Prologo

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L'atmosfera era avvolta in una calma serena. Il manto scuro della sera si illuminava delle stelle scintillanti, pronte a danzare nel cielo per la magica notte di San Lorenzo. Un senso di attesa aleggiava nell'aria, come se le stelle stesse si preparassero a compiere il loro incanto. Strinsi forte il volante, imprecando mentalmente per aver accettato la chiamata della mia migliore amica che, da vera logorroica quale era, aveva iniziato a snocciolare pettegolezzi e informazioni a non finire. La strada sembrava deserta. I fari ingialliti della mia vecchia Citroën scivolavano sull'asfalto, arrivando a malapena a illuminarne il ciglio. Senza rendermene conto, la stanchezza della giornata iniziò a pesarmi sulle palpebre e, con distrazione, iniziai a muovere il volante per inerzia.

«Mi hai sentita, Juno?» Sollevai lo sguardo al cielo, la mia pazienza stava terminando. Avevo lavorato tutto il giorno ed ero corsa da mia nonna nella sua casa di riposo non appena ero riuscita a chiudere la libreria. Aveva voluto vedermi a ogni costo e solo per riuscire a darmi il suo regalo di compleanno. Inizialmente non me l'ero sentita, l'ultimo sollecito di pagamento del negozio ancora tormentava i miei pensieri e l'idea di festeggiare era l'ultima cosa che affollava la mia testa, ma alla fine avevo ceduto alle richieste di quella vecchietta strampalata.

«Juno?!»

«Sì! Ti sto sentendo, Miriam.»

«Allora dovresti rispondere, cielo!» Squittì da dietro lo schermo.

«Sto guidando...» Alzai gli occhi lasciandomi andare a un lieve sospiro che sperai non avesse udito. Miriam era piena di energie, una specie di uragano di emozioni sempre positive ed era davvero difficile starle dietro.

«Dove sei stata? Non è un po' tardi per uscire da lavoro?» Sollevai lo sguardo verso l'ora nel cruscotto della macchina. Eh sì, era molto tardi, ma la nonna aveva insistito affinché rimanessi con lei almeno fino alle dieci e non ero riuscita a ribattere.

«Ero da mia nonna, sai quanto ci tiene al mio compleanno.»

«Ti ha fatto un altro dei suoi regali antiquati?» Chiese quasi annoiata. Ci pensai un attimo, effettivamente non mi aveva mai regalato niente di nuovo, erano tutti oggetti che possedeva lei stessa sin da quando era bambina, alcuni erano persino appartenuti a dei lontani parenti. Nonostante Miriam non apprezzasse lo stile vintage, ed eravamo entrambe d'accordo, adoravo l'idea di possedere i ricordi della nonna.

«Penso di sì...» Risposi frenando davanti a uno stop.

«Come "pensi"

«Beh, che tu ci creda o no, quest'anno mi ha regalato una collana decisamente carina!» Esclamai fissando il ciondolo che portavo al collo. Aveva una catenina dorata e un pendente quadrato dello stesso colore, con all'interno una gemma rossa che scintillava alla luce. L'avevo indossata senza pensarci due volte e le sue dita callose mi avevano aiutata. Il suo viso sereno quando mi ero voltata verso di lei era stata la cosa più bella che avessi potuto vedere.

«Sul serio? Non è qualcosa di brutto come quegli orecchini pendenti bluastri?» Scoppiai a ridere a quella domanda. Non potei non ripensare a quel regalo. Erano inguardabili, ma per la nonna li avevo messi almeno due giorni, inviandole foto in ogni momento, poi supportata da Miriam li avevo depositati in una scatola di legno con gli altri regali.

«Tra quanto pensi di arrivare al Rift?» Chiese all'improvviso sviando dalla conversazione.

«Non lo so, sono appena uscita da Ranlow, credo che avrò ancora trenta minuti...»

«Vedi di muoverti! Questa sera festeggiamo il tuo compleanno, baby!» Gridò come una pazza.

«Ho invitato anche Rick» aggiunse divertita facendomi sussultare.

«Cosa hai fatto?!»

«Voi due dovete fare pace.»

«Mi ha tradita!» Cercai di difendermi. Se c'era qualcuno che desideravo evitare di vedere era proprio il mio ex. Dopo averlo mantenuto per mesi in casa mia, lo avevo ritrovato nel mio letto con una tipa che aveva conosciuto al Rift la sera prima. Inutile dire che lo avevo cacciato di casa e con tutte le sue cose al seguito. Tre anni di relazione buttati nel cesso.

«I cervi più belli hanno le corna più grandi! Muoviti!» Continuò lei riattaccando la chiamata. Scoppiai a ridere per l'ennesima volta, preparandomi mentalmente a quella fatidica serata. Istintivamente la mia attenzione ricadde sul cielo scuro e fu allora che una stella cadde in linea retta. Fu rapida, così lesta che quasi pensai di averla immaginata.

«Una stella cadente!»

Pensai a cosa desiderare, ne avevo tanti di sogni nel cassetto, dopotutto. Poi, improvvisamente, pensai al fatto che avrei tanto desiderato che la mia vita prendesse una ventata d'aria nuova e fu allora che uno strano bagliore rosso mi oscurò la vista. Girai il volante con frenesia, prima a destra e poi a sinistra, come se potessi sfuggire al destino con un'abile manovra. La luce rossastra che aveva invaso l'abitacolo si attenuò improvvisamente, lasciando spazio all'oscurità. Poi, di fronte a me, due occhi gialli brillarono con intensità animale, fissandomi con una determinazione inquietante.

Non riuscii a frenare in tempo. L'impatto fu violento, un tumulto di metallo contorto e scintille. Fui catapultata in avanti, poi brutalmente indietro, il respiro sospeso in un attimo di puro terrore. La macchina si fermò con un tonfo sordo, come se avesse colpito qualcosa di solido.

Trascorsero alcuni interminabili minuti, prima che avessi il coraggio di aprire gli occhi. La mia testa continuava a domandarsi se fossi ancora viva e, se sì, come avessi fatto a sopravvivere. Il fumo nero del motore inceppato avvolgeva l'aria, densa e umida. Tossii ripetutamente, sventolando la mano davanti al viso per cercare di dissipare la nuvola tossica. Le mani, tremolanti, fremevano sulla fibbia della cintura che, ovviamente, aveva deciso di incepparsi nuovamente. Quando finalmente riuscii a emergere dall'auto, il fumo proveniente dal motore mi avvolse completamente, rendendo ancora più complicato lo sforzo che già stavo facendo per respirare.

Mi avvicinai al cofano devastato dalla collisione, il cuore ancora martellante nel petto. Non c'era traccia della creatura che avevo colpito, ma sul cofano, due enormi artigli erano incisi profondamente, lasciandomi addosso un brivido gelido che sapeva di terrore.

ANGOLO AUTRICE

Emozionata é dire poco. Sono pronta per questa nuova avventura! E voi?
Cosa ne pensate di questo prologo?

Shen-L'ombra del dannatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora