Toccai nuovamente il terreno dopo ore che parvero secoli. La stanza intorno a me girava, come la mia testa. I ricordi precedenti invasero la mente e quell'animale gigante, dagli occhi lucenti, ritornò a palesarsi nella memoria. Auto, si chiama così. Da una parte essere uno Shen aveva i suoi vantaggi. Potevano trascorrere secoli, centinaia di migliaia di secoli senza mai mettere il naso fuori dall'Altrove, ma la conoscenza si palesava all'improvviso nel cervello. Guardai la stanza in cui mi trovavo. Sapeva di vaniglia e di chiuso, come se non fosse mai stata utilizzata. C'era una specie di libreria enorme davanti a me e un letto disfatto che dubitavo fosse mai stato utilizzato. Non era la casa di Magdalena, potevo esserne certo. La domanda che in realtà dovevo pormi era una e una soltanto: dove mi trovavo? Senza rendermene conto avanzai fino alla finestra, il mio corpo riflesso nel vetro di quest'ultima. Un'anima oscura raccolta in un contenitore altrettanto maligno. Squadrai gli artigli, la pelle nodosa e nerastra e gli occhi di un giallo così intenso capace di attirare l'attenzione, come un'enorme distesa di girasoli in un campo. Il mio corpo rabbrividì a quella vista e, senza pensarci due volte, mutai aspetto. La testa venne coperta dai capelli biondi e corti di quando ero ancora un ragazzo, il fisico tonico e massiccio e gli abiti del momento. Non avrei mai pensato di tornare a utilizzare il mio aspetto da umano, ma ciò che avevo vissuto mi aveva segnato nel profondo. Improvvisamente la memoria di ciò che era accaduto tornò a manifestarsi. Tara, Magdalena, il rubino... Quel maledetto gioiello! Doveva essere lì intorno! Dovevo trovarlo a ogni costo. Avevo fatto una promessa a Tara, dovevo proteggere quella mocciosa e uccidere Magdalena... Già, l'ultima parte non era stata specificata, ma io la desideravo vedere riversa su un pavimento, immersa in una gigantesca pozza di sangue.
Sicuramente quel gioiello doveva essere stato nascosto da qualche parte in quella stanza. Udii appena qualche passo raggiungere la porta chiusa, ma non gli diedi tanto peso. Se avessi trovato quel maledetto rubino, forse sarei riuscito persino a capire cosa fosse accaduto alla mia persona quella notte. Iniziai a tirare fuori i libri dalla gigantesca libreria. I miei occhi scivolavano su tomi con scritto "Cime tempestose", "Sfida al castello", "Infernale- La guerra degli angeli", nomi così assurdi che iniziai a dubitare fossero di una sciamana o di una Sorella. Non mi resi neppure conto di aver iniziato a gettarli indietro per farmi spazio, finché una voce non raggiunse le mie orecchie.
«Chi diavolo sei? Come sei entrato?» Non mi voltai. Una Sorella o una sciamana mi avrebbe già attaccato se mi avesse visto. Continuai a farmi i fatti miei, pensando fosse una comune umana a cui poter far credere qualsiasi cosa. Se si fosse rivelata troppo molesta, le avrei snocciolato qualche stupidaggine e l'avrei rispedita da dove era venuta.
«Rispondi!» Urlò furiosa la voce facendomi intuire che forse, la creaturina umana, fosse proprio testarda. Mi alzai lentamente, seccato da quell'intrusione. La ragazza stringeva una padella tra le mani sottili e mi squadrava con gli occhi verdi sgranati. Era magra, ordinata e profumava di un profumo particolare. Giglio, giglio bianco per l'esattezza, un profumo così travolgente da farmi arricciare il naso. L'avrei fatta credere pazza, dopotutto funzionava sempre con gli umani. Sì, era un'ottima strategia.
«Mi vedi...» Risposi con voce tonante, affilando lo sguardo sul suo fisico sottile. Non aveva niente che la collegasse a una sciamana e neppure a una lontana parente di Magdalena, era una comune umana che avrei potuto raggirare con facilità. Ero persino pronto a fingermi un malato di mente per farmi lasciare stare, poi nel mio cervello si pose una domanda fondamentale: se ero uscito dal rubino, qualcuno doveva avermi evocato, dunque chi era stato? Forse la ragazzina?
«Sto per chiamare la polizia.» Affermò convinta, sollevando il mento con aria fin troppo fiera e sicura di sé. Avrei tanto voluto riderle in faccia, ma la situazione sembrava essere davvero particolare e preferivo porre chiarimenti al più presto. Ero certo che mi avesse fatto qualcosa, che quella ragazzina non fosse una semplice umana e iniziai a pensare che il motivo per cui mi trovavo lì era a causa sua.
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Shen-L'ombra del dannato
ParanormalI° VOLUME Juno è all'apparenza una ragazza normale, ma una notte, mentre sta tornando a casa, il ciondolo regalatole dalla nonna per il suo compleanno si illumina e la porta a sbandare, investendo qualcuno o qualcosa. Al mattino, nel suo appartament...