Capitolo 18

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Tait uscì con calma dalla sua camera anche se sulle sue labbra era presente un sorrisetto che non sembrava voler sparire. Certo aveva ancora un bel po' di mal di testa visto tutto l'alcol che aveva bevuto la sera prima ma si ricordava perfettamente quello che era successo una volta tornato nel suo appartamento. Non solo ricordava cosa era successo ma anche quanto fossero morbide ed invitanti le labbra di Jaden. Le aveva assaggiate solo una volta ma già erano diventate una potente droga tanto che il moro sperava di poter rubare il prima possibile un altro bacio al biondo.

E la cosa che lo aveva lasciato più contento in realtà era stato il fatto che il biondo aveva risposto eccome al suo bacio e che quindi non era vero che non gli piacesse come gli aveva fatto credere in quel periodo che avevano vissuto insieme. Roan aveva avuto ragione nel dire che doveva solo buttarsi con Jaden.

Il ghigno del moro si ampliò ancora di più sulle labbra quando notò che in cucina era presente solo Jaden per il momento e che il ragazzo stesse cucinando loro la colazione. Jaden ovviamente non era uno chef provetto come Roan ma non si poteva nemmeno dire che il ragazzo non cucinasse bene e la sua cucina era davvero una valida alternativa quando dovevano mangiare qualcosa che non fosse fast food.

-ma buongiorno- palesò la sua presenza Tait avvicinandosi a Jaden e facendo per lasciargli un bacio sulla guancia, giusto per vedere la sua reazione, ma Jaden si scostò guardandolo anche storto.

-cosa credi di fare- gli disse digrignando i denti continuando a guardarlo letteralmente furente.

-andiamo- ridacchiò Tait appoggiandosi al piano cottura e incrociando le braccia al petto -ieri non ti dispiaceva-

-ieri mi hai letteralmente colto di sorpresa- disse piano Jaden ritornando a concentrarsi sul bacon che stava preparando -ma questo non significa che la cosa mi piacesse-

-hai risposto al bacio-

-sei fidanzato- disse serio Jaden voltandosi quindi verso Tait -e io sono il babysitter di Estelle quindi possiamo mantenere il distacco che deve esserci tra di noi?-

-ieri hai detto che se avessi lasciato Pim...- e Tait lasciò la frase a metà sperando che l'altro continuasse al posto suo ma il suo telefono decise di squillare proprio in quel momento interrompendo quindi la loro conversazione -pronto?-

-dove cazzo sei? Dovevamo vederci venti minuti fa! Sei tu che mi avevi detto di venire a questo maledetto evento e nemmeno ti presenti?-

-cazzo- sbottò Tait ricordandosi solo in quel momento dell'asta di beneficenza che sarebbe durata tutta la giornata e che aveva organizzato suo padre -arrivo subito Pim- rispose allora Tait chiudendo la conversazione mentre Jaden senza farsi vedere dall'altro chiudeva gli occhi maledicendosi mentalmente per aver creduto anche solo per un istante che Tait avrebbe realmente lasciato Pim per lui. Che poi il biondo si era anche chiesto come mai avesse iniziato a fare certi pensieri su Tait solo e soltanto per un maledetto bacio che l'altro gli aveva dato da ubriaco.

-non fai colazione immagino- disse allora Jaden.

-no ma il nostro discorso non è finito Jaja-

-non chiamarmi Jaja- ringhiò Jaden -solo Estelle è autorizzata- "o i miei migliori amici" pensò il ragazzo -e il discorso è bello che finito. Eri ubriaco, hai agito da ubriaco e gradirei che tra noi rimanesse distanza. Non sono uno degli stupidi ragazzi con i quali ti diverti quando non hai il tuo ragazzo del momento vicino ma sono qui per lavorare-

-io non faccio cosa del genere. Ti stai confondendo con mio padre forse- ma dopo aver detto quelle parole si maledisse mentalmente visto che nessuno sapeva veramente quello che faceva Edmund Harper. Jaden però sembrava non essere minimamente sorpreso dalle sue parole come se per lui fosse normale sentire una cosa del genere.

-tale padre, tale figlio. Lo hai già dimostrato e poi dici in giro che sono gli altri che fanno tutto per averti quando l'unico che si prodiga a saltare da un ragazzo all'altro sei tu. Un po' mi dispiace per Pim vedendo questo tuo comportamento-

-chi cazzo sei per dire una cosa del genere?- Tait era furioso e non solo perché Jaden lo aveva appena paragonato al padre ma perché lo aveva fatto con le stesse parole che anni prima gli aveva rivolto Nicole. Jaden dal canto suo si accorse di essersi spinto oltre.

Dopo che Nicole si era fidata di lui e Brock, dopo essere diventati tutti e tre migliori amici, aveva rivelato loro di essere una Harper e di quello che era realmente successo con la sua famiglia. Jaden non ci aveva pensato un secondo a dare manforte alla ragazza riguardo quello che aveva pensato sul fratello, Tait Harper non gli era mai piaciuto, ma non Brock. Brock che aveva cercato di far ragionare Nicole su tutto quello che era successo e che l'aveva portata a scappare, Brock che aveva aperto gli occhi a lei e a Jaden su quanto probabilmente Tait stesse soffrendo quanto lei e che si fosse comportato in un determinato modo per altre ragioni.

Jaden sapeva quindi di non poter giudicare l'altro ma quelle parole gliele aveva tirate dalla bocca il comportamento della sera prima di Tait e se ne stava letteralmente pentendo.

-mi dispiace- sussurrò allora Jaden distogliendo lo sguardo -ma il tuo comportamento di ieri...vai o il tuo ragazzo ti chiamerà nuovamente perché sei in ritardo- e Tait aveva tanto da dire, da urlare contro Jaden per quella maledetta discussione che avevano appena avuto ma sapeva anche che il biondo aveva ragione quando diceva che era in ritardo.

-ti credevo migliore- disse semplicemente Tait voltandogli le spalle e tornando nella sua camera per potersi cambiare mentre Jaden con mano tremante cercava di non far bruciare il bacon nella padella e che aveva momentaneamente lasciato a se stesso per discutere con Tait.

Tait che una volta pronto non lo salutò nemmeno, non gli disse quanto tempo sarebbe stato fuori come faceva di solito, ma andò dritto verso la porta e la fece sbattere facendo anche trasalire Jaden la cui mano scivolò dal manico della padella e andò a finire sul fornello accesso.

-poca putt..- il ragazzo trattenne tra le lacrime l'insulto che gli era uscito per il dolore e si portò la mano al petto mentre una lacrima scendeva dal suo viso.

Padre per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora