IV

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A Calcinato l'aria era carica di tensione e aspettative. Giovanni aveva sollevato il capo coperto dal berretto della divisa, mentre ancora seduto sul vaso di terra cotta da dove sporgeva un cespuglio fiorito, osservava il reggimento. Il 152° era arrivato dopo il 151°, e adesso la Brigata era stata assegnata a quella di Macerata, della 25° Divisione. Erano arrivati sprovvisti di qualsiasi tipo di arma, eccezion fatta per i fucili che pendevano dalle loro spalle magre e stanche; completamente assenti erano le mitragliatrici, ad esempio, per la zona di adunata. Pietro si era seduto appena sotto il vaso occupato da Giovanni, aveva abbandonato il fucile alla sua destra, e in silenzio si era portato alla bocca una sigaretta; forse, sperava di non essere notato da Pasquale, che invece sollevò un sopracciglio con fare accigliato.

Era stato veramente un colpo di fortuna averli ritrovati, si era detto, come probabilmente non gli era mai capitato in vita sua. Appena sceso dalla nave, aveva seguito la marea verdognola di uomini e ragazzi, perdendo quei pochi che aveva imparato a tenere d'occhio, perché particolarmente estroversi; per poi ritrovarsi alla stazione, da dove avrebbero dovuto prendere un treno. Aveva sollevato appena il capo, ancora scosso dalla brutta notte passata sullo scafo, per incontrare la testa rasata di Pasquale, e la sua parlantina che nonostante le prime ore del mattino non accennava a fermarsi. Così si erano ritrovati, tutti insieme, come quando a Sinnai avevano iniziato l'addestramento, Giovanni aveva iniziato a pensare che fossero destinati a vivere quell'avventura insieme. E che avventura, si era detto quando aveva sentito le buone notizie che arrivavano dal fronte, riportate sui bollettini di guerra. La notizia del passaggio del vecchio confine e delle prime vittorie riportate dall'esercito, aveva scaldato e rincuorato gli animi di tutti, e adesso non aspettavano altro che poter entrare a far parte di quel piccolo pezzo di storia.

Pasquale nel frattempo aveva preso a battibeccare con Pietro, che pacato come sempre, aveva voltato il capo dalla parte opposta, mentre continuava a stringere tra le labbra la sigaretta ormai già a metà. "Certo che sei un tirchio" lo sentì commentare, il ragazzo dai capelli corti e scuri, prima di vederlo tirare una spallata addosso al povero Pietro, che mingherlino com'era quasi prese a rotolare sul pavimento della piazza. "Almeno un tiro della tua" domandò ancora, Giovanni a questo punto dovette concedersi di scuotere il capo e sorridere leggermente, "che problema c'è?" domandò, fingendo disinteresse; in realtà la scena lo divertiva, e non poco. Immediatamente Pasquale si voltò dalla sua parte, e guardandolo con gli occhi grandi e pieni di risentimento spiegò "gli ho chiesto una sigaretta perché ho finito le mie-" iniziò, ma fu interrotto da Pietro. Giovanni lo osservò quasi scattare, e se non fosse per la sua timidezza probabilmente sarebbe saltato immediatamente in piedi, "ma che diavolo dici!" accusò, "hai il tabacco dentro la tasca della giubba" disse poi, prima di voltarsi verso Giovanni "diglielo tu di smetterla!". Giovanni non avrebbe mai immaginato, che sarebbe arrivato il giorno in cui avrebbe dovuto mettere lui la testa apposto, e comportarsi come la persona adulta quale era. Si voltò quindi nuovamente verso Pasquale, che essendo stato scoperto era diventato leggermente rosso in viso, "smettila di chiedere le sigarette di Pietro, hai ancora le tue! Certo che sei veramente un taccagno" commentò a voce alta. Pasquale sollevò le mani in aria e gli occhi al cielo, prima di lasciar perdere e mandare entrambi al diavolo a denti stretti.

Giovanni scosse la testa, prima di recuperare una sigaretta dalla tasca del pantalone. Adesso la divisa era completamente bagnata, aveva tolto la camicia per stenderla sopra alla vecchia fontana, dopo averla lavata e smacchiata al meglio delle sue possibilità. La macchia probabilmente sarebbe rimasta, si era detto, ma almeno avrebbe eliminato la puzza, ed era già abbastanza. All'arrivo a Calcinato l'esercito era immediatamente stato impiegato nell'organizzazione della cerimonia di benedizione delle bandiere, quelle che avevano portato dalla Sardegna, cucite con dedizione e cura dalle donne di Cagliari. Successivamente, avevano allestito l'altare nei prati Filippini, e adesso aspettavano con ansia l'inizio del rito che gli avrebbe accompagnati al fronte. I soldati, come un gregge di pecore smarrite, si muovevano in gruppo seguendo gli ordini dei superiori, Giovanni aveva intuito che il comandante della Divisione fosse addirittura più severo di quello dell'intera Brigata. Perciò, ogni volta che questo si voltava nella sua direzione, lo sguardo del ragazzo balzava immediatamente dall'altro lato, evitando così di incrociare gli occhi azzurri e quasi inquietanti dell'uomo. Aveva fino all'ultimo sperato che nessuno dei due si accorgesse della divisa bagnata, ma proprio mentre la cerimonia stava per iniziare, aveva sentito qualcuno picchiettare sulla sua spalla magra.

Mille miglia | Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora