Ciò che era successo la sera prima continuava a tornarmi in mente nei momenti in cui non avevo nulla da fare, motivo per il quale cercavo di mantenermi il più occupata possibile: turno pulizie di Giovanni, Sarah e Marisol, lezioni su lezioni su lezioni ed ore dalle costumiste. Eppure, all'ora di pranzo, avevo già terminato e mi ero ritrovata ancora una volta a ripensarci.
Che poi era un "quasi bacio", non un bacio vero. Diciamo passabile, ecco...
A distogliermi dai miei pensieri è Holden, che da sotto al tavolo mi stringe la mano. Poggio la mia testa sulla sua spalla, sospirando leggermente, mentre gli altri continuano a fare la lista della spesa.
«Sei stanca? Hai fatto la trottola in poco più di 12 ore, datti tregua». «Lo so, ma non mi andava di stare con le mani in mano, alla fine ho perfezionato i vari pezzi e sono contenta di come sono usciti» mento. Era venuto tutto una merda, perché avevo la testa altrove. «Te e Ayle siete proprio uguali, pure lui è stato un casino di tempo in sala a provare e ad incidere oggi» per poco non mi affogo con la mia stessa saliva. «Buon per lui, settimana scorsa non era soddisfatto. Ora invece si sta dando da fare» dico solamente, forse un po' troppo distaccata, ma non ci fa caso.
«Ti va se andiamo di là? Voglio sta un po' con te, ieri sera te sei messa a parla con Elya e non sei venuta manco a salutarmi» fa allontanare le nostre mani strette per portare la sua fra i miei capelli. «Ehm, devo andare dalle costumiste, ci sono problemi coi vestiti per la puntata» mi alzo frettolosamente, recuperando la felpa da dietro lo schienale e indossandola. «Ah... Vuoi che t'accompagno?» fa per alzarsi, ma lo fermo. «Tranquillo, resta al caldo. Ci vediamo dopo» gli lascio un bacio veloce sulle labbra e poi corro fuori dalla casetta, quasi mi mancasse l'aria.
Il freddo mi taglia il volto mentre cammino verso gli studi, dove in realtà non ho nessun incontro con le costumiste. Loro le ho viste stamattina ed è andato tutto più che bene, era solo una scusa per non dovermi ritrovare a interfacciarmi col problema.
Noto che la sala 2 è libera, quindi vi entro e mi siedo al piano. Premo qualche tasto bianco e nero a caso, qua e là... più i neri che i bianchi: Valerio Lundini dice che, per fingere di saper suonare, basta premere a caso qualche tasto nero per far nascere una melodia carina, ma che in realtà non esiste. Prima lo facevo spesso, giusto per passare il tempo.
«"Tutti falliti", sei 'na deficiente» canticchiò il mio primo inedito, alternandolo a qualche insulto giusto per tirarmi su. «Dio, che devo fare» mi copro il viso con le mani. Ho la testa che scoppia.
Vederlo stringermi la mano, cercare in ogni modo di stare con me è stato logorante sapendo ciò che è successo a sua insaputa. Devo dirglielo prima che lo faccia Elya (ammesso che abbia intenzione di farlo).
Esco dalla sala, ma mi scontro poco dopo proprio con l'allievo di Anna Pettinelli. Ha due occhiaie profonde sotto al viso, sembra non abbia chiuso occhio. Vorrei dirglielo, ma poi ricordo ciò che mi ha detto ieri.
Forse è meglio se mi stai distante per un po'.
Mi ha ferita, perché ci tengo a lui, ma ha ragione: devo lasciare che il suo interesse si affievolisca pian piano e non intacchi la storia tra me e Holden e, se per far sì che accada dovrò stargli lontano, lo farò.
Giro i tacchi e vado in sala relax. Una volta seduta sulle gradinate vengo chiamata dalla produzione per una lezione con Lalla: non era in programma, ma visto che non ho null'altro da fare abbiamo anticipato quella delle 17.
La raggiungo in sala 3 e, seduta sullo sgabello, inizio a provare uno dei brani per la puntata.
«Ti piace questo brano?» mi chiede la coach fernando improvvisamente la base di "La leva calcistica del '98". «Sono fan di De Gregori da quando ne ho memoria, eccome se mi piace» affermo convinta. «E allora perché mentre canti non ti riesco a vedere, Diana? Una delle tue qualità è quella di essere quasi trasparente mentre canti, perché ora invece non ti vedo in quel modo?».
Perché non sei più trasparente, Diana?
STAI LEGGENDO
En e Xanax |Holden
Fanfictionse non ti spaventerai con le mie paure, un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle