XII

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Julia aveva osservato le lancette del vecchio orologio muoversi, scandendo il passare del tempo, mentre dentro alla piccola cucina il silenzio si faceva sempre più fastidioso. Riusciva a sentire lo sbattere insistente di una mosca contro al vetro della piccola finestra, mentre fuori gli alberi erano scossi violentemente dal forte vento. L'animale continuò a ronzare contro al vetro ancora per qualche secondo, fino a quando Julia non decise di aprire la finestra, quel tanto che bastava per farlo andare via con un colpo della mano. Costantino si era ritirato nel grande salone, quello dove passava la maggior parte del tempo in silenzio, ad osservare la vita scorrere al di fuori della sua abitazione. La ragazza sospirò rumorosamente nel vederlo portarsi una mano tremante sul viso sudato, l'uomo doveva per forza avere qualcosa che lo turbava, si era detta dalle prime ore del mattino. Alla sua richiesta di spiegazioni Costantino aveva risposto in maniera vaga, dicendo che durante la notte non era riuscito a prendere sonno, ma Julia aveva notato il tremolio della sua voce mentre parlava. Non aveva voluto domandare altro, in fondo si era detta che non era affare suo qualsiasi cosa albergasse all'interno della testa dell'anziano, ma il mistero si era fatto ancora più interessante quando non aveva visto Antonia. La donna quella mattina, come da qualche giorno oramai non aveva raggiunto il posto di lavoro, e Julia aveva quasi iniziato ad abituarsi alla sua presenza. Aveva notato che Antonia era in realtà molto simile a Mario, nonostante questo non volesse darlo troppo a vedere; entrambi parevano sempre avere qualcosa da nascondere. L'orologio segnava mezzogiorno in punto, e l'acqua dentro il pentolino di metallo aveva iniziato a bollire già da qualche minuto, perciò la ragazza fu costretta a destarsi dai suoi pensieri.

Aveva comperato il riso proprio quella mattina, dopo essere uscita di casa si era recata nella bottega più vicina su richiesta dell'anziano, che oramai non aveva più una alimentazione variegata. Costantino si lamentava spesso del fatto che il suo stomaco non reggesse più diversi cibi, spesso Julia lo aveva sentito ridacchiare al pensiero di poter nuovamente mangiare un bel piatto di carne. L'anziano aveva accantonato anche diversi tipi di pane, la loro consistenza risultava troppo dura per i suoi denti spezzati, a meno che questo non venisse spezzato ed imbevuto dentro al latte caldo. Julia aveva soltanto potuto annuire e lasciare che fosse lui stesso a decidere cosa potesse essere meglio per il suo attuale stato di salute, anche perché Costantino poteva essere veramente cocciuto. La ragazza immaginò che fosse una caratteristica che con l'avanzare dell'età accomunasse più o meno tutti gli esseri umani, perciò aveva imparato a sorriderne. Il riso stava sul fuoco già da qualche minuto, dovette aggiustare soltanto la legna che aveva portato qualche ora prima dentro casa, e attendere che questo fosse pronto prima di togliere il pentolino e lasciarlo freddare leggermente. Recuperò un cucchiaio dal cassetto della vecchia credenza ed un panno da cucina che aveva abbandonato sul tavolo, per poi raggiungere l'anziano nel salone. Costantino parve troppo preso dai suoi pensieri per accorgersi dell'arrivo di Julia, per questo quando si voltò nella sua direzione lo sentì trasalire leggermente, per poi portarsi una mano tremante al petto. "Scusami, non ti avevo sentita arrivare" mormorò, per poi scuotere la testa.

Julia sollevò leggermente le spalle magre, "scusami tu, ti ho spaventato" rispose, per sedersi sulla vecchia sedia di legno duro che stava sempre accanto alla poltrona occupata dall'anziano. Costantino aspettò che sistemasse il panno sotto al suo mento, così da evitare di sporcarsi durante il pranzo, per poi agguantare con forza il pentolino, come strappandolo dalle mani della ragazza. Julia dovette sorridere leggermente, evidentemente l'anziano aveva fame, perché lo vide riempire il cucchiaio fin troppo prima di portarselo alla bocca dalle labbra secche. "Mi dispiace averti lasciata sola, oggi" mormorò tra un boccone e l'altro, senza guardare la ragazza alla sua destra. I rami degli alberi continuavano a sbattere contro la finestra, e Julia sollevò lo sguardo verso di essa per notare che il cielo iniziava a farsi più nuvoloso rispetto alle prime ore del mattino. "Non fa niente" rispose sospirando, "ma è accaduto qualcosa?" domandò allora, sperando che l'anziano parlasse, e dovette attendere ancora qualche secondo, prima che questo finisse il riso. Le passò immediatamente il pentolino ormai vuoto, ringraziandola quando Julia pulì gli angoli della sua bocca con lo straccio, per poi posare il tutto sul piccolo tavolo e tornare ad occupare lo sgabello. Costantino pareva stare rimuginando su qualcosa, come se in realtà non volesse dare una vera e propria risposta alla domanda che la ragazza gli aveva posto, e quando tornò ad osservarla questa non riuscì a parlare nuovamente. "Sono accadute delle cose, Antonia ha avuto un grave lutto in famiglia e-" disse, ma nell'udire quelle parole immediatamente vide Julia portarsi una mano davanti alla bocca. La ragazza era rimasta quasi senza parole, ed immediatamente si sentì in colpa per aver domandato, "non sapevo, mi dispiace così tanto" mormorò. 

Costantino sollevò le spalle coperte dal vecchio maglione scuro, "la vita è fatta anche di questo" spiegò, "nessuno è immune alla morte". Vide Julia riportare la mano tremante sopra le gambe coperte dalla lunga gonna scura, per poi tornare a tormentarsi la pelle delle dita, quasi strappandola ai lati delle unghie sporche. "Io mi domandavo come mai Antonia non fosse tornata, e se Mario stesse bene" spiegò quasi imbarazzata, tenendo lo sguardo rivolto verso il pavimento. Costantino dovette prendersi nuovamente del tempo per riflettere, aveva notato dal primo giorno come la ragazza avesse sempre avuto un occhio di riguardo per Mario, nonostante la natura taciturna del ragazzo. Si era ritrovato a sorridere leggermente di fronte ai primi tentativi da parte di Julia di instaurare anche solo la più piccola delle conversazioni; era arrivato a credere che in fondo, a Mario, la sua compagnia non dispiacesse. "Sta bene, stanno tutti bene" spiegò, "ma ci sono delle cose in grado di rompere le barriere del tempo" continuò, e nel vedere lo sguardo confuso della ragazza dovette sorridere leggermente. Julia pareva non aver compreso appieno le sue parole, e Costantino non poteva di certo biasimarla, stando al suo posto anche lui si sarebbe ritrovato ad essere confuso. "Che significa?" domandò allora la ragazza, che per sua natura non riusciva a trattenere la sua curiosità. Costantino osservò il viso scarno della stessa, coperto quasi del tutto dal fazzoletto scuro che portava sul capo, segno di un lutto che in realtà non aveva mai vissuto. Julia non sapeva niente della sua storia, se non ciò che le era bastato sentire in tenera età mischiato a ciò che non aveva mai avuto il coraggio di domandare a suo padre. 

"A tempo debito, si saprà tutto" mormorò allora l'anziano, ed in quel preciso momento si ritrovò ingarbugliato dentro alle sue stesse parole. Non avrebbe potuto di certo rivelare alla ragazza ciò che conosceva e ciò che ancora non aveva potuto raccontare al diretto interessato, a Mario che per anni ne era rimasto all'oscuro. Quando aveva conosciuto la famiglia del ragazzo, era stata la madre a presentarsi a casa sua, e ricordava ancora la sua figura minuta stretta dentro agli abiti neri. Antonia aveva sempre indossato la morte come avrebbe fatto con un abito dal tessuto pregiato, e Costantino non aveva mai visto prima di lei un'altra donna in grado di farlo in quel modo. Non sapeva da dove avesse ereditato tale caratteristica, né se fosse stata invece un qualcosa di innato, ma quando Antonia aveva deciso di fidarsi abbastanza da lasciar cadere ogni maschera aveva compreso e basta. Aveva allora compreso tutti i comportamenti della stessa, l'andatura veloce, i gesti quasi nervosi e lo scappare sempre di fronte a qualsiasi situazione che potesse crearle anche solo il minimo ricordo. La volontà sua e del marito di preservare la vita serena dei figli almeno fino a quando il passato non era arrivato a bussare alla loro porta poco tempo fa. No, non avrebbe parlato alla ragazza di tutto quello che sapeva sulla famiglia Melis, mai si sarebbe macchiato di un tale peccato, seppur non credente. Perciò aveva soltanto osservato gli occhi di Julia riempirsi di lacrime e dubbi, e prima che potesse nuovamente parlare la vide alzarsi in fretta dalla sedia e lasciare la stanza. Sospirò, pensando che le sarebbe servito del tempo, anche a lei, per comprendere ciò che stava accadendo.

Mille miglia | Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora