Vespa

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È passata una fottuta settimana.

Lei ovviamente è diventata la cocca dei prof, sa tutto e i risultati ovviamente sono numerosi dieci.

Ormai credo che abbia i numeri di tutti i ragazzi della scuola, il problema è che non ha un cellulare.
Ora stiamo passeggiando nel cortile.

- pensi di rispondere?! -
- e?- chiedo.

Alza gli occhi al cielo.

- ho detto...- si blocca e ascolta qualcosa.

Mi giro in direzione del casino.
Ci sono un gruppo di ragazzi che incitano uno a fare a pezzi una vespa con un coltello.
Seriamente? Non siete un po' cresciuti?

- comunque stavi dicendo?- chiedo, ma quando mi volto ha assunto uno sguardo duro.

Si sentono schiamazzi di esultanza, probabilmente l'ha fatto.

Muove una mano davanti al viso come per scacciare un insetto. Poi si sente un ronzio.
Torno a guardare i ragazzi che ora sono dentro una nuvola nera di vespe.

- perché?- chiedo.
- Ne hanno uccisa una- risponde fredda.
- è solo una vespa-

Mi fulmina con un'occhiataccia.
Le vespe se ne sono andate lasciando i "bambini" pieni di punture e diretti all'infermeria.

- lei è solo una vespa e tu solo un umano- mi dice con tono sprezzante.

Mi fissa e le cose circostanti iniziano a sbiadire e sfocarsi finché non ci ritroviamo su un tavolo del cortile, altezza formiche, circondate da ragazzi, di cui uno ha una vespa in mano.

Come cavolo ha fatto a prenderla?

Il mio cuore accelera immediatamente, sembra quasi che mi voglia uscire dal petto.
Mi sento toccata e questo non fa che aumentare la paura, ma che dico? Terrore!

Sento un bruciore tremendo alla schiena, come se qualcuno mi avesse strappato la pelle, poi un altro dolore sempre sulla schiena.
Le hanno strappato le ali.

La lascia cadere sul tavolo e io sento un colpo che mi mozza il respiro. Provo a scappare, sono frenetica, ma sento di nuovo quella orrenda sensazione, l'hanno ripresa.

Sento un dolore atroce sul culo, le hanno tranciato il pungiglione.
Poi un'altra fitta, questa volta alla vita, la stanno tagliando.
Sento un freddo tremendo entrarmi dentro.
Un altro dolore allucinante appena sotto il seno.
Non sento più il mio corpo e poi il buio.

Mi risveglio su un letto nell'infermeria.

- allora? Era solo una vespa, eppure hai gridato di dolore come se ti stessero scuoiando viva- dice lei.

- ho capito, ogni essere sente le cose esattamente come noi-

- finalmente sei sveglia, ti hanno sentita urlare in cortile, ti contorcevi e poi sei svenuta, per fortuna che la tua amica era con te-

La mia amica...certo, se non ci fosse stata lei non sarei qui!

- ma vuoi startene zitta troia?! - le dico.
Lei si limita ad andarsene.
Nella stanza siamo solo io, la vampiretta e il ragazzo della vespa.

- sai, è crudele quello che hai fatto- dice lei.
- era solo una vespa, ce ne sono tante al mondo-
- si, ma se non ci fossero loro, insieme a calabroni, le api non avrebbero praticamente cacciatori, o meglio, non avrebbero predatori in grado di sterminare un intero alveare a parte gli umani. E se cresce il loro numero producono più miele, quindi quando ne hanno a sufficienza smettono di produrlo, di conseguenza niente impollinazione e i vostri frutteti e ortaggi producono meno. Col tempo cresce la fame nel mondo, e vi decimerete.
Quindi il vostro destino può dipendere anche da una sola vespa. Tutto quello che fate è legato alla terra e agli animali, senza di essi non siete niente. -

- perché parli così? Tu sei umana-
- errore-

Muovendo un dito trancia il suo corpo alla vita. Lui lancia un urlo.

- eri solo un umano- lo taglia in modo da tranciargli il cuore.

Arrivano tre pipistrelli che prendono ognuno un pezzo del ragazzo e poi spariscono dalla finestra.
Schiocca le dita e la stanza si ripulisce.

- ovviamente questo vale anche per gli insetti spiaccicati dall'acchiappamosche, sopravvivono ancora per qualche decimo di secondo, pensa cosa provano in quei momenti-

- ora possiamo andarcene?-
- perché? È stata una mattinata così divertente-
- ha ha ha spiritosa-
- ma non hai motocross tra un quarto d'ora?-

Cazzo! Me l'ero dimenticato!
- muoviti!- le urlo.

Aspetta, sto accettando il fatto che lei venga con me?
Non mi riconosco più ormai.

Saliamo nella mia macchina.
Quando finalmente arriviamo saluto il mio maestro.

- hey Anastasia! Cosa ci fai qui?-
- sei cretino? Ho allenamento stupido!-
- ma non te lo hanno detto i ragazzi? Oggi niente-

Mi giro verso il gruppo di rincoglioniti decerebrati del turno prima.

- no-
- se lo saranno dimenticati-
- gli rinfresco la memoria-

Mi incammino nella direzione opposta alla loro, sempre seguita da lei.
Entro nel capanno dove molti di noi possono lasciare le moto.
Individuo le loro e le porto dietro la struttura.

Prendo gli attrezzi e ne smonto completamente due per poi prenderle tutte a martellate. Le restanti 4 mi limito a ad ammaccarle.
Prendo delle latte di benzina che sono lì vicino per il rifornimento e le rovescio sulle moto.
Dopodiché prendo l'accendino che ho in tasca e do fuoco alla benzina.

Ci avviamo verso l'uscita quando uno dei bastardi mi ferma.

- cosa sta succedendo di la? - si sentono gli scoppi delle moto che saltano in aria.

- niente di importante, le vostre moto sono appena saltate in aria- dico usando il tono più tranquillo che posso avere.
- cosa?-
- così imparate a dirmi le cose in tempo!-

Non faccio in tempo a fare un passo che arriva l'istruttore.

- ma che diavolo ti è saltato in mente?!-
Il diavolo ce l'ho di fianco non in testa!

- così imparano e se non mi lasci andare via immediatamente succederà la stessa cosa all'intero capanno! -

Torniamo dalla macchina.

L'incontro con il diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora