Viola

332 28 0
                                    

Quando i miei occhi si sono abituati al cambiamento vedo il soffitto e le pareti letteralmente coperti da pipistrelli.

Davanti a me c'è un trono, in pietra, ricco di basso e altorilievi, rialzato rispetto al pavimento su cui siede la proprietaria di quella voce terrificante.

Rimango sconvolta da quello che vedo.

È una ragazza.
Penso che sia persino più giovane di me, sui 17 anni.
È bianchissima, più dei morti.
I capelli sembrano neri, ma hanno dei riflessi violacei le ricadono a onde sul seno fino ad arrivare alle cosce, le labbra e gli occhi sono di un viola scurissimo.

Gli occhi.
Quegli occhi.
Non riesco nemmeno a guardarli.
Ti scavano dentro, ti penetrano nella pelle, nelle ossa, nel sangue.
Quegli occhi sono la cosa più terrificante di tutta la mia vita.

Solo sentendomeli addosso mi sento debole, a disagio, un vuoto enorme mi si forma nel petto, il sangue mi si gela nelle vene, i brividi percorrono tutto il mio corpo, fatico a respirare, e sono pietrificata.

- GUARDAMI!- tuona.

Alzo lo sguardo e i suoi occhi mi catturano, non riesco a distogliere lo sguardo nonostante tutta la mia volontà.

Le sensazioni in me aumentano.
Il cuore batte a mille.

Dopo quelle che sembrano ore, ma sono solo pochi secondi la testa inizia a girarmi, continuo a fissare i suoi occhi, poi finalmente riesco a distogliere lo sguardo, e lei guarda in un altro punto della stanza.

Piano piano il mio corpo si rilassa.

È come se quei due ametisti mi avessero risucchiato l'anima.
La guardo.

Indossa un abito, viola scuro di velluto, la scollatura a cuore, le spalline sono appena sotto le spalle, le arriva fino alle caviglie lasciando scoperti i piedi scalzi. Lei ha un'aria imponente, regale, sicura di se, fiera, misteriosa, spietata, non si addice per niente alla sua età.

È seduta regalmente sul trono, schiena dritta, braccia sui braccioli, e viso serio.

Il suo sguardo torna nel mio e automaticamente il mio cuore accelera.

- smettila di fissarmi- il tono ora è più adatto all sua immagine.
Abbasso gli occhi.

Faccio per raggiungere la porta ma lei alza l'indice destro e questa si chiude velocemente provocando un sonoro tonfo.
Non mi sta guardando, fissa un punto indefinito.
- Fammi uscire!-

Nessuna reazione. Prendo un candelabro da un mobile e lo scaglio contro un vetro, l'oggetto rimbalza senza aver nemmeno scalfito il bersaglio.
La sento ridere e mi giro di scatto nella sua direzione.
- finiscila!-

Lei smette improvvisamente.

Si alza di scatto lasciandomi vedere per intero il suo corpo. Farebbe girare tutti i maschi del pianeta.

- NON AZZARDARTI A DIRMI COSA DEVO O NON DEVO FARE! - scende un gradino continuando a fissarmi, gli occhi trasmettono rabbia.
-TU SEI ENTRATA! TU HAI DECISO DI SFIDARMI! -un altro gradino. Il cielo diventa scuro.
-TU HAI DECISO DI SFIDARE LA MORTE! -
Ne scende ancora uno e arriva sul pavimento. Il cielo ormai è coperto da nuvoloni minacciosi, e i candelabri si accendono con un suo schiocco di dita.
-E ORA TU RESTI QUA!- ad una velocità strabiliante mi arriva a pochi centimetri di distanza e un fulmine cade poco distante dal castello.
È furibonda.

Si sente un TAC provenire dalla finestra centrale.
Ci giriamo.
Un pipistrello ci ha sbattuto dentro.

Il suo sguardo torna normale mentre fuori inizia a diluviare.
Arriva alla finestra che con un cenno della mano si spalanca.
Lei esce e prende il pipistrello, poi torna dentro e la finestra si richiude.
Sussurra qualcosa all'essere che è tra le sue mani.
Questo vola a un metro di distanza e prende sembianze umane.
È un ragazzo sui trent'anni.

Parla in una lingua strana, sembra antica.
Poi torna con la sua precedente forma e insieme ad un centinaio di suoi simili escono dalla finestra per andare chissà dove.

- tornatene a casa, ma fanne parola con qualcuno e tutti in questa città faranno una brutta fine-
Già cambiato idea?
- non dirmi cosa devo o non devo fare! Sono più grande di te-
A queste parole le sue labbra si schiudono in un sorriso.
I denti sono bianchissimi, perfettamente dritti, solamente i canini sono un po' più appuntiti e lunghi del normale.
- perché? Quanti anni hai?- chiede con tono divertito.
- 18, tu sei più giovane!-
- no, l'apparenza inganna, posso sembrare una diciassettenne ma non lo sono-
- e quanti anni hai?-
- 3666-

A queste parole mi si spalanca la bocca.
Lei muove un dito e la porta dietro di me si spalanca.

- vattene, e non farti rivedere mai più!-
La prima parte lo dice con tono sprezzante, la seconda invece come una minaccia.
Appena varco la soglia la sento ancora dire
- ti troverò, ovunque tu sia, è una promessa!- la porta mi si richiude alle spalle.
In fretta esco da quel posto.

Sono tutti lì, con gli ombrelli aperti ad aspettarmi.
Mi ricompongo in pochi secondi.
Devo pur mantenere la mia immagine.

- allora?- chiede uno.
- nulla di che- mi limito a rispondere in tono da so tutto io.

***
Aggiornerò una volta a settimana per essere più regolare, per chi non lo sapesse vi consiglio di leggere anche l'altra mia storia, lo sguardo umano del lupo, perché in futuro le due storie si uniranno.

L'incontro con il diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora