PRIMO GIORNO

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"You're dislocated, don't be like that and you smile when you dive in like you're never coming back"

Lunedì. Margherita lotta contro se stessa. Lotta contro la sua mente. Inadeguata. È così che quelle dannate voci tentano di farla sentire. È lì. A due passi dal suo sogno. A due passi dalla porta dello studio. Messaggio. Margherita afferra il telefono. Tenta di distrarsi. Cerca un segno. Un segno che non trova dentro di sé. Qualcosa che la convinca ad entrare. A ridurre quella distanza. Mi dispiace non averti potuto accompagnare, è un giorno molto importante per te e avrei davvero voluto essere lì. Avrei dovuto essere lì, soprattutto per tranquillizzarti. Sei all'altezza, Marghe, fai un bel respiro e goditi questo primo giorno, te lo sei guadagnato. Basta fare ciò che ti viene meglio, ciò che hai nel sangue, proprio come me con il calcio, nulla di impossibile, nulla di incontrollabile. Ci vediamo dopo l'allenamento, spero che il tuo pensiero non mi distrarrà troppo. Comunque non so ancora quando finirai...informami il prima possibile. Io sono sempre qui. E Margherita lo sente. Avverte Matteo stringerle la mano e trascinarla verso la porta. Maniglia fra le mani. Esitazione. Margherita si volta in direzione di Matteo. Cerca conforto, conferme, sicurezze. Trova sorpresa, stupore, dolore, passato. Suo fratello. Suo fratello la divide dalla soglia. Suo fratello è quei due passi che non ha il coraggio di percorrere. Margherita scuote il capo, chiude gli occhi. Suo fratello è ancora lì. "Non adesso, per favore...non adesso, Leo, io sto provando ad andare avanti". Sorriso fra le labbra. Sorriso che la rende nervosa. Come può ridere della sua difficoltà, del suo dolore? Leonardo si fa da parte. "Non sono qui per questo, io volevo assicurarmi che stessi bene, volevo assicurarmi che fossi pronta, io credo in te, Marghe, l'ho sempre fatto. Puoi ancora essere quello che desideri". Leonardo prova a stringerle la mano. Margherita indietreggia. "Io non posso essere quello che desidero, Leo, non più, io non posso essere, non da quando mi hai lasciato". Margherita è spaventata. Margherita è arrabbiata. Non gli ha ancora perdonato di averla abbandonata, di averla lasciata sola. Nonostante siano passati due anni Margherita non riesce a guardarlo negli occhi, a sorridergli, a sfiorarlo. Non l'ha perdonato. Non si è perdonata. "Io sono qui ora, Margherita, sono qui per te". Margherita sa che questa non è la realtà. Leonardo è nella sua mente, nel suo cuore, nelle sue parole, nella sua carta, nella sua oscurità, ma non a pochi passi da lei. Sente di impazzire. Velocemente apre la porta. Passi scomposti come il suo respiro. Passi confusi come il suo volto. Il corpo è uno specchio. Riflette perfettamente ciò che sentiamo. Margherita non può mentire. Non questa volta. Un volto. Margherita continua a vedere Leonardo ovunque. Trattiene un passo come un urlo. "Mi scusi, dov'è il bagno?". Pronuncia con il poco fiato che le rimane. Destra. Margherita sa che sta per cedere. Poco tempo a disposizione. Poco tempo per correre ai ripari. Passi veloci come i suoi battiti. Porta. Se la richiude velocemente alle spalle. La sua pelle scivola sulla parete accanto. Mani che sfiorano il pavimento con piccoli sussulti, dettati dalla sua evidente difficoltà nel respirare. Margherita non vuole prendere aria. Le sembra di toglierla a Leonardo. Leo che ne ha bisogno. Leo che non prende più respiro"Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace". Continua a ripetere. Lo ripete fra le lacrime. Nessuno è lì ad ascoltare quelle scuse. Nessuno può perdonarla, se non è lei la prima a farloMargherita non vuole prendere vita. Le sembra di toglierla a Leonardo. Leo che ne ha bisogno. Leo che non può più farlo. Qualcuno picchietta le dita sulla porta. Margherita istintivamente si mette in piedi. Passa una mano sul volto. Torna alla realtà. "Margherita, sei qui?". Riconosce la voce di Federico. "Ti ho intravisto dal mio studio, va tutto bene?". Margherita si avvicina al lavandino. Guarda nello specchio. In quel verde che vorrebbe strappare via dai suoi occhi. Quel verde che dovrebbe vedere negli occhi di Leo e non in uno specchio. Respiro. Riprendere il controllo. Dell'aria. Della vita. Del verde. "Si, credo di essere soltanto nervosa". Risponde dopo qualche istante aprendo la porta. Federico conosce quella sensazione. Contro ogni aspettativa vorrebbe riprovarla. Cenno del capo. La invita a seguirlo. "Beh, questo è più che normale, sai lo ero anch'io il mio primo giorno ma adesso guardami, insomma posso ritenermi più che soddisfatto, è più di quattro anni che porto avanti questo studio giornalistico". Si ferma. La osserva attentamente. Esitazione. Riprende il suo cammino. "Qual è il tuo più grande sogno, Margherita?". Federico parla con il sorriso sul volto. Federico cammina con il sorriso sotto la suola delle scarpe. La guida verso la sua postazione. "Scrivere è l'unica cosa che mi è rimasta, non mi è permesso avere grandi sogni per il mio futuro". Risponde Margherita mentre nella sua mente risuona solo una domanda: Qual è il tuo più grande dolore, Federico?  È questo ciò che avrebbe dovuto dire Margherita. E crede che sogni e dolori si equivalgano. Raccontano molto di una persona. La lasciano scoperta. Non interamente ma una buona parte. Ma Margherita è brava a sfuggire. Ha imparato a nascondersi. Sa rendere molto sottile quello stralcio fra i suoi panni. "È permesso a tutti sognare, Margherita, sono sicuro che presto lo capirai, ma hai ragione, è meglio non dirli troppo ad alta voce per il momento". Federico arresta il suo passo. Posa la mano destra sulla scrivania al suo fianco, sbilanciando il suo peso da quel lato. Si guarda per un attimo attorno. Punta i suoi occhi esattamente in quelli di Margherita. "Siamo arrivati, spero ti piaccia". Margherita si avvicina, sfiorando delicatamente il legno. Senza accorgersene si ritrova faccia a faccia con Federico, adesso appoggiato alla scrivania con entrambi le mani. "Cosa...cosa devo fare?". Le mani le tremano. Federico lo nota. Un velo di preoccupazione appanna per un istante il suo sguardo. Ha capito fin da subito che dietro quelle parole ci fosse di più. Molto di più. Un passato che tormenta e insegna. Margherita è la sua sfida. Federico vorrebbe tirare fuori ciò che ha soltanto intravisto. Vorrebbe alleggerire quel cuore di carta. Federico ha una sfida con se stesso. Margherita ha una sfida con se stessa. Distoglie lo sguardo. "È scritto lì". Federico punta il dito su un foglio con alcune parole scritte a penna. Margherita annuisce, prendendolo fra le mani. "Grazie, Federico". Sorriso spontaneo. "Non devi ringraziarmi, Margherita, per qualsiasi cosa puoi trovarmi nel mio studio, sarò felice di aiutarti". Dice prima di lasciarla sola. Prima di lasciarla ai suoi demoni.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora