NOTORIETÀ

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"'Cause I wanna, wanna, wanna want you, I need to, need to, need to need you. Put the TV on and flowers in a vase, lie your head. Let the light in"

Margherita è nella sua stanza. Margherita non ha fatto colazione. Margherita guarda fuori dalla finestra. Ha paura di muovere un passo. Tutti la stanno osservando. Tutti aspettano di vederla cadere. Qualcuno bussa alla porta. Margherita si drizza in piedi. Sopraffatta dai pensieri. Con il fiato spezzato. Con la vista offuscata. Si dirige all'ingresso. Esitazione. Maniglia. Matteo. "Ehi, tutto bene? Sono venuto appena ho potuto". Matteo è preoccupato. Margherita lo vede nei suoi occhi, nei suoi movimenti, nelle sue mani. Lo sente nella sua voce, nel suo respiro, nelle sue parole. Margherita non risponde. Si avvicina a Matteo. Si nasconde fra le sue braccia. Testa sulla spalla. Mani sulla schiena. "Io avrei dovuto evitare che accadesse, mi dispiace, non ci ho pensato". Margherita sorride. Non credeva di esserne capace. Sorridere tra i problemi, tra i casini, tra le ansie. Margherita è forte, lo è davvero. "Io sto bene, Matteo". Si allontana il tanto da poter osservare il suo viso. Matteo le sistema i capelli dietro le spalle. Fa un sorriso. Lo stesso del loro primo bacio. Lo stesso di cui Margherita conosce la forma. Lo stesso che Margherita non ha visto ma sentito. Sentito sulla pelle, sulle labbra, fra le fossette che ha ai lati della bocca. Margherita lo riconosce. Margherita vede e sente quel sorriso. "Ci si abitua mai?". Domanda allontanandosi. "A cosa?". Mani strette. Margherita lo guida dentro casa. "Ad essere continuamente osservati, a non potere mantenere la propria vita privata". Matteo si ferma. Pensa. Ragiona. "Io...non credo che sia possibile abituarsi, Marghe, ma...ma con il tempo, con un po' di tempo puoi imparare a controllarlo, a non dargli importanza. Soltanto io, soltanto tu, soltanto noi abbiamo davvero vissuto quei momenti, loro non possono appropriarsene". Divano. Posto. "Dovremmo dire o fare qualcosa?". Margherita non sa come comportarsi. Margherita non sa come stare a questo mondo. Margherita non sa rimanere in equilibrio con mille sguardi puntati su di lei. Allora cerca di sorreggersi. Allora prova a sostenersi. "No, in fondo mi hanno solamente preceduto, io avevo già in mente di chiederti se...volevo chiederti se quello che hanno immaginato potrebbe essere vero". Il battito accelera. Il respiro si affanna. Ma nessun attacco di panico. "Mi stai chiedendo se voglio essere la "tua nuova fidanzata", Matteo Pessina?". Imbarazzo. Sguardo basso. Risata. "Non dobbiamo necessariamente dargli un nome, mi basta viverlo e sapere che è ciò che vuoi anche tu". Braccia al collo. Matteo l'avvicina a sé. Gambe su gambe. Fronte a fronte. Bacio. "Mi piace starti accanto, Teo ". Margherita non può mostrarsi agli altri per ciò che è veramente. Ma con Matteo sente di essere, sente di esistere. Margherita non lascia alcun dettaglio di sé in giro. Ma ha posto il suo cuore di carta tra le gentili mani di Matteo. Margherita non lascia che qualcuno guardi nei suoi occhi. Ma gli occhi di Matteo l'hanno fatto, innumerevoli volte. Margherita non parla di sé. Eppure l'ha appena fatto a pochi centimetri dal viso di Matteo, ha appena ammesso ciò che prova. Margherita non sorride. Ma con Matteo è diverso. Ma Matteo è diverso. "Quasi dimenticavo, per la partita di sabato". Tasca. Biglietto. Da mano a mano. "Io non so se sia una buona idea adesso". Margherita lo stringe nervosamente fra le sue mani. Le sue mani che tremano. Le sue mani che hanno paura. Paura di tutto, o meglio paura di tutti. "Non capisco, Margherita, perché non dovrebbe esserlo?". "Tutti aspettano questo, Matteo, aspettano di vedermi a una tua partita o di vederci nuovamente insieme e lo sai bene, sai bene quanto sia difficoltoso per me stare al centro dell'attenzione". Mani nelle mani. Tocco. Un tocco che vuole sistemare. Un tocco che prova a tranquillizzare. "Soltanto noi, ricordi?". Matteo cerca i suoi occhi verdi. Quegli occhi con cui è abituato a parlare. Quegli occhi che non riescono a mentirgli. Quegli occhi che lo hanno fatto innamorare. "Non abbiamo nulla da nascondere, Marghe". Margherita annuisce nonostante i suoi dubbi, nonostante le sue ansie, nonostante le sue preoccupazioni. Margherita si concentra sugli aspetti positivi. Margherita spegne le voci nella sua mente. Per la prima volta ci riesce. Si lascia scappare un sorriso. "Che c'è?". "Che mi fai bene, fai bene alla mia mente, al mio cuore, al mio umore". Bacio sulla fronte. Carezza. "Anche tu, Marghe, anche tu. Mi fa bene sapere di avere qualcuno da cui andare, avere qualcosa oltre il calcio nella mia vita". Matteo e Margherita. Margherita e Matteo. Come ora. Come sempre. Uno sguardo, occhi negli occhi e fra le labbra un sorriso. Un sorriso che illumina il viso o che lo colora. Un sorriso pieno e spontaneo o trattenuto e imbarazzato. Un sorriso e occhi felici o un sorriso e guance rosse. Un sorriso di pieni denti o un sorriso con un solo angolo della bocca all'insù. Un sorriso alla Matteo Pessina o un sorriso alla Margherita Ferrari. Sorrisi che si guardano. Basta un sorriso per innamorarsi, basta un sorriso per parlarsi, basta un sorriso per amarsi . Matteo e Margherita lo sanno bene o forse lo hanno appena imparato. "È passato un mese da quando ci siamo conosciuti, lo sai?". "Da quando sei salita sul primo treno che passava in stazione pur di non lasciarmi il tuo numero vorrai dire". Matteo la corregge scherzosamente. Matteo fa lo stupido pur di non spegnere quel sorriso. "Eri pur sempre uno sconosciuto, Teo". "Hai ragione, bisogna essere sempre prudenti". Risate. Interrotte dall'ennesimo bacio che si scambiano. Margherita è completamente a suo agio. A suo agio seduta sulle gambe di Matteo con la testa poggiata allo schienale del divano e le mani sul volto di Teo. Margherita torna a vivere.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora