RISVEGLIO E SMETTERE DI CONOSCERE SE STESSI

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"Everyone knows about me and you, expect us"

"She was cryin' on my shoulder, all I could do was hold her... I should put it all behind me, shouldn't I? But I see her in the back of my mind all the time like a fever, like I'm burning alive, like a sign. Did I cross the line?"

@golssip_official

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Matteo #Pessina in giro per Monza mano nella mano con quella che sembrerebbe essere la sua nuova fidanzata

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Matteo #Pessina in giro per Monza mano nella mano con quella che sembrerebbe essere la sua nuova fidanzata. Love is in the air...?

"Marghe". Giulia. Stanza. Luce. Finestra. Mattina. Margherita si rigira nel letto. Si passa una mano sul volto. Fra i capelli. "Lo so, lo so, è tardi". Nuovo tono. Nuovo volto. Nuovo umore. "No, non ti ho svegliata per questo motivo, voglio che tu veda questo prima che io vada a lavoro". Telefono. Margherita si mette seduta. Fronte aggrottata. Giulia glielo passa. Instagram. Post. Foto. Foto di loro. Foto di lei e Matteo. Foto di mani strette. Foto di attimi catturati. Foto di visi innamorati. Lo sanno. Lo sanno tutti. Lo sanno ancor prima di loro due. Legge una volta, una seconda, una terza. Margherita non è la "sua nuova fidanzata". Le manca il respiro. Le tremano le mani. "Non è possibile, io...io...cosa dovrei fare, Giulia?". Per la prima volta Giulia non sa cosa dire, non sa cosa fare, non ha alcun consiglio da dare. "Voi ne avete parlato, vero?". "No, noi...io non sono la sua nuova fidanzata e non voglio che la gente mi conosca in questo modo, non voglio che la gente decida per noi". Osservata. Nuda davanti alla gente. Vergogna. Imbarazzo. Ansia. Panico. No, non davanti agli occhi di tutti. Margherita pensava di poterlo controllare, di poterlo frenare.  Basta davvero così poco per ricaderci? Basta veramente così poco per perdere l'equilibrio? La felicità è davvero un filo così sottile e ingannevole? Battito che accelera. Corpo immobile. Giulia lo riconosce. Giulia lo capisce. Allontana il telefono. Si siede. "Marghe, tranquilla, non è successo nulla, non lasciare che la tua mente ti controlli, ascolta la mia voce, segui il mio respiro, va tutto bene, nessuno sta decidendo per te, Matteo saprà sicuramente come comportarsi". Mani fra mani. Sguardo rassicurante. Forza. Una forza che Margherita ha imparato ad avere. Una forza che Margherita ha dovuto avere. Dita che scorrono sul suo volto. Conforto di strette. "Va tutto bene, so quanto è complicato per te, dovete soltanto parlarne, sono sicura che lui abbia già trovato una soluzione". Parole. Parole che provano a rassicurare. Parole che cercano di accarezzare. Abbraccio. Un abbraccio diverso da quello del giorno precedente. Diversa situazione. Diverse intenzioni. Diverse emozioni. Minuti. Respiro regolare. "Vuoi che rimanga qui con te?". Margherita fa un leggero cenno con il capo. Giulia abbozza un sorriso. Conosceva la risposta. Margherita combatte le sue battaglie da sola. Margherita non trascina nessun'altro nella sua oscurità. Si alza. Margherita la ferma. "Mi dispiace". "Per cosa?". "Per questo disastro, non impiegheranno molto a capire chi sia e quando lo faranno anche la tua libertà sarà limitata". Sguardo basso. Il coraggio nelle parole. Non nel cuore. Non nel corpo. Non negli occhi. Non nel volto. Non nella voce. "Non mi importa, Marghe, non importa se vuol dire vederti tornare a sorridere". Intesa. Amicizia. Legame. "Io non lo so, non so cosa abbia fatto per meritare un'amica come te". "Vale lo stesso per me, Margheritina". Risate. Giulia sa che in realtà Margherita adora quel soprannome. Perché è una cosa loro, soltanto loro. Il rimedio a un attacco di panico. Un rimedio che Giulia non avrebbe voluto dover cercare. "La colazione è sul tavolo, per qualsiasi cosa chiamami". Giulia la osserva un'ultima volta. Il tempo di assicurarsi che stia bene. Si richiude la porta alle spalle. Lascia svanire il sorriso. Lascia andare la finta serenità che appanna il suo sguardo. Lascia le sue risate in quella camera. Le regala a Margherita. Torna alla preoccupazione, al timore, al dolore, all'ansia, alla frustrazione, alla delusione dei suoi giorni. Torna Giulia. Una di quelle due, una delle due di cui ha imparato a prendere i panniGiulia sa essere anche altro. Non si conosce mai davvero qualcuno. Non completamente. Non in profondità. Giulia smette di conoscere se stessa. Smette di essere se stessa non appena gira la chiave nella toppa. Smette di avere problemi. Sorride, ride, stringe, abbraccia. Margherita è più importante. Lo ripete a se stessa ogni giorno prima di varcare la soglia. Lei non può vederla mollare. Lei non può vederla sprofondare. Lei non può aiutarla. Il suo dolore è più grande. Allora sotterra il suo, lo camuffa, lo trasforma. Una lacrima non è poi diversa da una risata. Un sorriso dentro il pianto. Il pianto dei suoi pensieri. Il pianto delle sue preoccupazioni. Il pianto dei suoi problemi. Problemi irrisolti, problemi trascurati, problemi dimenticati. Vorrebbe parlarle. Confidarle come sia sentita dopo averla vista cambiare. Dopo averla persa. Si, Giulia ha perso Margherita. Ha perso la sua amica. La sua migliore amica. Giulia ha perso fiducia in sé. Non è stata capace di salvarla. Non è stata in grado di afferrare la sua mano, di sorreggerla. È arrivata in ritardo. Non si è resa conto di ciò che stesse accadendo. Non se è ne resa conto perché troppo presa da sé, dalla sua felicità, dalla sua relazione. Giulia ha perso l'amore. L'amore che rimane. L'amore che conforta. L'amore che condivide. L'amore di Pietro. Perché in fondo lo sa bene. Sa bene di averlo creduto. Ha creduto di averlo trovato. Aver trovato l'amore. Sa bene che lei era pronta a rimanere. A rimanere fra le sue braccia. Sul suo petto. Nelle sue mani. Probabilmente lo è ancora. Vorrebbe essere più forte. Vorrebbe essere Margherita. Margherita che spegne le emozioni, che non ascolta le ragioni del cuore ma che ama, che ama inconsapevolmente, ingenuamente, profondamente. Margherita che scrive, che da un nuovo colore alla realtà, che non guarda ma vede, vede oltre, attraverso, dentro. Margherita che supera, sopporta, resiste, sopravvive. Sopravvive con un dolore più grande di lei. Con un dolore che sembra non volerla lasciare andare. Un dolore che Giulia ha provato a strappare via. Ma lei non è forte, non ne è capace. Chiave. Porta. Lavoro. Torna Giulia. Adesso non ne è sicura. Non è sicura di quale Giulia sia appena tornata. Non è sicura di saper essere altro. Non è sicura di fingere, trattenere, nascondere. Non è sicura di conoscersi. Vorrebbe chiederlo a Margherita. Vorrebbe chiederle di scriverlo. Scrivere chi è Giulia. Margherita deve saperlo. Margherita deve vederlo. No, non può darle questa responsabilità. Margherita non deve conoscere questi pensieri. Margherita non deve preoccuparsi per lei. Giulia sta bene. Sta bene se Margherita continua a credere che nulla la faccia soffrire. Sta bene se Margherita sorride. Sta bene con Margherita. Passi. Bar. Caffè. Giulia sente di agire meccanicamente. Nulla nelle sue giornate sembra cambiare. Nessuna nuova emozione. Nessun nuovo gesto. Nessun nuovo volto. Nessun nuovo luogo. È ora di cambiare? È ora di urlare, parlare, svelare? Giulia smette di conoscere se stessa.

Sorrisi||Matteo PessinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora