Capitolo 8

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-puoi calmarti un momento?- domandò Lars osservando attentamente Tait che stava letteralmente correndo per tutta la casa in cerca della cravatta definita da lui "fortunata" per quella serata.

-no Lars, sono in ritardo e devo trovare la cravatta- disse serio il moro entrando per l'ennesima volta nella sua camera in cerca della cravatta.

-non potevi cercarla prima? Io prendo in giro Roan quando si prepara i vestiti la sera prima quando ha da fare qualcosa di importante ma non è una stupida idea se poi finisci così- continuò il rosso incrociando le braccia al petto.

-no- urlò dalla camera Tait -TROVATA!- urlò poi ritornando in soggiorno poco dopo finendosi di sistemare la semplice cravatta azzurra, dello stesso azzurro dei suoi occhi, per poi fare un giro su se stesso -come sto?-

-bene papà- disse Estelle sorridendo in direzione del ragazzo per poi tornare concentrata a fare le treccine con i capelli di Lars. Quando il rosso era arrivato pochi minuti prima si era avvicinata a lui titubante chiedendogli a bassissima voce se potesse fargli le trecce ai capelli. Era timorosa di un no da parte dell'altro ma Lars le aveva sorrise permettendole di farlo senza troppi problemi.

-ti ho già detto di non chiamarmi papà- sospirò Tait -domani verrà la nuova babysitter per favore non far scappare anche lei-

-non è colpa mia- protestò Estelle -loro sono cattive con me!-

-cinque babysitter tutte cattive? Andiamo Estelle non posso stare con te tutto il tempo per via del lavoro e non posso nemmeno portarti con me, vienimi incontro! Non posso chiedere ogni volta a Lars e Roan di stare con te hanno anche loro da fare-

-ma sono veramente cattive con me- sussurrò la bambina distogliendo lo sguardo dal moro leggermente triste.

-Tait ascoltala okay?- disse Lars osservando con la coda dell'occhio la bambina -è lei quella che deve passare del tempo con le babysitter e si deve trovare bene-

-grazie- gli sussurrò la bambina e il rosso le accarezzò leggermente la testolina sorridendole anche genuinamente. Era assurdo come ogni qual volta si trovava davanti a dei bambini non riusciva a non essere dolce.

-avete finito di coalizzarvi voi due?- incrociò le braccia al petto Tait ma che era comunque felice di vedere come Estelle avesse preso a fidarsi dei suoi amici altrimenti non avrebbe davvero saputo con chi lasciarla quando era costretto per lavoro a partecipare a serate dalle quali si ritirava sempre la mattina presto.

-no- ridacchiò la bambina mettendo un su un sorriso che a Tait ricordò molto quello di Nicole.

-fate i bravi, ci vediamo domani mattina- salutò allora il moro, era davvero in tremendo ritardo e aveva assolutamente bisogno di muoversi ma prima di andare quasi automaticamente a lasciare un bacio sulla testa della bambina anche per augurarle la buonanotte.

Per scendere al piano terra però il ragazzo non prese l'ascensore ma decise di correre per le scale ringraziando mentalmente di aver avvisato Donald prima per fargli trovare la macchina già davanti al palazzo. Una volta fuori dall'edificio entrò in macchina prendendo le chiavi dal ragazzo che gliela aveva portata dal garage e partì a tutta velocità sperando si non arrivare fin troppo in ritardo anche se lo era e non di poco.

Quando finalmente parcheggiò la sua macchina nel posto a lui riservato difronte il nuovo hotel a cinque stelle che avrebbe inaugurato quel giorno si prese un attimo per fare un profondo respiro e sistemarsi un momento i capelli.

-signor Harper la stavano aspettando tutti- lo salutò il receptionist quando lo vide entrare nell'hotel e Tait lo salutò semplicemente con un cenno della testa dirigendosi a passo svelto nella sala principale dell'hotel, quella riservata anche alle conferenze, dove sapeva essere in corso il rinfresco per quell'inaugurazione.

-Tait- nemmeno il tempo di entrare che il ragazzo sentì quel richiamo, che era più un rimprovero per il tono nel quale era stato detto, e alzò gli occhi al cielo voltandosi poi a guardare la figura austera del padre. Aveva detto all'uomo tante volte che preferivano non averlo quando inaugurava nuove strutture, anche se principalmente si trattava di hotel vecchi che aveva comprato e rimodernato rendendoli esclusivi, ma lui sembrava non volerlo capire.

-ho avuto un imprevisto- l'uomo non gli aveva fatto nessuna domanda ma Tait come al solito si trovava ad essere in soggezione davanti all'uomo e quindi a scusarsi anche per cose delle quali in teoria non doveva scusarsi. Doveva occuparsi di una bambina che con tutte le probabilità era nata per colpa di suo padre e l'uomo era l'ultima persona a cui doveva davvero dare spiegazioni.

-è il tuo hotel non il mio, dovresti essere più costante nel tuo lavoro- lo riprese e Tait prese al volo un bicchiere di champagne da uno dei vassoi che aveva in mano un cameriere e lo bevve per non iniziare a dare di matto a inizio serata.

-non posso controllare gli imprevisti-

-ma non è la prima volta, è una settimana che non fai altro che rimandare incontri e i media hanno iniziato a parlare male di te. Devi essere sempre perfetto Tait-

-parla quello che ha fidanzate sempre più giovani e che se non avesse soldi a palate per far restare in silenzio i giornalisti sarebbe già stato massacrato dalla gente- disse tra i denti il ragazzo per poi osservare con la coda dell'occhio il padre che vide davvero furioso per le sue parole e ne fu contento.

-evita di parlare di certe cose con tutta questa gente-

-e tu evita di farmi critiche senza nemmeno conoscere tutto quello che è successo perché credimi non è un bel periodo- disse serissimo Tait e vide il padre lanciargli un'altra occhiataccia per quello che aveva appena detto.

-sei già in ritardo evita di perdere tempo e fa il tuo discordo di benvenuto prima che la gente inizi veramente a parlare male di te- e Tait annuì per poi finire del tutto il suo bicchiere e dirigersi verso il palco per prendere la parola.

Padre per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora