Capitolo 32

229 15 15
                                    

Il ticchettio delle scarpe di Zarah aveva ottenuto il primato tra i suoni più fastidiosi del mondo che avessi mai udito. Nervosamente, la donna camminava nel container avanti e indietro. Le braccia incrociate e la mano destra a sorreggere il mento in una posa pensierosa e al tempo stesso nervosa. La fissai per un tempo che parve infinito e così le altre Sorelle che non accennarono un solo istante a bisbigliare o a compiere un qualsiasi tipo di suono. Ero certa, che persino le mosche avessero smesso di volare. Improvvisamente la donna si arrestò e si voltò nella mia direzione. I suoi occhi di sangue scivolarono sulla mia figura accucciata a terra, le labbra strette in due fili appena visibili.

«Tu sei dalla sua parte!» Affermò convinta ottenendo in risposta soltanto un aggrottamento delle sopracciglia.

«Questo è un piano di quella pazza e tu sei la sua complice, non c'è altra spiegazione!» Continuò tornando a camminare.

«Ti stai sbagliando» intervenni. Come poteva anche solo pensare una tale assurdità? Se fossi stata dalla parte di Magdalena, non mi sarei finta una ragazzina sprovveduta con due Shen al seguito, ma sarei entrata nell'accampamento portando scompiglio senza pensarci due volte. Sentii un fremito lungo le dita della mano sinistra e qualcosa spingere fuori per uscire.

«Sonya! Organizza un rafforzamento del cerchio protettivo!» Sputò subito un ordine verso una Sorella intenta a fissarci con aria tesa. La donna scattò sull'attenti all'istante e, senza farselo ripetere due volte, scivolò fino alla porta e svanì.

«Stai esagerando...» Sibilai afferrandomi la mano con la destra e portandola tra le cosce nel tentativo di nasconderla. Ero certa che qualcosa di anomalo stesse per balzare fuori. E non avevo affatto intenzione di mostrarlo a lei.

«Taci, insulso essere! Non dovresti nemmeno esistere! Macchiare la stirpe degli sciamani in questo modo... Questo è un sopruso!» "Sopruso". Era ridicolo quel termine udito dalla sua bocca, da quella di una Sorella. Un ghigno sghembo e infastidito balzò fuori sul mio volto. Da quale pulpito. Quella parola rimbalzava nella mia testa senza riuscire a trovare un'uscita, come una pallina impazzita. Sentii la rabbia affiorare sotto la mia pelle e istintivamente ringhiai.

«Voi avete usato gli Shen come schiavi e parli di soprusi

«Sono stati loro i primi a voltarci le spalle, quando la sete di sangue è stata più forte della loro ragione.»

«Non vi siete fermati a chiedervi il perché?» Gridai sbattendo con forza il pugno sul pavimento. Fu una reazione eccessiva, ma sentivo le nocche bruciare come se la mia pelle fosse stata messa a contatto prolungato con una fonte di calore eccessiva. Zarah affilò lo sguardo su di me e si avvicinò a passi lenti, fino ad abbassare il busto quel tanto che gli bastava per essere al pari con il mio viso. Una piccola ciocca biancastra scivolò dal suo chignon, ma non se ne curò, la lasciò ondeggiare tra gli occhi, non perdendo di vista il suo obiettivo: me

«Quando la tua gente viene massacrata, non ti fermi a porti molte domande. Anime comuni sono divenute Demonium, Wendigo e i Mortou...Bestie prive di ragione. Dio solo sa cosa accade nell'Altrove...»

«Io ci sono stata! E sta accadendo il peggio a causa di Magdalena. Gli Shen sono innocenti!»

«Tu attraversi i mondi...» Fu quasi incredulo il tono della sua voce che parve persino tremare. Le sue pupille si dilatarono e il respiro rallentò per un brevissimo istante. Mi ritrovai a ingoiare la saliva che si era annidata nella mia bocca e presi una profonda boccata d'aria, prima di risponderle con tutta la sicurezza che possedevo.

«Dovete aiutarci a fermarla!» Zarah rise, una risata così rumorosa da essere persino fastidiosa. Gettò la testa indietro e passò le mani sulla testa con l'intento di sistemare le ciocche sfuggite al controllo, poi il suo viso affilato tornò su di me. Si inumidì le labbra con la lingua e drizzò il mento con fierezza.

Shen-L'ombra del dannatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora