"Con le mie mani ho toccato la fine
Senza sapere chi c'era con me
Ho attraversato tutte le mie paure
E poi ho commesso gli stessi sbagli
Non sono più riuscita a dire quello che pensavo
Non sono più riuscita a fare quello che ti ho detto
A ricordare il male che ho provato
A confessare quello che sognavo
Non riesco a leggere quello che avevo scritto
Non so più ripetere le cose che ho imparato
Voglio provare ad esistere
La mia natura è resistere""Io non sono abbastanza, non sono abbastanza per te, la ragione che ti chiedo non è per me, Matteo, ma per te, tu hai bisogno di un motivo per rimanere, un motivo che sia abbastanza solido, che io non abbia la possibilità di far crollare alla prima occasione". Matteo rimane senza fiato. Senza parole. Non riesce a pensare. Non aspettava questa risposta. Per lui Margherita è sorpresa. Margherita è passi imprevedibili. Matteo riscopre la vita attraverso ogni sua parola. Matteo conosce l'amore attraverso ogni suo passo. "Io non voglio forzarti a fare nulla che non vuoi". Margherita sorride. Posa una mano sul viso di Matteo. "Il tuo cuore è troppo buono, Matteo". "In questi momenti non riesco davvero a capirti, Marghe". "Lo so". Lascia scivolare la sua mano lungo il braccio di Margherita. "Io... devo dirti un'altra cosa". Pronuncia con titubanza. Pronuncia con tremore. Pronuncia giocherellando con le dita di Margherita. Margherita lo invita con un cenno a continuare. "So che non ti piacerà e che non avevo nessun diritto di farlo ma ho pensato che... io voglio soltanto che tu inizi a fare ciò che ti fa stare davvero bene". Margherita ritrae la mano in uno scatto. Lei e Matteo in una gabbia. Il respiro le manca. Matteo cerca di riprenderla, facendo un passo nella sua direzione. Ha bisogno di questi ultimi attimi. Ciò che sta per dire potrebbe cambiare ogni cosa. Si sente uno stupido. Fa un respiro. "Ho lasciato il tuo articolo a un giornalista". Le gambe le cedono. Le poche probabilità di mantenere l'equilibrio e rimanere in piedi le si sgretolano davanti agli occhi. La testa gira. La vista si appanna. Margherita cade sul pavimento. Nessun suono. Non sente più nulla. Non vede più nulla. Intrappolata nel suo corpo. Intrappolata nella sua instabilità. Intrappolata tra le pieghe del suo cuore. "Marghe". Matteo è spaventato. Matteo è arrabbiato. Arrabbiato con se stesso. Matteo è preoccupato. Si piega su Margherita. Prende il suo volto con le mani. "Marghe, ti prego, rispondimi... Marghe, Margherita". Fruga fra le sue tasche. Si ritrova fra le mani il taccuino di Margherita. Lo tira fuori. Lo posa sul pavimento. Continua a cercare. Afferra il suo telefono. Fa un breve respiro. Chiama Giulia. 1 minuto. Si passa una mano sul volto. Riprende il taccuino. Vorrebbe aprirlo. Si ferma a guardare Margherita. Respiro. Le sue mani tremano. Inutile. Non sa che fare. Matteo si sente impotente dinnanzi agli attimi che passano. Matteo si sente piccolo dinnanzi al dolore di Margherita. Matteo si sente stringere dalle mura che lo circondano, dai vestiti che ha indosso. Cerca di capirci qualcosa. Apre il taccuino nell'ultima pagina scritta. 