Tait fermò la sua macchina sportiva davanti all'ingresso del palazzo nel quale si trovava il suo appartamento e uscì dalla stessa per poi lanciare le chiavi a uno degli addetti al parcheggio delle macchine e entrare nell'edificio.
-buongiorno signor Harper- lo salutò il portinaio sorridendogli e Tait rispose al sorriso mantenendo sul viso i suoi occhiali da sole per nascondere principalmente le occhiaie della serata appena trascorsa.
-buongiorno Donald- rispose poi il moro con un cenno della testa e si diresse verso l'enorme ascensore che per sua fortuna era già al piano terra. In quel momento il ragazzo voleva solo e soltanto dormire visto che non lo aveva fatto e come al solito era ancora sorpreso di se stesse per essere riuscito ad arrivare a casa sano e salvo guidando la sua macchina.
L'ascensore fu abbastanza veloce e in pochissimo tempo riuscì a raggiungere il suo appartamento che era anche uno dei pochi che occupava quasi completamente il piano, solo una piccola parte dello stesso infatti era occupata da un altro piccolo appartamento ma Tait non si preoccupava della cosa anzi era felice che l'ascensore non desse direttamente dentro il suo appartamento. Aveva sentito di persone che si erano trovate ad avere per caso estranei in casa e lui non voleva assolutamente fare la loro stessa fine, odiava avere estranei non invitati a casa sua.
Il ragazzo lasciò cadere a terra la sua borsa a tracolla per poi dirigersi verso il bagno per farsi una meritata doccia visto che si sentiva addosso ancora l'odore di alcol e frittura. Quello stesso pomeriggio sarebbe andato a trovarlo uno degli ultimi ragazzi con il quale era uscito qualche sera e aveva in mente di passare tutto l'intero pomeriggio a letto. Non era più a casa con i suoi genitori quindi nessuno avrebbe potuto dirgli che stava perdendo tempo.
Il ragazzo si fece in realtà un bagno caldo e ci mise anche più di quanto si era prefissato ma per sua fortuna riuscì ad uscire dalla vasca da bagno abbastanza in anticipo rispetto all'arrivo di Pim. Riuscì a stento a mettersi una maglietta a maniche corte e un pantalone della tatua che sentì il citofono suonare e lo raggiunse velocemente rispondendo.
-dimmi Donald- perché Tait sapeva che c'era l'uomo dall'altro capo del citofono.
-c'è qualcuno per te e...-
-fallo salire- non lo lasciò finire Tait che rimise al suo posto anche il citofono pensando ovviamente che fosse Pim che era arrivato leggermente prima del previsto. Il moro andò tranquillamente verso la cucina aprendo il frigorifero in cerca di qualcosa da mangiare velocemente prima dell'arrivo della sua compagnia ma non fece in tempo a prendere niente che qualcuno si attaccò quasi con insistenza al suo campanello. Tait alzò gli occhi al cielo pensando mentalmente che avrebbe dovuto dire a Pim di non attaccarsi mai più al campanello in quel modo e che una sola volta bastava eccome.
Quando finalmente andò ad aprire la porta difronte a se non vide nessuno e rimase parecchio sorpreso tanto che iniziò a pensare che qualcuno gli stesse facendo uno scherzo di cattivo gusto e fece per chiudere la porta ma qualcosa la bloccò e finalmente Tait abbassò il suo sguardo azzurro e notò una bambina che lo stava guardando con i suoi stessi occhi azzurri.
-e tu chi sei? Ti sei persa?- le domandò guardandosi nuovamente intorno per capire se ci fosse qualcun altro ma sembrava essere completamente da sola.
-papa!- disse lei sorridendogli e Tait sbiancò completamente.
-ehm piccolina credo che tu ti sia confusa sai?-
-no, tu sei papà- continuò convita lei -abbiamo gli stessi colori- e indicò i suoi capelli mori e i suoi occhi azzurri che effettivamente erano gli stessi di Tait.
-piccolina anche se è possibile io non sono il tuo papà- cercò di dirle Tait piegandosi per essere alla sua stessa altezza -io non ho figli-
-mamma ha detto che tu sei papà- continuò tranquillissima lei-
-tua madre si sarà confusa- cercò di farla ragionare Tait -dov'è la tua mamma?-
-mi ha detto di venire da te papà- la bambina sembrava non voler sentire ragioni e anzi ne approfittò per entrare nell'appartamento del moro e buttarsi sull'enorme divano dello stesso ridacchiando -ma è morbidissimo-
-non sono il tuo papà, se vuoi ti aiuto a cercarlo- provò a dirle Tait che non voleva avere minimamente problemi per la presenza di quella bambina li.
-no, sei tu il mio papà- mentre lei sembrava davvero convintissima di essere sua figlia.
-come ti chiami piccolina?-
-Estelle Harper- disse lei e Tait sospirò chiedendosi di chi fosse la madre della bambina e perché le avesse detto che era lui suo padre quando in realtà lui con una donna non ci era mai realmente stato.
-okay Estelle e quanti anni hai?- chiese ancora il ragazzo curioso.
-cinque- sorrise la bambina -e papà festeggerà con me il mio sesto compleanno-
-piccolina non sono il tuo papà quante altre volete te lo devo dire?- domandò Tait passandosi una mano tra i capelli.
-se non ci credi mamma ha detto che puoi fare anche il test di paternità e che uscirà che sono tua figlia- e con quelle parole Tait guardò sconvolto la bambina perché era sicuro di non essere davvero mai andato a letto con una donna e che Estelle non potesse quindi essere sua figlia ma lei invece sembrava super sicura di quello che stava dicendo.
-allora faremo il test e se non risulterai mia figlia la tua mamma dovrà darmi parecchie spiegazioni- Tait non poteva davvero fare altro se non arrendersi a quella soluzione per far andare via la bambina da li.
-hai il gelato?- cambiò velocemente discorso la bambina facendogli gli occhi dolci e il ragazzo lo guardò alzando un sopracciglio sconvolto ma non durò più di due secondi prima di prendere il suo cellulare.
-che gusto vuoi?-
-cioccolato!- urlò la bambina felicissima mentre Tait sospirava.
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Padre per caso
RomanceTait da un giorno all'altro si troverà a dover badare ad Estelle che da quando lo ha visto non fa altro che chiamarlo "papà".