Capitolo 30

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"Quindi? Vuoi dirmi ció che é successo?" mi domanda quando smettiamo di ridere.
"Niente di che, solite cose..." minimizzo io.
"Certo, e una persona ovviamente piange per niente." risponde lui.
"Non stavo piangendo." rispondo io, anche se non é vero.
"Come no, hai gli occhi arrossati e gonfi." ribatte lui.
Io abbasso la testa e non rispondo.
"Ho capito, non vuoi parlarne. Allora dimmi, dove stai andando di bello?"
"A casa di Jason." rispondo io a bassa voce.
"Ti accompagno."
"Cosa?"
"Ti accompagno, ho la macchina parcheggiata qui vicino." risponde lui sorridendo.
"Non c'é bisogno." ribatto io.
"Eddai, non pensi che sia più comodo, veloce e caldo andare in macchina che a piedi?" domanda lui.
Effettivamente ha ragione, quindi accetto il passaggio e lo seguo fino alla macchina parcheggiata a qualche metro di distanza.
Apro la portiera dal lato del passeggero e salgo, intanto Leo sale dalla parte del guidatore.
Gli dico dove abita Jason e dopo una decina di minuti posteggia davanti alla casa del mio migliore amico.
"Rimani qui o poi devi uscire?" mi domanda quando apro la portiera.
"Cosa ti interessa?" risondo io acida, ma capisco che ci é rimasto male, e mi sento una merda.
"Scusa... devo solo prendere delle cose, poi me ne vado."
"Fantastico, io ti aspetto qui e poi ti porto a fare un bel giretto, così magari torni di buon'umore!" esclama lui sorridendo.
"Grazie..." sussurro io scendendo dalla macchina e chiudendo la portiera.
Suono al citofono e dopo poco la madre di Jason mi apre.
"Ciao tesoro, Jason é uscito qualche minuto fa..." mi dice lei appena entro.
Non riesco nemmeno a fingere un sorriso, e a bassa voce rispondo:"Fa niente, sono venuta solo per prendere delle cose."
Entro nella stanza di Jason, prendo il mio zaino e una sacca e ci butto dentro tutte le mie cose. Poi scappo via, non voglio vedere Jason. Ho fatto fatica anche solo a parlare con sua madre, figuariamoci con lui stesso.
Salgo velocemente in macchina e butto il mio zaino e la sacca nei sedili posteriori.
"Hai litigato con James?" mi domanda Leo mettendo in moto la macchina.
"Cosa?! E tu come lo sai?!" domando io arrabbiata.
"Ho sparato a caso e tu mi hai appena risposto. Sei così triste che ho pensato che deve essere successo qualcosa di grave. E poi ho pensato che ci fosse di mezzo il tuo amatissimo James. Quindi..."
"Leo, basta!" esclamo io piangendo. Mi fa ancora malissimo ció che é successo con James. Appoggio la fronte sul finestrino e guardo fuori mentre le lacrime mi bagnano il viso.
"Amber, che é successo?"
"Perché dovrei dirtelo? So così poco su di te... Tu sei praticamente uno sconosciuto, non dovrei nemmeno essere qui in macchina con te, quindi non vedo il motivo per il quale dovrei dirti ció che é successo!" esclamo io con un turbine confusi di emozioni dentro di me.
"E allora perché sei qui con me?" mi domanda lui.
"Non lo so! ...non lo so..." rispondo io calmandomi.
"Vi siete lasciati."
Annuisco lentamente.
"Leo... tua cugina sarebbe capace di far lasciare due persone?" domando a bassa voce.
"Pensi che ci sia dietro lei?"
Sospiro ed annuisco. Ho bisogno di sapere.
"Cosa te lo fa pensare?" mi domanda tenendo gli occhi sulla strada.
"Li ho visti parlare da soli durante l'intervallo. Quando hanno finito Ingrid ha sorriso e se ne é andata. James non é riuscito nemmeno a guardarmi negli occhi e mi ha ignorata. Quando poi ci ho parlato mi ha detto... mi ha detto... che devo stargli lontana..." dire ad alta voce ció che é successo mi fa male, mi fa sembrare tutto più reale.
"Forse hai ragione, forse é colpa di mia cugina." risponde lui.
"Devo chiarire questa situazione, devo parlare ancora con James..."
"Tieni così tanto a lui?" mi domanda Leo e io senza esitazione annuisco.
*----*
Cosa ne pensate?

È difficile ma non impossibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora