DUBBI

25 1 0
                                    

Ho strani sbalzi e non so cosa li causi
La mente mente, trova nuovi modi di ingannarmi
L'amore? L'amore di cui parla
Cioè stringere una cosa forte fino a soffocarla?
Un gioco in cui mi faccio male o faccio male a un'altra
Ho quarant'anni e mai visto un legame che rimanga
Un amore materno, viscoso, non mi serve, non lo voglio
Per me è solo un modo per nascondersi dal mondo
(Tuo fratello ha due bambini splendidi, non li avrai mai)
(Nessuno ti aspetta, si fotte di come stai)
Anche questo, tutto questo
Volevo davvero questo? Tutta la vita che ci penso
Forse non credo più al prodotto che vendo
Che paradosso, no? Che io per essere me stesso
Sia costretto a andare dove non mi riconoscono
Ci sarà dell'altro oltre lo sfarzo per lo sforzo
Qui dall'alto penso che ho sacrificato troppo
Amo il caos, odio sia tutto sotto controllo
Non mi va che fare soldi a palate
Mi faccia un ricco che non sa più allacciarsi le scarpe
È lampante, accade già in questo istante
Sorrida il mio conflitto va dritto nelle sue tasche
Forse fare musica è l'unica soluzione
Forse non c'è buca che racchiuda il tuo dolore
Forse non c'è fuga che conduca all'evasione
Forse stavo bene tra i perdenti e gli idealisti
Forse la salute mentale è roba da ricchi
Forse per andare avanti non devi ascoltarti
Come fanno gli altri? Li vedo così convinti
E senza dubbi, dubbi, dubbi
Tutti senza dubbi, dubbi, dubbi, dubbi
Tutti, tutti, tutti
Tutti senza dubbi, dubbi, dubbi, dubbi

"Vuoi che ti accompagni a casa?". Sono ancora seduti sul pavimento del bagno. Uno di fronte all'altra. È passata un'ora dall'attacco di panico. Un'ora di silenzio e mani. Matteo tiene le mani sulle ginocchia di Margherita. Ci appoggia il mento. Margherita evita lo sguardo di Matteo. Fa ricadere la testa all'indietro. "Se non ti va di parlare, puoi anche soltanto farmi un cenno". Nessun movimento. Nessuna risposta. Margherita non ne ha la forza. Silenzio. "Sono stato convocato, Margherita. Domani mattina devo partire". Matteo lo sussurra. Ha paura. Ha paura che al suo ritorno tutto possa cambiare. Ha paura di lasciarla. Ha paura di sentire la sua mancanza. Ha paura che possa sfruttare quest'occasione per scomparire definitivamente dalla sua vita. Margherita si volta finalmente verso di lui. "Te ne stai già andando, Matteo". "Non è così, starò via pochi giorni, Margherita, possiamo sentirci tutte le volte che sono libero". "No, io non sono fatta per parlare, non sono fatta per questo". "Lascia che sia il tempo a dirlo, lascia che quello che stiamo vivendo ti dica il contrario, ti prego". "Hai visto come ha reagito il mio corpo". "Non è stato il tuo corpo, Marghe". "Allora cosa?". Matteo posa una delle sue mani sul volto di Margherita. Le sposta una ciocca di capelli. "La tua mente, è stata la tua mente". "Io non riesco a spegnerla, mi dispiace, Matteo, mi dispiace davvero". "Non c'è nulla di cui dispiacersi, so quanto è complicato per te". "Non dovrebbe esserlo, non dovrebbe esserlo anche per te". Margherita si tortura le mani, evitando di posare lo sguardo negli occhi di Matteo. Margherita sa che probabilmente del loro primo bacio rimarranno soltanto questi momenti. Matteo appoggia le mani sul pavimento. Inclina la testa. Fa un sorriso. "Io non ti bacerò un'altra volta, Margherita, è stato uno stupido sbaglio, pensavo fossi pronta, pensavo fossimo pronti ma non è così, è servito soltanto a spaventarti e io non posso correre questo rischio, non posso correre il rischio di perderti. Da quando ti ho conosciuto sento di essere finalmente completo, di stare davvero bene, sia a livello emotivo che a livello calcistico, le mie prestazioni in campo sono migliorate dal nostro primo incontro. Stai diventando molto importante per me nonostante ci conosciamo da soltanto una settimana, io non posso e non voglio perderti". Margherita rilascia un sospiro. Vorrebbe fuggire, eppure non c'è nessun altro luogo in cui preferirebbe trovarsi in questo momento. "Non è stato uno sbaglio, baciarmi non è stato uno sbaglio, lo volevamo entrambi". "Tu volevi che io...che noi...?". Matteo punta l'indice prima verso di lui, poi verso Margherita, lasciando la frase in sospeso. Margherita si copre il volto con le mani. "Io ho bisogno di tempo, Matteo". "Lo so". "Le storie d'amore finiscono". "Si, ma è proprio per questo che vanno vissute fino in fondo". "Vivresti qualcosa sapendo già fin dall'inizio che finirà?". "La nostra stessa vita non è così? La viviamo sapendo che un giorno dovrà finire. Si può dire che amore e vita praticamente coincidano". "Odiare la vita vuol dire odiare l'amore, quindi?". "Io credo che entrambi non possano essere odiati, ti regalano i dolori più complicati da superare ma anche le gioie più grandi". Orologio. Mezzanotte. Nessun rumore oltre i loro respiri. Margherita si alza. Passa una mano sui suoi vestiti, dando loro una sistemata. "Chiamo un taxi". "Com'eri venuta qui?". "A piedi". "Sei sicura che non vuoi che io ti accompagni?". Cenno. "A che ora parti domani?". "Devo essere all'aeroporto alle otto". "Posso accompagnarti?". Matteo è confuso. Non aspettava questa proposta. Per una volta è lui a rimanere senza fiato, senza parole. Si drizza in piedi. "Lo vuoi davvero? Non devi se...". Margherita lo ferma posando la mano sul suo braccio. "Non lo avrei detto altrimenti". "Vengo a prenderti alle sette così andiamo a fare colazione insieme?". "Va bene". Sorrisi. "Allora anche Margherita ha un cuore". "Che stupido". Sussurra Margherita, nascondendo un altro sorriso. Matteo si avvicina al suo viso. "Lo vedo, vedo che stai sorridendo, signorina". "Matteo". "Si?". "Posso baciarti?". "Io...non...fai soltanto quello che senti". Margherita e Matteo si baciano per la seconda volta. Per la terza. Per la quarta. Entrambi non sono mai stati così felici come adesso. C'è chi non lo era mai stato e chi pensava che non avrebbe mai potuto esserlo in quel modo. Le voci strillano. Margherita non le ascolta. Non lascia che le sue paure, le sue insicurezze, i suoi dubbi la controllino. "Devo andare". Dice aprendo gli occhi e allontanandosi. "Ci vediamo domani". "A domani". Margherita fa un passo. Poi si volta nuovamente verso Matteo. "Nemmeno io voglio perderti, Matteo". Porta. Strada. Taxi. Qualcosa in Margherita è tornato a battere, è tornato a vivere. Matteo Pessina è riuscito a far sorridere il suo cuore. Ciò che le toglie la vita sembra non aver più alcuna importanza quando incontra il suo sguardo. Può ancora farlo. Può ancora vivere. Sopravvivere non è già morire.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora