Raimondo aveva occupato la vecchia poltrona come ogni sera, stretto nella mano destra che poggiava su di essa un bicchiere di vino rosso, ormai quasi vuoto. Il liquido si muoveva leggermente dentro di esso, seguendo i movimenti della mano dell'uomo, che da quando aveva appreso la notizia non aveva smesso di tremare. Se lo portò nuovamente alla bocca, senza proferire parola aspettò con pazienza che fosse Antonia ad iniziare il discorso, sempre se avesse voluto farlo. La donna, dopo averlo osservato appena entrato in casa, era tornata a passo veloce in cucina, recuperando immediatamente la busta dal tavolo. Raimondo non aveva avuto bisogno di domandare di cosa si trattasse, era qualcosa che da anni aspettava; non perché volesse la prematura scomparsa della povera cognata, pace all'anima sua, ma perché sarebbe stato l'unico modo per mettere finalmente un punto alla situazione. Non aveva mai voluto mettere fretta alla moglie, aveva sempre rispettato in maniera silenziosa i tempi dettati dalla sua anima. Doveva ammettere che, nonostante tutto, anche a lui la cosa pesasse; e pure parecchio. Era stato un segreto troppo grande da nascondere, e pure se il peso di tutte quelle bugie era retto da entrambi, Raimondo aveva iniziato da qualche anno a sentirlo più del solito; e non era di certo stato facile nasconderlo ad entrambi i figli. Con Lorenzo al fronte, però, doveva ammettere che avevano scongiurato un problema, soltanto Mario sarebbe dovuto eventualmente venire a conoscenza della verità.
Mentre Raimondo continuava il suo monologo interiore, Antonia aveva domandato qualcosa, e l'uomo scosso dall'improvvisa interruzione, tornò ad osservare la moglie, sollevando un sopracciglio con fare confuso. Antonia aveva sospirato, la notizia l'aveva stancata più del solito, avrebbe voluto dimenticare tutto almeno per qualche ora, andare a riposare e tornare a pensarci più tardi. Ma la questione doveva essere affrontata almeno prima del ritorno di Mario, per evitare altri inconvenienti, e perché ormai il tempo a loro disposizione pareva essere scaduto. Si era schiarita la voce, prima di parlare, e per prendersi del tempo si era seduta su una delle vecchie sedie di legno posta sotto al tavolo, "ho pregato così tanto, affinché questo non accadesse" aveva sussurrato Antonia. Raimondo non era mai stato un uomo troppo credente, la vita gli aveva insegnato che sperare in qualcosa non sarebbe servito a niente, e soprattutto avrebbe finito soltanto per dimostrare la sua debolezza. Aveva compreso che gli uomini avevano la tendenza al domandare all'Altissimo aiuto soltanto quando si trovavano veramente disperati; una forma di mancanza di rispetto non da poco, secondo la sua modesta opinione. "Le preghiere non ci serviranno" disse allora, deciso ad affrontare la situazione di petto, e nel vedere gli occhi della moglie farsi lucidi scosse leggermente il capo. "Hai pregato abbastanza, Antonia" commentò, e sperò che l'altra comprendesse che la sua non voleva essere cattiveria; soltanto Raimondo non era abituato a parlare così tanto.
"Dobbiamo decidere una volta per tutte" disse nuovamente, e per qualche secondo gli tornarono alla mente le parole dell'anziana madre, scomparsa ormai da anni. Diceva che Dio dà le croci soltanto a chi le sa portare, e Raimondo pensò di averne portate fin troppe; ma mai quanto Antonia. Era poco giusto, si disse, che la donna dovesse continuare a soffrire in quel modo dopo tutte le preghiere, forse il suo Dio non era abbastanza riconoscente, o forse, aiutava soltanto chi voleva lui. In tutti i casi non avrebbero ricevuto nessun aiuto divino, perciò oltre che una misera confessione per liberarsi dal peso, con l'illusione di poterlo invece donare a qualcun altro, non sarebbero potuti andare. "Cosa pensi di fare?" domandò allora Antonia, e per la prima volta Raimondo poté scorgere un velo di decisione nella voce della donna che aveva sposato. Sollevò leggermente le spalle, "vuotiamo il sacco" disse allora, e la vide scuotere la testa velocemente, come se già stesse pregustando la paura e lo sconforto in cui si sarebbero andati a cacciare. "Senti" continuò l'uomo, "fingere non ci porterà da nessuna parte, non ci è mai andata bene" ragionò a voce alta, "tanto vale dire la verità, non potrà andare peggio di così" disse poi. Pensò brevemente al figlio al fronte, alla probabilità sempre alle calcagna di poterlo perdere in quel modo così disumano e ingiusto, all'altro figlio che raramente gli rivolgeva la parola; si domandò dove avesse sbagliato.
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Mille miglia | Vol. II
Historical Fiction*Sequel di "Ignaro che ti sto facendo a pezzi"* Nella Sardegna del 1915, scossa dalla scelta interventista dell'Italia e dalle crisi interne all'Isola, Mario sarà costretto ad affrontare ciò che la famiglia ha tenuto per anni nascosto. Giovanni, par...