Capitolo 11 - Eracle

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Quella notte per Dawn non fu delle migliori

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Quella notte per Dawn non fu delle migliori.

Non era passato molto tempo da quando mi ero sdraiato sul letto di Boobs, quando udii i primi conati di vomito.

Le nostre camere erano attaccate ed era difficile non sentire ogni cosa.

Rimasi immobile per qualche minuto, cercando di capire quale sarebbe stato il modo migliore per comportarmi.

Non avevamo una confidenza tale da condividere un momento così intimo, tuttavia, non mi sembrava giusto restare inerte senza assicurarmi quanto la situazione fosse grave.

A quel punto, alzarmi mi parve l'unica soluzione possibile.

Bussai alla porta, chiedendole a voce alta, «va tutto bene?»

«Tra», si interruppe, e tutto ciò che sentii furono rumori di liquido che si abbatteva molto velocemente sulla porcellana del water, «tranquillo», terminò la parola che precedentemente aveva cercato di pronunciare.

«Vuoi che ti dia una mano?», solo dopo averlo detto, mi resi conto di quanto quella frase apparisse insensata in un momento simile.

«Tra poco non ci sarà più niente da espellere e starò bene», si schiarì la voce, rauca a causa dello sforzo.

«Va bene, Dawn. Se hai bisogno di me sai dove trovarmi.»

Tornai nella stanza di Boobs. Rivolsi uno sguardo distratto al di fuori della finestra, al sole che ormai era alto e sfavillante nel cielo. Chiusi le tapparelle per evitare che la luce disturbasse il mio sonno e, poi, semplicemente, mi rannicchiai tra le lenzuola che odoravano di lavanda e coiti molteplici, e mi addormentai di sasso.

Riaprii gli occhi dopo quello che mi parve un minuto. Tastai la porzione di materasso non occupata dal mio corpo, alla ricerca del mio cellulare. Quando lo trovai, appresi di essermi svegliato dopo sette ore di sonno ininterrotto.

Scrissi a Big, informandolo della mia posizione.

Era raro che io scomparissi del tutto dai radar, perciò non mi stupii che mi fossi ritrovato con un paio di messaggi preoccupati da parte dei miei amici.

A svolgere un lavoro come il mio si era sempre in pericolo, ma io ero presuntuoso al punto da credere che niente e nessuno avrebbe mai potuto farmi del male.

Feci una doccia veloce e indossai gli unici vestiti di Big che Boobs conservava nell'armadio. I suoi shorts mi stavano come pantaloni, ma l'importante era indossare qualcosa di pulito.

Mi preparai un panino e, dopo averlo mangiato rapidamente, pensai che sarebbe stato il momento giusto per andare via. Senonché mi accorsi della presenza su una mensola in cucina di una tisana allo zenzero che recava proprio tra i benefici l'aiutare il corpo a combattere la nausea.

Non ci riflettei troppo, qualche minuto dopo mi avviai verso la camera di Dawn con una tazza bollente colma quasi fino all'orlo di quel liquido.

«Sei sveglia?», mi sentii così stupido in quel momento.

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