XIV

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Le gocce d'acqua che scendevano dal rubinetto, provocando un leggero scoppiettio, destarono Antonia dai suoi pensieri. La donna sollevò il capo verso la fontana che aveva davanti, il corpo piegato verso il rubinetto arrugginito, da dove le gocce continuavano a cadere seppur fosse stato chiuso. Tornando con i piedi per terra si accorse di non aver prestato particolare attenzione al discorso delle donne alle sue spalle. Aveva abbandonato il suo posto sul piccolo sgabello di legno chiaro per bagnare la camicia che stringeva tra le mani, ma qualcosa doveva averle investito i pensieri. Erano passati solo pochi giorni dalla visita a Costantino, eppure Antonia non aveva fatto altro che contarne le ore. Non si era lasciata costruire troppe speranze, ed il cielo plumbeo che per tutto quel tempo aveva accompagnato le sue giornate pareva voler essere un cattivo presagio. Adesso le nubi scure che impedivano al sole di illuminare la città, rendevano le sue mura più grigie ed imponenti; come se Antonia avesse potuto respirarne la polvere di ogni pietra, il peso nel petto si era fatto se possibile ancora più fastidioso.
Sospirando si allontanò finalmente dalla fonte di acqua pulita, per poi raggiungere nuovamente lo sgabello vuoto, strizzando il tessuto tra le mani tremanti. Nessuna delle presenti osò fare domande, ma Antonia poté sentire gli sguardi bruciarle la pelle ancora per qualche minuto. Si guardò bene dal sollevare il viso coperto quasi del tutto dai lembi del fazzoletto scuro. Per proteggersi dal vento che si andava facendo sempre più forte, aveva indossato un coprispalle di lana ormai sgualcita, che le copriva le spalle magre. Il collo era coperto dai lembi del tessuto, che arriva fino a nascondere anche le labbra screpolate e tremanti; Antonia sentiva la lana infeltrita pungerle leggermente la carne arrossata.
Adesso la piazza era vuota, le alte case che ne contornavano il perimetro parevano disabitate. Quel giorno nessun vestito o panno pendeva dagli intrecci di fil di ferro e corde, che venivano sbattuti ripetutamente dal soffiare del vento. L'aria che giungeva a Castello, arrivando dal porto, era quasi fredda; raggiungeva le parti del corpo più sensibili e deboli, riducendole di già ad un tremolio quasi impercettibile.
Con le mani dalle nocche arrossate e screpolate, strizzò violentemente una maglia di cotone bianco, per poi riporla dentro al cesto dove i panni erano stati ripiegati con attenzione, pronti per essere riportati a casa. Antonia si alzò soltanto dopo aver sistemato tutto per bene, osservando finalmente le altre donne.
Ormai le conosceva tutte, complice l'aria chiusa del quartiere e le vite che si incrociavano soltanto durante quelle ore del giorno. Caterina sollevò gli occhi nella sua direzione, seguendo i movimenti svelti di Antonia. "Torni a casa?" aveva domandato allora l'anziana del gruppo, costringendo anche le altre a seguire con lo sguardo le sue parole.
Antonia dovette sorridere leggermente, prima di annuire e sistemarsi il cesto sul capo; una mano che lo teneva in equilibrio e l'altra che stringeva lo sgabello. "Ho finito il bucato per oggi" spiegò, "ma ci rivedremo sicuramente a messa" continuò nel vedere che l'altra continuava ad osservarla. Caterina era una donna abbastanza corpulenta, e sotto la sua figura seduta la seggiola che si era anch'essa portata da casa quasi scompariva; gli abiti ampi la rendevano ancora più tozza, e l'espressione corrucciata quasi buffa. Antonia la vide annuire soltanto, prima di tornare a concentrarsi su un maglione macchiato che stringeva tra le mani: "allora a stasera" aveva aggiunto soltanto, congedandosi. Antonia aveva annuito, prima di rivolgere un leggero cenno del capo alle altre, ed allontanarsi finalmente dal gruppo.
Il cesto che reggeva sul capo pesava, ma grazie al fazzoletto scuro riuscì a reggerlo senza troppi problemi. Complice forse l'abitudine, Antonia prese a camminare velocemente salendo le scale che l'avrebbero condotta finalmente fuori da Piazza Carlo Alberto.
Il rintocco delle campane della Cattedrale, che segnava le nove in punto, la accompagnarono fino alla fine della via stretta. Lasciata finalmente indietro la piazza che comprendeva gli edifici appartamenti al Comune, Antonia imboccò la strada di casa. Attorno ad essa le mura delle abitazioni parevano più silenziose del solito, come se avessero tutti voluto origliare i suoi pensieri. Una volta arrivata davanti la casa che divideva con il resto della famiglia, spalancò il vecchio portone per raggiungere immediatamente il corridoio.

Mille miglia | Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora