Prologo - D

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Due anni prima

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Due anni prima

Una luce rossa, intermittente, illuminava di fuoco il soffitto candido della mia prigione.

Ed io, riversa scomodamente sulla mia schiena fracassata di mille colpi immaginari, scandivo il tempo con essa.

Uno, due e tre.

Uno, due e tre.

Dicevo, senza dirlo per davvero.

Nel caos della mia esistenza, era in essa che avevo trovato l'unica forma di pace che mi fosse concessa.

Ero da sola, da un numero inspiegabile di ore.

Tutti quanti mi avevano abbandonata nel momento più difficile della mia vita.

Ed io, per quanto ci provassi con tutte le mie forze, non riuscivo a dormire, sebbene gli occhi fossero da tempo più pesanti di un macigno.

Perciò, quel bagliore incendiante era tutto ciò che restava a riempire la mia vita.

L'unica cosa che mi permettesse di rimanere ancorata al mondo dei vivi.

Uno, due e tre... andava via e poi tornava.

Uno, due e tre... Questo è l'Inferno, il Purgatorio o il Paradiso?

D'improvviso un minuscolo raggio di sole mi si frantumò sul viso.

Bastò quello a ricordarmi cosa amavo più di ogni altra cosa prima che fossi reclusa in quel non-luogo.

Solo l'alba, colei che mi aveva generata, avrebbe potuto avere un'ascendente più forte su di me di quanto mai potesse averlo quella luce.

Mi volsi speranzosa, con il cuore martellante nel petto.

Il buio sconfitto dal giorno avrebbe curato tutte le mie ferite.

Quando riuscii a ruotare il capo verso l'unica finestra della stanza, rimasi delusa dal constatare che delle nuvole colme di tempesta avrebbero reso ostica l'osservazione del fenomeno atmosferico di cui portavo il nome.

Frustrata e con il viso contratto dallo sdegno contro le circostanze della vita, tornai a guardare la mia luce.

Fu solo allora che capii che qualcosa nella mia esistenza era appena cambiata per sempre.

Essa non c'era più.

Il soffitto era tornato di un bianco ingiallito dal tempo.

Non era soltanto quel lampo rosso a essersi disintegrato sotto chissà quale forza misteriosa; ero io ed era la mia anima ad aver perduto una parte di sé per l'eternità.

Non avevo ancora la possibilità di capire cosa potesse significare per me quella luce, perché a molti chilometri di distanza era accaduto qualcosa di cui io sarei stata informata soltanto tempo dopo, una volta che la libertà mi sarebbe stata restituita.

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