"You could have anyone you want, why would you want to be with me? I'm nothing special"
Fermata. Milano. E adesso? Margherita non sa dove cercarlo. Che ci fa lì allora? Quali erano le sue intenzioni quando è salita su quel treno? Passi. Si siede. Un respiro, un altro, riprendere il controllo. Pensieri. Può aspettarlo lì, d'altronde anche lui dovrà tornare a Monza, o può tentare la sorte e girare per Milano finché non incontrerà nuovamente il suo sorriso. Margherita non ama i rischi, Margherita non crede nel destino. Eppure questa volta spera di sbagliarsi. Margherita non spera in qualcosa da parecchio tempo. Non le è mai sembrato così complicato fare un passo. Il treno di Matteo arriva in stazione in quell'istante ma Margherita non può saperlo, Margherita con lo sguardo basso non può vederlo. Il destino sembra giocare con le azioni dei due ragazzi. Matteo la vede, riconosce quei capelli, quell'andatura. Le corre incontro. Scontri. Rumori. Margherita sembra non accorgersi di nulla, continua a camminare mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento. "Che ci fai qui, Margherita?". La ragazza sussulta per lo spavento. Riconosce la sua voce. Si volta nella sua direzione. "Sono scesa alla prima fermata e ho preso il primo treno per Milano. Volevo scusarmi con te e darti questo" dice velocemente, tutto d'un fiato, la frase che aveva ripetuto svariate volte nella sua mente immaginando la conversazione con il moro. Un foglietto. Le sue mani tremano. "Cercavi me, quindi?". Matteo si perde ad osservare le guance arrossate di Margherita e i suoi numerosi tentativi per nascondere quella spontanea e incontrollabile reazione. Margherita è vergogna che porta a sfuggire, imbarazzo che porta ad arrossire. "Sei stato comunque tu a trovarmi" sussurra in risposta ricomponendosi. "Quante probabilità c'erano che ci ritrovassimo qui?" le domanda sorridendo e riponendo il foglietto nella tasca del giubbotto. Margherita è sorpresa, Margherita non riesce a dire una parola. Occhi negli occhi. Sorriso. " Ti va se prendiamo un caffè? Ho ancora due ore libere prima dell'esame". Margherita si limita ad annuire seguendolo. "Perché eri alla stazione questa mattina? Questa volta voglio una risposta sincera". Panico. Mani tremanti. Gambe pesanti. Respiro affannato. Battito accelerato. "Sentivo il bisogno di allontanarmi da Monza" sospira osservando il volto sorridente di Matteo, immaginando che dopo la sua confessione il ragazzo cambierà espressione ma non è così, Matteo continua a sorridere. "Non hai un lavoro, vero?". Margherita fa cenno di no con il capo. Si siedono ad uno dei tavoli del bar della stazione. "Vuoi diventare una giornalista però". "Volevo, non rientra più nei miei piani". "E cosa rientra nei tuoi piani?". "Non parlo di me, ricordi?". "Va bene, allora parliamo di me. Cosa vuoi sapere?". "Perché ti sei avvicinato a me?". "Lo trovi così inusuale?". "Si se si tratta di me". "Perché sei venuta a cercarmi?". "Non puoi rispondere ad una domanda con un'altra domanda". "Si se hanno la stessa risposta". Questa volta è Margherita a sorridere. Margherita ripensa all'ultima volta che lo ha fatto, credeva di averlo dimenticato. "Allora anche Margherita ha un cuore" commenta il ragazzo prendendola in giro. "Prometto di non farlo più se dovrò sentire queste battutine". "Io prometto di non farne più, preferisco vederti sorridere". Ecco arrivarne un altro. "Cosa studi all'università?". "Sei davvero interessata a questo? Ti permetto di chiedermi qualsiasi cosa e tu mi chiedi cosa studio all'università". "Se sei qui è per questo, no? Io ti ho detto il mio motivo, voglio sapere il tuo". "Non è nulla di interessante". "Se lo studi lo è, almeno per te". "Economia e management". "Bene, hai ragione, non è nulla di interessante". Risate. "Tu vai ancora all'università?". "No, mi sono laureata due anni fa e come vedi non so ancora che fare della mia vita". "Io penso che tu debba soltanto ascoltare il tuo cuore, non lo fai abbastanza". "E tu cosa ne sai?". "Ho dovuto usare delle stupide battute per farti sorridere". "Non ha importanza, ormai mi sono rassegnata al fatto che rimarrà solo un sogno". "Se mi fossi rassegnato, non sarei un calciatore adesso. Io ti consiglio di riprovarci, almeno un'ultima volta, se è quello che vuoi davvero". "Perché non me l'hai detto prima?". "Cosa?". "Che sei un calciatore". "Non me lo hai chiesto". Sorrisi. "Perché l'università allora?". "Non mi piace essere una cosa sola". "Io non riesco ad essere nemmeno quello". "Tu sei Margherita, sei già una cosa sola". "Tu non mi conosci, Matteo". "Vorrei farlo". "Vorresti conoscermi?". "Si, se me lo permetti". "Io..., non lo so Matteo". "Non capisco cosa ti blocchi". "Penso di non essere fatta per questo". "Ti chiedo soltanto un'uscita e se non riesco a convincerti nemmeno con quella ti lascio libera". "Va bene". "Pensavo fosse più complicato convincerti". Sorriso. "Bene, adesso dovrei andare". Matteo si alza. "Allora ti chiamo" dice prima di allontanarsi e salutarla con un cenno della mano.
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Sorrisi||Matteo Pessina
Romance"Dicono che ti senti così Con un blocco alla gola E un pianoforte come spalla Eccoti qui Non vuoi deluderli Non vuoi deluderti Ma non passa il dolore che fa Lancia questo enorme cuore e portarlo altrove Dagli da bere Tienilo bene Lancialo nel mare p...