XI

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Antonia aveva abbandonato le vecchie stoviglie appena sciacquate dentro al lavello. La casa a quell'ora della sera pareva essere piombata in un silenzio diverso dal solito, e quella precisa assenza di rumore non faceva certamente bene al suo cuore già in tormento. Aveva usato un po' dell'acqua portata dalla fontana per pulire anche il tavolo, bagnando uno straccio di cotone bianco, che poi aveva steso attentamente su una delle sedie. Quando il portone principale era stato spinto con non troppa forza, producendo il solito cigolio che ormai era abituata a sentire, non ci aveva fatto troppo caso.
I lembi del fazzoletto scuro che le copriva il capo penzolavano ancora dalle sue spalle, mentre la spilla da balia brillava sulla camicia bianca, il collo scoperto venne immediatamente raggiunto dalla mano tremante, alla ricerca di qualcosa che mancava. Quando Raimondo entrò dentro la stanza quasi del tutto buia, incontrò lo sguardo della moglie illuminato soltanto dalla fioca luce che arrivava dal caminetto. Le fiamme si levavano forse troppo alte, spinte dal leggero vento che entrava dal camino, e di tanto in tanto il bruciare della legna produceva un leggero scoppiettio.
Antonia si voltò leggermente verso il caminetto, per poi osservare l'uomo rivolgerle un leggero cenno di saluto. Raimondo raggiunse la poltrona come era solito fare ogni sera, quando tornava troppo stanco dal lavoro nelle campagne. Non si accorse dei vestiti che la moglie indossava, o forse si disse Antonia, non aveva soltanto voluto porre domande.

Antonia aveva indossato i vestiti della domenica, quelli che solitamente teneva da parte per le grandi occasioni. Purtroppo la vita le aveva regalato pochi giorni di festa, perciò si era ritrovata a dover mettere quegli abiti soltanto per le celebrazioni religiose. Il fazzoletto scuro che le copriva il capo pareva quasi non essere mai stato usato, così come la gonna anch'essa scura e la camicia dai polsini ricamati. Lo scialle di lana nera, invece, presentava i segni del tempo e dell'incuria.
Mario raggiunse i genitori soltanto dopo qualche minuto, Antonia immaginò che avesse voluto togliere il cappello e la vecchia giacca. Il ragazzo osservò la donna per qualche secondo, prima di salutarla con un cenno del capo, "ciao".
Antonia non rispose, sollevò soltanto il mento e aspettò che questo la raggiungesse dietro al vecchio tavolo. Mario le passò accanto per recuperare un bicchiere di vetro dalla credenza, e per qualche secondo, a squarciare il silenzio fu soltanto il rumore dell'anta che veniva richiusa. La donna non si mosse, lasciò solamente che il  suo sguardo cadesse sul viso stanco del marito un'altra volta. Avrebbe forse dovuto comunicare al marito il suo piano per quella sera, ma sicura del fatto che questo avrebbe tentato in tutti i modi di fermarla, rendendole le cose ancora più difficili di quanto già lo fossero, decise di stare in silenzio. Quindi senza dare troppo nell'occhio uscì dalla cucina, afferrando con un gesto veloce la borsa scura abbandonata prima sul tavolo, raggiungendo poi il corridoio buio, dove dalla porta chiusa continuava comunque ad arrivare l'aria fredda dall'esterno. Anche Mario uscì dalla stanza dopo qualche secondo, e Antonia gli afferrò il polso magro con una mano, costringendolo a voltarsi di scatto nella sua direzione. Il ragazzo pareva confuso dall'improvviso gesto della donna, a tratti quasi spaventato, tanto che Antonia dovette sollevare una mano per posarla sulla sua guancia ruvida, leggermente arrossata per via delle temperature. 

"Ho bisogno che tu venga con me" mormorò, facendo attenzione a tenere un tono di voce abbastanza basso, così da non farsi sentire da Raimondo che invece, ancora sulla vecchia poltrona, aveva sollevato lo sguardo verso il corridoio. L'uomo aveva compreso le parole della moglie, seppur sussurrate, ma aveva aspettato che entrambi fossero usciti nuovamente, per sospirare e tornare ai suoi pensieri. Non aveva mai avuto bisogno di domandare alla moglie che cosa avesse in mente, non perché questo non fosse di suo interesse, ma perché Raimondo proprio non aveva mai saputo come fare. Non si era mai resto protagonista della sua stessa vita, perciò aveva lasciato che anche quelle di entrambi i figli scorressero davanti ai suoi occhi come avrebbe fatto uno spettatore. Mentre queste venivano bruciate dal tempo, aveva avuto abbastanza momenti vuoti da riempire domandandosi se in lui potesse esserci qualcosa che non andava, ma non aveva mai trovato risposta. Perciò mentre la moglie ed il figlio minore percorrevano le strade di Cagliari in silenzio e quasi di nascosto, tornò a posare il capo sulla poltrona chiudendo gli occhi stanchi. Intanto i passi di entrambi si erano fatti sempre più veloci, e Mario quasi faticava a stare dietro alla madre, che aveva sempre avuto una andatura piuttosto svelta. Antonia si muoveva senza prestare troppa attenzione a Mario, che dietro di lei quasi faticava a starle dietro, e si fermò soltanto una volta raggiunta la strada che gli avrebbe portati alla meta.

Mille miglia | Vol. IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora