mi si affianca.
"Ehi meraviglia, cos'hai? Vuoi un passaggio?" mi domanda Leo sorridente.
"Ho un problema e no, non voglio un passaggio. Grazie."
Accelero il passo, ma lui mi sta a fianco con la macchina.
"Che problema puó avere una fanciulla come te?"
"Bé, adesso ne ho due di problemi. E uno dei due sei TU!" esclamo io e lui scoppia a ridere.
Mi supera, si sporge sul sedile del passeggero, spalanca la portiera e so ferma di colpo. E io, con i riflessi che mi ritrovo, vado a sbattere contro essa.
"Ahi!" esclamo io.
Lui ride ancora più forte e poi dice:"Monta su, dai."
"Vaffanculo!" esclamo io arrabbiata.
Lo supero e lui mi insegue fino a quando la portiera mi finisce sul sedere.
"Ma lo stai facendo apposta?!?" urlo io e lui scoppia a ridere, ancora.
Giro intorno alla macchina e spalanco la portiera del guidatore. Lui mi guarda sorridendo e io gli tiro uno schiaffo. Ma lui mi blocca il polso a mezz'aria.
Lo guardo male. Mi lascia il polso e mette le sue mani sui miei fianchi. Mi sto per allontanare ma lui mi solleva e mi appoggia sulle sue gambe. Poi mi fa scivolare sul sedile del passeggero e velocemente si sporge su di me per chiuedere la portiera. Poi chiude la sua portiera e parte.
Io cerco di aprire la mia portiera per uscire, ma la ha bloccata.
"Leo! Sbloccala SUBITO!" urlo io e inizio a prendere a pugni il cruscotto.
"Ehi, ehi, stai calma!" esclama mettendo il braccio destro sul cruscotto per ripararlo dai pugni e intanto tiene gli occhi fissi sulla strada.
"Lasciami scendere! Stupido! Cretino! Imbecille! Fammi scendere!!!" urlo io e risponde:"Ti conviene non offendermi, potrei molestarti o che so io."
Mi tappo la bocca e lo guardo con gli occhi sgranati.
Lui distoglie un attimo lo sguardo dalla strada per guardarmi e poi scoppia a ridere.
"Stupido!" dico tirandogli un leggero pugno sulla spalla destra.
Lui fa sbandare la macchina e io mi spavento da morire.
"Cristo ma sei proprio coglione! Mi hai terrorizzata!" esclamo io.
Lui ride. La sua risata é contagiosa e inizio a ridere anch'io.
"Visto? Ti ho fatta ridere!" esclama sbattendo i palmi delle mani sul volante.
Accende la radio e parte "On my own" degli Ashes Remain. Alzo il volume e inizio a cantare. Leo sorride e segue il mio esempio e inisieme, stonati come delle campane, cantiamo a squarciagola.
Alla fine della canzone ridiamo come due imbecilli.
Leo parcheggia la macchina nel parcheggio del supermercato e guardandomi dice:"Visto? É stato così brutto questo giro in macchina?"
Prima che io possa rispondergli sento dei colpi sul finestrino dalla mia parte. Mi volto e vedo James.
Spalanco la portiera e scendo per dargli un bacio a stampo. Lui sorride e cingendomi la vita ricambia il bacio.
Quando ci stacchiamo fulmina con lo sguardo Leo, e anche Leo lo guarda male.
"Emm... Leo, grazie, ora vado. Ciao." intervengo io. Prendo per mano James e insieme ci allontaniamo.
"Che é successo?" mi domanda guardando dritto davanti a sé.
"Sono uscita per prendere una boccata d'aria e lo ho incontrato. Mi ha obbligata a salire in macchina, ma non é stato tanto male..."
Lui annuisce e poi guardandomi dice:"E a te cos'é successo? Ti vedo un pò giù..."
"Sono un problema per Jason e Isabel. Loro non inizieranno a convivere finché io non avró trovato un posto dove stare, ma prima ho bisogno di un lavoro... Mi sento un pò in colpa."
Lui sorride e mi cinge le spalle con un braccio:"Piccola, vieni a stare da me. Sempre se vuoi."
Mi stringo di più a lui e con un enorme sorriso dico:"Certo che voglio."
"Fantastico, se vuoi posso anche chiedere al mio capo se ha un posto di lavoro per te."
"Oddio, grazie!" esclamo io abbracciandolo forte.
Sono felicissima, queste sono ottime notizie.
Ci scambiamo un tenero bacio e ricominciamo a camminare.
*----*
Allora? Vi piace?❤❤❤

È difficile ma non impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora