I° VOLUME
Juno è all'apparenza una ragazza normale, ma una notte, mentre sta tornando a casa, il ciondolo regalatole dalla nonna per il suo compleanno si illumina e la porta a sbandare, investendo qualcuno o qualcosa. Al mattino, nel suo appartament...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Caos. Quattro lettere, una parola che racchiude centinaia di emozioni contrastanti. Potresti anche urlare a squarciagola, ma nessuno ti ascolterebbe. Per quanto tu possa trovarti al centro di un tumulto, in realtà sei solo. In mezzo alla calca di gente in fuga, non troverai qualcuno pronto a voltarsi verso di te. Questo pensiero mi attraversò la mente mentre osservavo le persone scappare, strillando e scalpitando come cavalli impazziti. Vidi Zarah disperdersi tra la folla, spintonata da corpi in movimento. Poi, tra tutti, una donna si fermò di fronte a me. Le sue mani nodose si strinsero attorno alla gola, come se stesse per soffocare. Il suo volto divenne paonazzo, e i grandi occhi scuri scintillarono d'angoscia. Il corpo tremava, colpito da spasmi violenti che la costringevano a contorcersi. La guardai, sconvolta e confusa. Sembrava una bambola, una marionetta guidata da fili invisibili. Poi, all'improvviso, si fermò. Gli occhi umidi si incastonarono nei miei. Attimi di attesa. I battiti del cuore si rallentarono, per poi esplodere di nuovo nel caos. La donna portò le mani alla testa e iniziò a gridare, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono; solo tentacoli fitti e viscidi che si snodavano, rendendo impossibile discernere la loro origine. Le unghie cercavano di graffiare la pelle, ma si squarciavano invece, mentre quei lunghi tubicini mollicci si allargavano, sospesi a mezz'aria. Poi, di colpo, tutto tacque. Il tempo parve fermarsi, per riprendere a scorrere con una velocità che non mi permise di rendermi conto di essere diventata la vittima di quei tentacoli, che tentavano di afferrarmi con movimenti serpentino. Ma qualcosa li fermò. Dalla pancia della donna apparve una mano, e poco dopo il suo corpo cadde prono davanti ai miei occhi. Una mosca, uscita dalla bocca aperta, volò via barcollando. In piedi, davanti a me, Xavier osservava schifato l'insetto che si adagiava sul suolo, privo di vita.«Ti hanno fatto del male?» Domandò il demone avvicinandosi con fare premuroso. Avrei voluto sorridere e bearmi di quel pensiero gentile, ma la situazione non me lo permise.
«Lo sapresti in tal caso.» Xavier annuì e si gettò alle mie spalle iniziando a lavorare sulle corde che legavano i miei polsi. Le sentii stringersi maggiormente fino a lacerarmi la pelle e fui certa che riuscì a percepire il dolore persino Xavier, perché sibilò un'imprecazione molto colorita.
«Cosa sono?» Gli chiesi sconcertata osservando il corpo della donna davanti a me. Xavier sciolse i nodi della corda e si sporse lungo quella del mio collo, iniziando a trafficare con più velocità.
«Mortou. Creature simili a mosche, entrano nei corpi delle vittime e le fanno impazzire fino a ucciderle.» Erano loro i Mortou. Non ero riuscita a trovare quasi niente di loro nel manuale della nonna ed erano una vera incognita, ma se erano capaci di fare ciò che avevo visto, eravamo rovinati.
«Siamo in pericolo!» Squittii terrorizzata al solo pensiero di finire nelle condizioni di quella poveretta, ma Xavier sbuffò e mi sollevò in piedi, per poi spingermi in avanti. Iniziammo a correre verso il bosco. Le grida della gente erano così forti da farmi sobbalzare a ogni passo. Vedevo le persone dimenarsi, altre scappare. Corpi riversi a terra in pozze di sangue e Sorelle pronte a combattere la loro stessa famiglia.