"Why me?"
"Because you saw me when i was invisible""Margherita, ti sto per fare una domanda che mi frulla nella testa da quando ti ho vista per la prima volta ma se non ti va di rispondere non farlo, ok?". Cenno. "Quando hai smesso di sorridere?". Rossore. Esitazione. Respiro. Insicurezza. Margherita non aspettava questa domanda. Margherita non ne ha mai parlato con qualcuno, se non quelle rare volte con Giulia. Margherita non trova le parole. Margherita non sorride, non lo fa da molto tempo, non ne ricorda più il motivo. Respiro. "Due anni fa, prima non riuscivo a smettere di farlo, tutto mi sembrava un buon motivo per essere felice. Adesso invece tutto è una buona ragione per non esserlo, sorrido raramente e la maggior parte delle volte forzatamente". "E con me?". "Con te è capitato, non ho saputo controllarlo". " Il sorriso non dovrebbe essere controllato". "Molte cose non dovrebbero essere come sono realmente". "Per esempio?". Curiosità negli occhi, nella voce, nel volto. "Per esempio tu, tu non dovresti perdere il tuo tempo con me, non sono nulla di interessante". "Tutti hanno qualcosa di interessante, Margherita, hai soltanto paura di mostrarlo anche a te stessa". "Matteo, tu non sai nulla di me". "Te l'ho già detto, basta guardare nei tuoi occhi per imparare a conoscerti". "Smettila di farlo allora, smettila di guardare nei miei occhi, quello che vedi non esiste". "Perché continui a ripeterlo?". "Perché è la verità". "No, non lo è, potrà essere la tua verità ma non è la mia". "Quale sarebbe la tua verità, allora?". "La verità è che sei una delle poche persone che da molto tempo catturano la mia attenzione, nonostante tu non l'abbia mai cercata. Non sapevi nemmeno chi fossi quando ci siamo incontrati, forse è questo che continua a spingermi verso di te, con te posso essere Matteo, un semplice ragazzo di 26 anni con una marea di sogni, e non Pessina, il giovane capitano del Monza. Io sono completamente me stesso quando sono con te e sbagli a pensare che io non sia spaventato, lo sono almeno quanto te". La mano di Margherita inizia a tremare, il suo respiro ad affannarsi, la sua vista ad offuscarsi. Margherita sa benissimo cosa le sta accadendo. Con tutte le sue forze cerca di alzarsi e allontanarsi da lì ma il suo corpo sembra non collaborare. "Va tutto bene, Margherita? Ho detto qualcosa che non va?". Margherita vorrebbe urlare. Margherita desidera scomparire per l'ennesima volta. Margherita sta per avere un attacco di panico di fronte agli occhi innocenti di Matteo. "Vuoi che ti accompagni a casa?". Margherita prova a dire qualcosa in risposta ma nessun suono fuoriesce dalle sue labbra. Matteo sembra aver capito. "Sono qui, Margherita. Va tutto bene". Si alza, le si avvicina, si piega poggiando le mani sulle sue ginocchia in modo da poterla guardare negli occhi. Le sorride. "Prova a respirare insieme a me, ok?". Un respiro. Due respiri. Tre respiri. Quattro respiri. Cinque respiri. "Mi dispiace" sussurra Margherita non appena recupera fiato. "Non farlo, non scusarti per questo". "Tu non avresti dovuto vederlo". Matteo scuote la testa. Si rialza. "Ti capita spesso?". "No" mente alzandosi e allontanandosi velocemente. "Aspetta, Margherita, lascia che ti accompagni a casa". Margherita continua a camminare. Una lacrima riga il suo volto. "Nessuno può provare qualcosa per te, nessuno può provare qualcosa per te, nessuno può provare qualcosa per te" continua a ripeterlo quasi in un sussurro ad ogni suo passo. Ha paura. Paura di averlo dimenticato. Paura di aver perso. Paura di se stessa. Matteo ha appena visto ciò che vuol dire starle accanto. È sicura che non tornerà. È sicura che non potrà più guardare in quegli occhi, perdersi in quel sorriso, scordare per qualche secondo che ciò che Matteo vede in lei non corrisponda alla realtà. Ha perso. Margherita ha perso l'unica possibilità di ricominciare a vivere. Ha perso nel momento in cui ha deciso di diventare ciò che non è. Ha perso nel momento in cui lo ha conosciuto, quando con pochi sguardi e molti sorrisi aveva iniziato a raccontargli di lui, del vero Matteo e lei con pochi respiri e molti silenzi aveva iniziato a mentire. Lui era completamente se stesso, lei doveva ancora imparare a conoscersi. Si ferma istantaneamente. Si siede su una panchina. Un respiro, un altro, riprendere il controllo. Una mano afferra l'altra cercando di fermarne il leggero tremolio. Afferra il suo taccuino. Scrive. Scrive ciò che non riesce a dire. Margherita non parla, Margherita scrive. Margherita non sorride, Margherita piange. Margherita non stringe, Margherita sfiora. Margherita non urla, Margherita sussurra. Margherita non agisce, Margherita riflette. Margherita non dimentica, Margherita ricorda. Margherita non rimane, Margherita sfugge. Margherita non permette a nessuno di amarla, nemmeno a se stessa. Alza lo sguardo. Lascia andare il taccuino. Chiude gli occhi.
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Sorrisi||Matteo Pessina
Romance"Dicono che ti senti così Con un blocco alla gola E un pianoforte come spalla Eccoti qui Non vuoi deluderli Non vuoi deluderti Ma non passa il dolore che fa Lancia questo enorme cuore e portarlo altrove Dagli da bere Tienilo bene Lancialo nel mare p...