"You come around and the armor falls. Pierce the room like a cannonball. Now all we know is don't let go. We are alone, just you and me"
"Marghe". Margherita apre gli occhi. Matteo. La mano di Matteo stringe il suo braccio. Il suo viso è a pochi centimetri. Pavimento. Muro. Porta. Margherita si è addormentata. "Non pensavo mi aspettassi qui". Matteo si siede esattamente affianco a lei. Le loro spalle si toccano. I loro occhi si incontrano. I loro respiri si mischiano. "No, io... mi ero solo fermata per scrivere qualcosa". Margherita cerca di ricomporsi, riponendo velocemente il taccuino in una delle tasche. "Vuoi entrare?". Matteo vorrebbe leggere tra quelle righe. Matteo vorrebbe conoscere i suoi pensieri. "Che ore sono?". Guarda l'orologio. "Le 22:00". "Avete fatto così tardi?". "Non sono tornato a casa dopo l'allenamento, ho mangiato fuori, ti ho anche chiamato ma adesso capisco perché non hai risposto". "Che volevi dirmi?". "Quando?". "Quando mi hai chiamato". "Volevo dirti che l'ho letto". Esce il foglio dalla tasca del cappotto. Glielo porge. "Giralo". Margherita con mani tremanti fa quello che Matteo le ha appena detto. Scritta. Penna. Parole non di Margherita. Parole di Matteo. Scrivo perché so che altrimenti troveresti sicuramente qualcosa con cui controbattere e questa volta non ti è concesso (sei stata tu a chiedere un parere). Hai davvero talento, Margherita, e mi fa rabbia che tu voglia sprecarlo in questo modo. Tu sei una giornalista, lo sei pur non facendolo realmente. Ho letto articoli su articoli, ho conosciuto e sono stato intervistato da moltissimi giornalisti ma nessuno prima d'ora era riuscito a cogliere ciò che provassi, ciò che tutti noi calciatori provassimo semplicemente vedendo una partita. Devi continuare, continuare ad andare alle partite, continuare a scrivere. "Non so se lo voglio ancora". "Perché hai scritto questo allora?". "L'ho fatto per te". "Per me?". "Non volevo deluderti". "Margherita, tu non mi devi nulla, voglio che tu lo tenga bene a mente". "Lo so". Entrambi poggiano la testa al muro. Gli occhi di Matteo si perdono nel verde di Margherita. Silenzio. Matteo non riesce a controllare il suo istinto. Sfiora lentamente le fossette che Margherita ha ai lati della bocca. Le si avvicina. La sua mano avvolge la guancia arrossata di Margherita. Matteo per la seconda volta vorrebbe baciarla. Margherita chiude gli occhi non appena le loro fronti si toccano. Matteo la imita, lasciando ricadere la mano lungo il suo corpo. "Sto bene, Matteo. Sto bene soltanto quando sono con te". "E quando scrivi". Sorrisi. "Hai sentito?". Matteo si sposta, mettendosi dritto. "Cosa?". "Credo che stia piovendo". Matteo si gira. Guarda fuori dalla finestra che si trova sulle loro teste. "Meglio se vado". Margherita si alza. Matteo la ferma afferrandole il polso. "Resta, ti prego, almeno finché non smette di piovere". Margherita non può dire di no. Non può dire di no a quel sorriso. Non può dire di no a quella stretta. Non può dire di no a quegli occhi. Non può dire di no a quella voce. Margherita non può dire di no a Matteo. "Va bene, ma lasciami avvisare Giulia". Matteo si scansa cercando le chiavi. Telefono. Giulia.
Marghe, tutto ok? Dove sei?
Sono da Matteo, rimango qui ancora per un po'
È successo qualcosa?
Te lo racconto appena torno a casa
Non fare tardi
Sei peggio di una madre, te l'ho mai detto?
