DANIEL

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Difficilmente Daniel ricorda un volto osservato una sola volta. Difficilmente ripensa a degli occhi, degli occhi che l'hanno soltanto guardato di sfuggita. Daniel ricorda un volto a cui non può dare un nome. Ripensa a degli occhi che hanno smarrito le parole. La vede adesso. La riconosce. Vorrebbe fermarla. Non sa come farlo. Non conosce nulla di lei. Non sa di averla appena conosciuta realmente, a molti passi da lei. La conosce nell'inconsapevolezza. La conosce nella confusione. Margherita è un volto tra tanti. Così avrebbe detto un mese fa. Così si era sentita prima di incontrarne un altro. Un viso che ora le è familiare. Un viso che le piace sfiorare con le sue mani. Margherita è il volto sulle labbra di Matteo. Basta osservare nei suoi occhi, nei suoi sorrisi per vederla. Nascosta nei suoi spazi vuoti. Stretta alle sue sicurezze. Misurato. Equilibrato. Delicato. Allora crede di esserlo anche lei. Margherita crede di essere. Daniel la guarda. Istanti. Istanti interminabili. La vede vivere ed è estremamente fortunato. Ed è estremamente sollevato. La vita scorre davanti i suoi occhi. Rincorre le sue iridi azzurre. Vivida. Composta. Imbarazzata. Margherita è. Margherita vive. Perché esiste. Perché scrive. Perché ama. Nessuno strano pensiero appanna il suo sguardo. Nessun residuo, nessun segno della guerra scampata. Il respiro contrae regolarmente la pelle del petto. Le mani contengono il loro naturale tremore. Daniel ha già avuto le sue risposte. Immobile sorride. Felice di averla rivista. Vorrebbe dare pace alla sua stupida curiosità. Conoscere il nome di quella ragazza. Così disarmante. Senza difese lei. Senza difese chiunque la guardi. Per un attimo i suoi occhi si voltano nella sua direzione. Lì può vederli. Cocci di un passato che la tormenta. Nel verde riesce a vederle. Schegge di un dolore che sembra non volerla lasciare andare. Vento. Capelli in disordine. La mano di Daniel arriva presto in loro soccorso, a sistemarli. Margherita lascia che il vento la attraversi completamente. Daniel ritrae la mano e si ritrova a pensare che siano meglio scompigliati. Che siano più veri. Si fa coraggio. Ora che è sempre più lontana. Attraversa la strada. Segue i suoi capelli. Accelera. Le si avvicina. "Ehi". Tenta di fermarla a pochi passi ormai da lei. Margherita inaspettatamente si volta. Lo osserva. "Noi...noi ci siamo incontrati allo stadio sabato". Margherita lo sa benissimo. Margherita crede che l'espressione che abbia usato sia tremendamente sbagliata. Loro si stanno incontrando adesso. Seppur lei parta già completamente scoperta. Ingannata da se stessa, dalla sua disastrosa instabilità. Lui conosce di lei l'ostacolo più grande. Che è praticamente tutto. Lei di lui un nome. Che è praticamente nulla. Un nome che in realtà racconta tutto di lui. Lui che deve ricordare a tutti di essere Daniel, non Paolo. Un nome che per lui è l'ostacolo più grande. "Daniel". Dice notando per la prima volta quanto azzurro si nasconda in quegli occhi. Margherita dice 'Daniel' e a lui sembra di sentirlo per la prima volta. Sente il suo nome per la prima volta. Margherita dice 'Daniel' e il suo nome ha un nuovo suono. Un suono che può venire solo da quelle labbra. Un suono che lo sorprende. "Si, esatto, Daniel, Daniel Maldini, io..io non so il tuo nome, eri sparita prima che potessi chiedertelo". Margherita annuisce. Solita pausa. Solito silenzio. Solita esitazione. "Margherita, Margherita Ferrari". Gli porge la mano. Accenna un sorriso. Se soltanto Daniel fosse più attento lo vedrebbe. Vedrebbe che quello è un sorriso alla Matteo Pessina, una felicità che conosce già. Noterebbe che Matteo è il volto sulle guance arrossate di Margherita. "Mi piace". "Cosa?". "Il tuo nome, mi piace molto". "Grazie". Margherita vorrebbe cancellare dai suoi occhi quello sguardo. Quello sguardo che sa. Quello sguardo che tenta di riparare. Vorrebbe dargli l'opportunità di non conoscere. Di allontanarsi da quel dolore e poter vedere altro. Ricominciare. Vorrebbe avere anche lei questa opportunità. Ma in realtà è sollevata. È sollevata di non dover fingere, di non dover nascondere la sua fragilità. Muscoli che si rilassano. "Mi capita spesso, non ultimamente però". Margherita risponde a una domanda che Daniel non ha mai fatto. Una domanda che altrimenti avrebbe continuato a galleggiare nella profondità delle sue iridi. "Io...non avrei...non avrei dovuto". Margherita lo ferma. "Non hai fatto nulla di male, volevi soltanto accertarti che stessi bene". "Ma tu non stavi bene e io ti ho soltanto spaventata". "Adesso sto bene e tu non mi spaventi affatto". Margherita sorprende se stessa. Si sorprende a trovare parole. A riempire silenzi. Daniel fa un sorriso. "Credo che ora tu possa dirmelo, che cosa ci facevi lì?". "Ero lì per la partita". "No, non intendo lo stadio, intendo: perché eri in quel corridoio?". "Mi ero persa". Margherita non ne è capace. Non è capace di svelare interamente la verità. Margherita mente vergognandosene, abbassando lo sguardo. Eppure basterebbe guardarla per un altro istante per vederlo, per vedere Matteo, per vedere la sua verità. Daniel annuisce ingenuamente. Daniel crede alla sua voce. "Dove stavi andando? Non vorrei farti tardare". Premura. Dolcezza. Daniel. "In realtà sono arrivata". Margherita gli indica un bar a pochi passi da loro. Daniel si perde fra i suoi capelli. Nessun bar. Nessuna strada. Per lui e i suoi occhi azzurri. "Bene, non ti trattengo oltre allora, spero di rivederti Margherita". "Anche io, Daniel". Margherita gli rivolge un ultimo sorriso prima di voltargli le spalle e dirigersi verso l'ingresso del bar. Dietro la porta ad aspettarla il suo futuro. Ad un tavolo ad aspettarla una nuova opportunità. Lo sguardo di Daniel la affianca. Copia i suoi movimenti. Si assicura che stia bene.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora