Capitolo 34

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Caos. Quattro lettere, una sola parola e centinaia di emozioni contrastanti. Potresti persino provare a gridare a squarcia gola, ma nessuno ti udirebbe, perché per quanto tu possa ritrovarti al centro del caos più totale, in realtà sei solo. In mezzo alla calca di gente in fuga, non troverai qualcuno pronto a voltarsi per te o, almeno, era quello che pensavo mentre osservavo la gente fuggire strillando e scalpitando come cavalli impazziti. Osservai Zarah disperdersi tra la folla, spintonata da centinaia di corpi in movimento. Non riuscivo a comprendere, non aveva senso, finché una donna, tra tutti gli altri, si arrestò davanti a me. Le sue mani nodose iniziarono a risalire la gola, come se stesse per soffocare. Il volto divenne paonazzo e i grandi occhi scuri scintillarono. Il corpo si mosse, colpito da spasmi violenti che le smuovevano le spalle in varie direzioni. La guardai, sconvolta e al tempo stesso confusa. Sembrava che fosse divenuta una bambola, una specie di marionetta mossa da fili invisibili, poi si arrestò. Gli occhi umidi incastonati nei miei. Attimi di attesa. Battiti del cuore rallentati e poi di nuovo il caos. La donna portò le mani alla testa e iniziò a gridare, ma dalla bocca non uscirono suoni, bensì tentacoli così fitti da impedire di vederne l'origine. Le unghie provavano a scalfire la pelle graffiandola e squartandola, finché quei lunghi tubicini mollicci non si ampliarono così tanto da arrestarsi a mezz'aria. Allora tutto tacque di nuovo. Il tempo parve arrestarsi e poi ripartì di nuovo, così veloce che non mi resi conto di essere la vittima di quei lunghi tentacoli che, con un balzo serpentino, tentarono di afferrarmi, ma qualcosa li arrestò. Nel ventre della donna apparve una mano e, poco dopo, il corpo cadde prono davanti ai miei occhi. Dalla bocca aperta della donna, una mosca volò via barcollando. In piedi, davanti a me, Xavier osservava schifato l'insetto che si adagiava al suolo, privo di vita.

«Ti hanno fatto del male?» Domandò il demone avvicinandosi con fare premuroso. Avrei voluto sorridere e bearmi di quel pensiero gentile, ma la situazione non me lo permise.

«Lo sapresti in tal caso.» Xavier annuì e si gettò alle mie spalle iniziando a lavorare sulle corde che legavano i miei polsi. Le sentii stringersi maggiormente fino a lacerarmi la pelle e fui certa che riuscì a percepire il dolore persino Xavier, perché sibilò un'imprecazione molto colorita.

«Cosa sono?» Gli chiesi sconcertata osservando il corpo della donna davanti a me. Xavier sciolse i nodi della corda e si sporse lungo quella del mio collo, iniziando a trafficare con più velocità.

«Mortou. Creature simili a mosche, entrano nei corpi delle vittime e le fanno impazzire fino a ucciderle.» Erano loro i Mortou. Non ero riuscita a trovare quasi niente di loro nel manuale della nonna ed erano una vera incognita, ma se erano capaci di fare ciò che avevo visto, eravamo rovinati.

«Siamo in pericolo!» Squittii terrorizzata al solo pensiero di finire nelle condizioni di quella poveretta, ma Xavier sbuffò e mi sollevò in piedi, per poi spingermi in avanti. Iniziammo a correre verso il bosco. Le grida della gente erano così forti da farmi sobbalzare a ogni passo. Vedevo le persone dimenarsi, altre scappare. Corpi riversi a terra in pozze di sangue e Sorelle pronte a combattere la loro stessa famiglia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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