Non è importante adesso, non farlo aspettare
Ci vediamo dopo
A dopo
Matteo apre la porta. Margherita fa un passo. Cammina come se avesse paura di poter cadere da un momento all'altro. O magari ha paura che un suo passo possa far crollare ciò che la circonda. È sicura che qualcosa andrà storto. Matteo le sta dietro. Si dirigono nel soggiorno. "Hai mangiato?". Margherita fa un cenno con la testa. "Vuoi che ti faccia qualcosa?". "No, sicuramente Giulia ha preparato anche per me". "Perché non mi avevi mai parlato di lei?". "Io...". "Non parli di te, lo so". Conclude Matteo con un sorrisetto. "Sono così prevedibile?". "No, non lo sei, credi di esserlo". "Sai, a volte penso che tu mi conosca meglio di quanto faccia io stessa. Il che è strano visto che tu mi conosci da soltanto qualche giorno". Divano. Matteo sorride. Sbuffa. Abbassa lo sguardo. "Che c'è?". "Mi stai facendo impazzire, Margherita". "Perché?". "Perché non so mai come comportarmi, ho paura di spaventarti". "Non pensavo di doverlo dire ma fai soltanto quello che senti, in questo modo sai di non sbagliare". "E questa da dove viene?". "Non da me". Risate. "E se quello che sentissi non fosse quello che senti tu?". Margherita non sa che dire. Posa la sua mano su quella di Matteo. Questa è una risposta più chiara delle parole. Attimi. Attimi di sospensione. Il viso di Matteo si avvicina lentamente a quello di Margherita. Visi innamorati. Visi spaventati. I loro nasi si toccano. Le loro labbra si sfiorano. Gli occhi di Matteo cercano quelli di Margherita. Labbra. Labbra su labbra. Labbra fra labbra. Margherita sente il sapore dell'amore. Amore in bocca. Cuore. Cuore che corre all'impazzata. Non sa se sia per lo spavento o per la naturale reazione alla vicinanza di Matteo. Respiro. Sorrisi. Margherita avverte le mani tremare. Sguardo basso. Non può succederle adesso. Corre in bagno. Non dovrebbe essere così. Una ragazza non dovrebbe avere un attacco di panico dopo il suo primo bacio. Matteo entra prima che possa chiudere la porta. Margherita si lascia cadere a terra. Matteo si metta alla sua altezza. Le prende le mani. "Ehi, va tutto bene, io sono qui". "Non voglio farti del male, non voglio farti del male, non voglio farti del male". Margherita continua a sussurrarlo stringendosi nelle spalle. "Non me ne farai, tu non puoi fare del male, Margherita". "Non voglio, Matteo, non voglio farti del male". "Ascolta me, non le voci nella tua testa, vogliono soltanto confonderti. Concentrati sulla mia voce". "Non posso spegnerle, io non posso spegnerle, io devo ascoltarle". Margherita si tiene la testa con le mani. "Il giorno in cui ti ho conosciuto ho subito pensato che volevo conoscere ciò che passasse nella tua testa ma l'attimo dopo ho capito che non dici nulla di ciò che pensi sul serio, provaci adesso, ti prego". "Tu non vuoi ascoltarle, non possono farti del male, non devono farti del male, non a te". "Cosa dicono Margherita?". "Continuano a ripetere che nessuno può volermi stare accanto". "Io sono già qui, sono già accanto a te, Margherita". "Tu te ne andrai, te ne andrai come ha fatto lui e Margherita resterà da sola". "Chi se ne è andato Margherita? Di che stai parlando?". Vuoto negli occhi di Margherita. Sembra quasi non essere davvero presente. "Margherita rimarrà da sola, lei non può sopportarlo". Lo sussurra. Lo sussurra un paio di volte. "Marghe, io ho promesso che non ti farò mai del male, l'ho promesso al tuo cuore e non ho intenzione di tradirlo". Nessuna risposta. Margherita guarda il vuoto. Il passato le toglie il respiro. Il passato le toglie la vita. Matteo le avvolge il viso con le mani. Lo volta nella sua direzione. "Sono io e sono qui, sono qui, Margherita". Lacrime. "Mi dispiace, io..., devi starmi lontano, Matteo, per favore". La stringe tra le sue braccia. "Non dire nulla". Margherita nasconde il volto nella spalla di Matteo. Spazio. Matteo si alza. "Ti prendo un bicchiere d'acqua".
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Sorrisi||Matteo Pessina
Romance"Dicono che ti senti così Con un blocco alla gola E un pianoforte come spalla Eccoti qui Non vuoi deluderli Non vuoi deluderti Ma non passa il dolore che fa Lancia questo enorme cuore e portarlo altrove Dagli da bere Tienilo bene Lancialo nel mare p...