Inchiodai nel parcheggio della casa di riposo facendo stridere le gomme. L'auto emise un suono strano, ma non mi soffermai più di tanto a comprenderne le ragioni e scesi dalla macchina con un movimento estremamente agile. Intorno a me recava il silenzio più profondo, sicuramente a causa dell'ora tarda della notte e della zona abitata prevalentemente da anziani. Digrignai i denti al solo pensiero che quel maledetto demonio avesse osato anche solo immaginare di sfiorare mia nonna e spalancai la portiera dell'auto, sbattendola, poco dopo, con enfasi.
Lo avevo visto sparire davanti ai miei occhi non appena si era reso conto che quel dannato sigillo non poteva essere che opera di una sciamana. Avevo preso la macchina ed ero corsa a più non posso sfiorando persino i limiti di velocità. Inutili erano state le mie telefonate alla reception e il cuore aveva iniziato a battere all'impazzata. Maledetti Shen!
Arrancai sul breccino che conduceva all'ingresso della struttura e per poco non mi slogai la caviglia a causa dei tacchi alti, ma me ne fregai e non appena raggiunsi la porta a vetro iniziai a suonare il campanello. La fioca luce aranciata di una lampada illuminava il bancone, accompagnato da una magnifica pianta a foglie larghe che circondava due minuscole poltrone, poste ai lati di un tavolino di vimini. Cominciai a battere il pugno sul vetro senza mai arrestarmi, finché la figura di Luisa non si affacciò.
«Juno?» Quasi inciampò sui suoi stesi passi nel tentativo di raggiungermi e, non appena aprì la porta, la superai senza degnarla di attenzioni.
«Juno!»
«Devo vedere la nonna!» Risposi di rimando iniziando a correre lungo i corridoi. L'odore di disinfettante mi fece arricciare il naso, ma avevo ben altro a cui pensare e, nonostante le grida di Luisa, continuai a percorrere la distanza che mi separava dalla camera della nonna.
«L'orario delle visite è terminato! Non farmi chiamare la sicurezza.»
«Oh sì! Chiamala!» Mi voltai appena per dirle che aveva avuto una buona idea. La poveretta aveva l'aria affannata e le guance arrossate. La porta della stanza si palesò davanti ai miei occhi e non attesi oltre, mi ci fiondai sopra senza neppure bussare, ritrovandomi davanti una scena davvero strana. Il letto davanti a me era disfatto e la nonna era comodamente seduta sopra di esso, con in mano una strana scatolina contenente qualcosa di scuro e liquido. Sul pavimento erano stati distribuiti sassi di varie forme e colori e addirittura delle erbe in vari vasetti con al fianco delle candele profumate, alcune delle quali erano spente e lasciavano uscire del fumo grigiognolo.
«Juno?» mi chiamò la nonna con aria sorpresa. Era rivolta verso l'armadio e aveva le maniche della camicia da notte arricciate fino al braccio, dove segni neri facevano strada sulla pelle.
«E tu chi sei?» Luisa entrò nella stanza e fissò l'energumeno appoggiato all'anta del mobile. Lo Shen irrigidì la mascella e, subito dopo, con aria stizzita, lasciò ondeggiare la mano con fare elegante e la ragazza sembrò perdersi nei suoi pensieri. I suoi occhi, prima lucidi e vividi, divennero opachi, come incantati e in, poco tempo, afferrò la porta dietro di sé.
«Credo di dovervi lasciare da soli, fate pure con comodo...» Luisa uscì senza più prestarci attenzione e non potei fare altro che tirare un sospiro di sollievo, prima di rendermi conto che quel pazzo aveva lanciato un incantesimo alla donna.
«Sei forse impazzito?» Gli urlai contro, ma Xavier non accennò a mutare la sua espressione annoiata e ben presto capii che sarebbe stato inutile parlare con lui. Mi voltai verso la nonna e la raggiunsi stando attenta a schivare quei barattoli distesi.
«Nonna, stai bene? Ti ha fatto del male?» Le toccai le gambe, accucciandomi ai suoi piedi e scrutando con attenzione ogni singolo centimetro di pelle ricoperto dalla tintura nerastra e ancora fresca che stringeva in una ciotolina di legno. Erano dei disegni davvero particolari e alcuni persino strani che mi sembrava di aver visto nel libro che mi aveva dato, ma non ne ero certa.
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Shen-L'ombra del dannato
ParanormalJuno è all'apparenza una ragazza normale, ma una notte, mentre sta tornando a casa, il ciondolo regalatole dalla nonna per il suo compleanno si illumina e la porta a sbandare, investendo qualcuno o qualcosa. Al mattino, nel suo appartamento, un giov...