2 minuti. Margherita apre gli occhi. "Matteo". Sussurra riprendendo fiato. Matteo istintivamente richiude il taccuino e lo posa alle sue spalle. "Marghe, stai bene?". Margherita cerca di alzarsi poggiandosi su una mano. Matteo le si avvicina, cercando di aiutarla. Margherita sfugge al contatto. Si mette seduta. La testa le gira. "Ho chiamato Giulia, sarà qui fra qualche minuto". La informa alzandosi. Margherita non ha intenzione di dire una parola. Margherita trattiene le lacrime. Stringe le gambe al petto. Testa sulle ginocchia. Sguardo sul pavimento. "Mi dispiace, Marghe, mi dispiace davvero, io non pensavo... non pensavo che tu avresti reagito in questo modo". Silenzio. Matteo perde un battito ogni istante che passa. Sa di aver rovinato tutto. Sa di averla lasciata indietro. "Ho paura, Matteo". Parole dopo minuti interminabili. Dopo il solo rumore dei loro respiri. Margherita alza lo sguardo. "Di cosa hai paura?". Matteo torna a respirare. "Di questo, non mi era mai capitato, io... non sentivo e non vedevo più nulla, era come se non riuscissi a reagire". "Adesso va tutto bene, sta tranquilla, mh?". Accenna un sorriso. Margherita annuisce impercettibilmente. Si ferma ad osservare il viso di Matteo. Diverso. Diversi i suoi occhi. Diverso il suo sorriso. "Non è colpa tua". "Di che parli?". "Di quello che è successo, Matteo, non è colpa tua". "Come fai a dirlo?". "Sono stata io la prima a sbagliare, non avrei dovuto avvicinarmi a te, ad ogni tuo passo sento di crollare". "Non dire così". "Matteo, tu dimentichi che la mia verità non corrisponde alla tua". Margherita, tu dici un numero smisurato di bugie, dimentichi che la tua verità non coincide con la mia. Entrambi riescono a sentirlo nel silenzio dei loro sguardi. Margherita si rimette in piedi. "Dobbiamo stare lontani, Matteo, soltanto così possiamo evitare di farci del male". "Non posso, lo capisci che non posso, non adesso che so che ci sei tu, non dopo averti baciata". Gesti nervosi. Mani che si agitano. "Matteo, per favore". Posa una mano sul suo petto, cercando i suoi occhi. "Tu avevi già preso la tua decisione, non è così?". Margherita non risponde. Si allontana. Si dirige alla porta. Maniglia. Titubanza. Dubbi. "Addio, Teo". Di spalle. Non guarda nei suoi occhi, non ne è capace. "Continua a scrivere, Marghe, fallo per te". Sente prima di richiudersi la porta alle spalle. Respiro. Margherita socchiude gli occhi. Cerca di fermare il tremore delle sue mani. Sa che non lo farà, sa che non ha più nulla da scrivere, nulla da dire, nulla di cui parlare, sa che non farà un passo al di fuori di quelle quattro mura che la stringeranno una volta tornata a casa. Margherita non riesce a muoversi. Trattenuta dai suoi sentimenti. Trattenuta dalle sue speranze. Margherita non sperava in qualcosa da molto tempo. Non avrebbe dovuto farlo. Entrambi si appoggiano con le spalle alla porta. Prospettive differenti. Scivolano verso il pavimento. Uno sbuffo. Mani fra i capelli. Mani sul volto. Testa pensante. Testa all'indietro. Pensieri opprimenti. Matteo vorrebbe tornare indietro, vorrebbe non aver agito istintivamente, vorrebbe non aver ascoltato il suo cuore. Margherita vorrebbe scomparire dalle giornate di Matteo, dalle parole di quelle pagine, dalle voci che la tormentano, dall'inchiostro del suo cuore di carta. Hanno perso, lo sanno entrambi. Si sono persi, lo sanno entrambi.
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Sorrisi||Matteo Pessina
Romance"Dicono che ti senti così Con un blocco alla gola E un pianoforte come spalla Eccoti qui Non vuoi deluderli Non vuoi deluderti Ma non passa il dolore che fa Lancia questo enorme cuore e portarlo altrove Dagli da bere Tienilo bene Lancialo nel mare p...