Capitolo 3

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-oh- sussurrò Tait quando aprendo la porta di casa si trovò davanti anche un ragazzo dai lunghi capelli rossi e gli occhi grigi che gli stava sorridendo diversamente da Roan, che poco dietro, lo stava incenerendo con lo sguardo pece mentre si alzava gli occhiali da sole sul viso -mi aspettava solo Roan-

-il tuo migliore amico non voleva muovere il culo- gli rispose Lars alzando gli occhi al cielo -quindi gli ho detto che se non l'avesse fatto l'avrei lasciato da solo nel letto e ti avrei aiutato io-

-ottimo- sussurrò Tait -credevo avessi una conferenza in realtà- aggiunse ricordandosi che la sera prima Lars era corso subito via dalla serata perché doveva riposarsi proprio in vista di una conferenza pre partita.

-l'hanno rimandata- rispose Roan alzando gli occhi al cielo -quindi volevo restare nel letto con il mio ragazzo- ringhiò in direzione di Tait ma il suo ringhio si trasformò in sorpresa pura quando vide una bambina raggiungere Tait.

-papà chi sono loro?- domandò lei facendo restare ancora più di stucco Roan che iniziò ad alternare lo sguardo tra la bambina e Tait accorgendosi di come entrambi avessero gli stessi colori e quindi i suoi occhi neri vagarono in cerca di quelli grigi del suo ragazzo per capire se anche lui si fosse accorto che qualcosa non stesse quadrando. Lars però era intento a guardare la bambina ancora più perplesso di lui.

-Estelle...- sussurrò Tait chiudendo un momento gli occhi e sperando davvero in cuor suo che la bambina smettesse di chiamarlo papà -ti faranno compagnia mente io dormo, non voglio lasciarti da sola-

-ma sono estranei- sussurrò la bambina cercando di nascondersi dietro le gambe di Tait per non farsi vedere dai due -la mamma ha detto che non si parla con gli estranei- continuò e Tait alzò gli occhi azzurri al cielo.

-non dovresti parlare nemmeno con me allora- le fece notare Tait -sono un estraneo proprio come loro-

-no, tu sei papà-

-Tait cosa sta succedendo?- non riuscì a non chiedere Roan osservando il suo migliore amico e quella bambina che non faceva altro che chiamare Tait papà.

-Estelle si è presentata oggi alla mia porta dicendo di essere mia figlia- riassunse velocemente Tait -aggiungendo anche che risulterei realmente suo padre con un test di paternità. Lo faremo domani perché sono convinto di non essere suo padre ma non posso lasciarla in mezzo alla strada, ha solo cinque anni-

-Pim ti ha mandato a f...a quel paese per questo?- si corresse velocemente Roan e Tait annuì -l'ho sempre detto che è un pezzo di...-

-Roan- lo bloccò questa volta Lars -c'è una bambina- poi il rosso si voltò verso Tait -va a dormire ci pensiamo noi-

-grazie-

-no- disse quasi terrorizzata Estelle aggrappandosi con ancora più forza, forza che Tait credeva non potesse davvero avere una bambina di cinque anni, alla gamba del moro.

-Estelle non sono pericolosi. Sono i miei migliori amici e ti prometto che ti tratteranno bene- si abbassò il ragazzo cercando di raggiungere la stessa altezza della bambina che lo stava guardando preoccupata e con gli occhi azzurri quasi sull'orlo delle lacrime -ho bisogno di dormire e non posso lasciarti da sola. Non ti faranno del male- e alla fine, probabilmente per via delle occhiaie mostruose che Tait aveva sotto gli occhi, la bambina si ritrovò ad annuire e lasciar andare la gamba del moro. Moro che non ci pensò due volte prima di mimare un grazie con le labbra ai suoi due amici per poi dirigersi verso la zona notte e quindi dormire finalmente.

-allora mini Harper Tait è davvero tuo padre?- domandò Roan osservando curioso la bambina -o è solo uno scherzo?-

-Tait Harper è papà- disse la bambina quasi meccanicamente cosa che fece corrucciare le sopracciglia a Lars ma il rosso decise di non aggiungere niente, voleva che la bambina si fidasse prima di fare qualcosa anche perché sembrava davvero chiaro come l'acqua che avesse lasciato andare Tait senza protestare oltre solo e soltanto perché aveva visto la sua faccia distrutta.

-e la tua mamma come si chiama?- tentò di chiedere ancora Roan e vide la bambina mordersi leggermente il labbro prima di rispondere:

-Sarah Tailor-

-e dov'è adesso? Perché ti ha lasciata da Tait?-

-papà è buono e gentile- sussurrò la bambina quasi tristemente -e può prendersi cura di me-

-ehm...la tua mamma non può?- cercò di chiedere nuovamente Roan senza accorgersi che più faceva quelle domande più lo sguardo della bambina si incupiva. Di quello però se ne accorse Lars e mise una mano sulla spalla del suo ragazzo.

-non farle l'interrogatorio adesso- gli sussurrò -Estelle giusto?- domandò poi alla bambina che annuì -vuoi mangiare qualcosa di speciale e particolare?-

-in che senso?- chiese innocentemente la bambina mentre Roan sbuffava.

-Roan- e Lars indicò con la testa verso il suo ragazzo -è un ottimo cuoco e può cucinarti tutto quello che vuoi-

-voglio una torta azzurra con gli animali marini- disse allora la bambina con gli occhi che avevano ripreso a brillare per la gioia -e tante stelle marine-

-una torta- sussurrò Roan che l'ultima cosa che voleva fare era realizzare dolci, certo era bravo anche a fare quelli ma non ne aveva minimamente voglia -sempre se Tait ha gli ingredienti- aggiunse poi nel mentre che già la bambina era partita spedita verso la cucina. -perché mi hai bloccato? Stava parlando-

-era quasi sull'orlo delle lacrime Roan- sussurrò Lars -credo che sia successo qualcosa alla madre motivo per il quale è qui. L'unica cosa però che non mi spiego è cosa centri Tait con tutto questo e soprattutto perché lo chiama papà quando sappiamo entrambi che Tait è gay-

-potevi farmi fare qualche altra domanda prima di bloccarmi, avremmo saputo qualcosa in più-

-con i bambini bisogna avere tatto Roan non puoi comportarti come se fossero persone adulte. Sono certo che non appena inizierà a capire che di noi si può fidare parlerà-

-lo spero, ora andiamo a vedere se devo davvero farle una torta oppure no-

Padre per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora