MATTEO, GIULIA

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"There's no hiding from your soulmate: they will find you, you will fall and they will stay"

"Stavo cercando Margherita". "Non è qui, ma puoi entrare comunque se vuoi aspettarla qui". Passo. "Sono Matteo". Mano. "Lo so già". Sorriso. Stretta. Imbarazzo. "Io sono Giulia, vivo con Margherita". "Non mi ha mai parlato di te". Giulia gli fa segno di seguirla. "Margherita non parla molto, soprattutto non della sua vita". "L'ho notato". "Mi ha parlato molto di te invece". "Davvero?". Giulia annuisce. Si siedono. "Che cosa ha detto?". "Che sei diverso, diverso da chiunque altro, specialmente da lei". "Anche lei lo è, nonostante non se ne renda conto". "Dovresti dirglielo, ha davvero bisogno di saperlo". "L'ho fatto ma è andata via". "Perché?". "Ha avuto un attacco di panico, era spaventata, mi ha detto che era la prima volta che le succedeva". "Non è la prima volta, Margherita sa benissimo ormai come gestirli e controllarli, è strano che non abbia saputo farlo davanti a te". "Ne ha già avuto uno?". "Matteo, non devo essere io a rispondere a queste domande, lei ha deciso di non parlartene, sono pur sempre la sua migliore amica". "Vorrei soltanto imparare a conoscerla meglio ma lei me lo impedisce". "Ha paura". "Di cosa?". "Di se stessa". Silenzio. Respiri. "Da quanto tempo vi conoscete?". "Da sette anni, il giorno esatto in cui ci siamo trasferite in questa casa". "Frequentavate la stessa università?". "No, semplicemente stessa città". "È sempre stata così?". "No, la Margherita di sette anni fa è molto diversa dalla Margherita di oggi". "Cosa è successo dopo l'università? So che ha abbondonato il sogno di diventare una giornalista". "La vita l'ha delusa e lei non è riuscita ad andare avanti, non del tutto. Gli attacchi di panico sono dovuti principalmente a questo, o almeno pensavo fosse così". Silenzio. Giulia si avvicina alla finestra, guarda la strada. Giulia sa che Matteo sta aspettando qualcuno che non arriverà. Giulia non sa dove si trovi Margherita. Giulia è preoccupata. Giulia è spaventata. Matteo si alza, lascia la stanza. Matteo cerca qualcosa, qualcosa di lei, qualcosa che parli di Margherita. Trova una foto. Una foto di una bambina. Una bambina dal sorriso contagioso. Una bambina che sorride con le labbra, con gli occhi, con il volto. Matteo si perde ad osservarla. Giulia entra nella stanza. "Matteo". Gli occhi di Giulia e di Matteo si incontrano. In qualche modo Matteo sa già quello che lei sta per dirgli. "Io non so dove sia, non è tornata a casa ieri sera e so che probabilmente non lo farà nemmeno oggi". "Hai provato a chiamarla?". "Non risponde e non lo farà, la conosco. Non è la prima volta che scompare". "L'ha fatto altre volte?". "Si, spesso sente il bisogno di allontanarsi da tutto, da questa casa, da questa città, anche da me". "Sai dove va di solito durante questi momenti?". "No, solitamente sta via per un giorno e quando torna non dice nulla, nulla sul perché non sia tornata a casa e non si sia fatta sentire, nulla su dove sia stata, su ciò che abbia fatto". "Non ne avete mai parlato?". "Soltanto una volta, il giorno in cui vi siete incontrati penso abbia avuto uno di quei momenti, è tornata a casa però". "Sono certo che lo farà anche questa volta". "Lo sono anch'io". Silenzio. "Immagino che sia inutile allora aspettare". Matteo fa per andarsene. Giulia lo ferma. "Ti chiedo soltanto di non farle del male e di non illuderla. Potrebbe essere la sua ultima possibilità per tornare a vivere". "Io voglio solo che torni a sorridere". Cenni. Porta. Corridoio. Margherita. "Margherita, va tutto bene?". Margherita non accenna un movimento, non accenna una risposta. Margherita ha perso. Margherita ha perso le forze. Margherita deve allontanarlo. Margherita è terrorizzata. Margherita ha il timore di frantumarsi nuovamente davanti ai suoi occhi. Matteo le parla. Continua ad ammassare parole su parole. Parole che non arrivano alle orecchie di Margherita. Parole e suoni annullati da battiti e pensieri. Parole che vorrebbe interrompere. "Matteo, tu non dovresti essere qui". "Perché, perché non dovrei essere qui?". "Perché noi due non dovremmo vederci più". "Se è per ciò che è successo ieri, non importa, o meglio non mi importerà finché tu non vorrai che lo faccia. Sono stato uno stupido, uno stupido a dirti tutte quelle cose, dopo soltanto quattro giorni, non volevo spaventarti, non volevo". "Non riesci proprio ad ammetterlo, eh?". "Cosa?". "Non riesci ad ammettere che in realtà il problema sia io, non tu, che quando un ragazzo ti dice di essere completamente se stesso quando è con te nessuno dovrebbe reagire con un attacco di panico". "Pensi che io veda questo di te?". "Cos'altro dovresti vedere?". "Dovrei vedere te, semplicemente te, non la persona che fingi di essere soltanto per allontanarmi". "Io non sono nessuno, Matteo. Margherita non esiste". "Allora non esiste nemmeno Matteo. Smettiamo entrambi di essere per un pomeriggio". "Non è un gioco, non è divertente". "Voglio soltanto provare a capirti, a conoscerti davvero. Non ho paura, non ho paura di ciò che potrei scoprire". Margherita è spiazzata. "Puoi accompagnarmi in uno posto?". Lo domanda senza pensare. Lo domanda agli occhi di Matteo. Lo domanda al cuore di Margherita. Lo domanda alle sue mani che tremano. Lo domanda abbassando lo sguardo. Lo domanda arrossendo. Lo domanda sorridendo. Lo domanda sospirando. "Certo". Margherita sussulta. Margherita sembra come risvegliarsi. Margherita fa un passo. Un passo verso Matteo.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora