Capitolo 22

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Sobbalzai nella semioscurità della stanza

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Sobbalzai nella semioscurità della stanza. Il tepore delle coperte avvolgeva il mio corpo madido di sudore. Dalle tapparelle della finestra scivolavano delle fioche righe di luce che andavano a depositarsi sul materasso e, senza rendermene conto, mi ritrovai a scostare le lenzuola per alzarmi. Restai seduta per qualche istante, con i piedi nudi ciondolanti e una strana sensazione angosciante sul petto. Sentivo i capelli appiccicati alla pelle del collo e la testa pulsare come dopo una sbornia indimenticabile, ma non ero andata a divertirmi. Avevo sognato, come tante persone fanno, ma il mio si era rivelato essere un incubo, diverso da quelli comuni dove vengono mostrate le proprie paure. Il mio mi riconduceva nell'Altrove, davanti a quel portale oscuro dove gli Shen si spingevano a forza per uscire. Era macabro. Raccapricciante. Qualcosa che avrei voluto evitare di vedere ancora una volta. La mia attenzione ricadde sul comodino accanto al letto. Il ciondolo della nonna era lì, fermo e immobile, come se niente di tutto ciò non fosse accaduto per colpa sua.

«Juno? Il caffè è pronto e noi abbiamo delle cose da fare.» La voce di Ivory uscì da dietro la porta della mia camera. Non ottenendo risposta alcuna, la giovane iniziò a bussare con insistenza. Passai la mano sulla fronte, rimuovendo quelle minuscole gocce di sudore ancora appiccicate sulla pelle e sospirai. Perché diamine avevo messo a disposizione casa mia? Mi alzai di scatto e spalancai la porta con forza, ritrovandomi davanti il viso pallido della Sorella. Aveva truccato gli occhi con una sottile linea di eye-liner e lasciato sciolti i capelli perlati che scivolavano lungo le spalle e coprivano parzialmente la benda sulla spalla.

«Puoi smetterla di fare questo baccano?»

«Ti senti bene?» Chiese dischiudendo appena le labbra carnose ricoperte da un lieve strato di rossetto rosso. Non adoravo particolarmente i colori scuri e il genere punk, ma dovevo ammettere che Ivory riusciva a risaltarsi alla perfezione con quello stile.

«Ho fatto un incubo, tutto qui» borbottai scuotendo la testa.

«Bene, allora lavati e vestiti. Devi innalzare una barriera protettiva intorno alla casa.»

«Non puoi farlo tu? Io nemmeno l'ho mai fatto!» Se c'era una cosa che avrei voluto fare prima di tutto era una doccia calda e poi gettarmi su una poltrona a leggere un libro. Tra le ultime cose si sarebbe presentata l'idea di darmi alla magia, ma la bionda non sembrava dello stesso parere e la sua espressione mutò all'istante in qualcosa di amareggiato.

«Già... A tal proposito...Potremmo avere dei problemi di cui parlare...»

***

La tazza del caffè aveva smesso di fumare da po' e l'idea di assaporare il suo contenuto era svanita nel momento in cui Ivory aveva deciso di svelare il suo segreto.

«Non hai i tuoi poteri? E lo dici solo adesso?» Sbottai furiosa per quella dimenticanza nei nostri confronti. La bionda sbuffò infastidita e tornò a sorseggiare il caffè, poi adagiò la tazzina sul piattino e assunse l'espressione più annoiata che potesse fare.

Shen-L'ombra del dannatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora