«Mi portate quattro sgabelli e scendono Holden, Diana, Matthew e Mew per piacere. Settimana scorsa abbiamo ascoltato i nuovi inediti di Mida, Sarah, Petit e Ayle ed ora è il vostro turno. Tutti i nuovi brani dei ragazzi saranno disponibili dalla mezzanotte di lunedì» legge dal cartoncino Maria, mentre noi cantanti ci accomodiamo cada uno per seduta.
«La prima con cui vorrei partire è Diana, perché prima devo far vedere un filmato riguardo cosa è successo qualche giorno fa» mi alzo, chiudendo gli occhi e immaginando già cosa stiamo per vedere. Il mio break down totale. «C'è da premettere che il nuovo inedito di Diana si chiama "Fila indiana" ed è stato prodotto da Canova. Lei l'ha scritto praticamente qui dentro nelle ultime settimane, quindi diciamo che è un lavoro bello fresco, motivo per cui ci sono state delle incertezze a riguardo nei giorni scorsi» introduce maria l'argomento, invitando poi tutti a guardare il filmato sui due schermi dello studio.
Nel video vengo mostrata io nel giardino del retro che compongo pian piano il pezzo sul mio taccuino e in seguito la mia collaborazione con Canova e l'incisione del brano. Tutto sembra andare per il verso giusto, fino a quando non arriva il fatidico momento della prova in studio e lì crolla ogni certezza. Provo più volte a portare a termine la canzone, ma non mi riesce: sbiascico versi, mi invento cose, sbuffo, ricomincio, sbaglio ancora. Un vortice infinito.
«Diana, mi senti?» alzo la testa.
«Si, ciao Maria» saluto.
«Che succede? Ho visto che non riesci ad andare avanti».
«"Fila indiana" è nato praticamente tra le mura della casetta, è recente, sono cose che ancora mi appartengono» spiego.
«Ferite ancora sanguinanti?» suppone.
«Può darsi» ammetto, a tono basso, più a me stessa che a lei.
«Di cosa parli nella canzone nuova?» mi domanda.
«Parlo di una serie di amori non corrisposti che ho incontrato nella mia vita. Li ho visualizzati tutti in fila indiana, uno dietro l'altro, ed è come se parlassi e dicessi qualcosa ad ognuno di loro. Come mi hanno fatta sentire, cosa penso di loro, come mi hanno cambiata. Non è particolarmente leggero, ecco. È in sintesi il mio malessere interiore, quello che non è mai stato espresso ad alta voce».
«Parli anche di papà?» chiede con un tono che indica quanto quasi abbia paura di farmi quella domanda.
«Si, parlo anche di lui. Papà c'è sempre nei miei pezzi, anche se cerco di evitarlo: purtroppo è spontanea come cosa». «È una bella cosa» mi rassicura.
«Lo so...».Sento gli occhi leggermente lucidi, fa un po' strano vedersi da fuori, da un'altra prospettiva. Maria lo nota e mi sorride. Il video continua, mostrando un breve pezzo della mia conversazione con Holden, ma soprattuto il mio voler ritentare a cantare (tentativo fallimentare).
Infine l'ultima scena riguarda la conversazione avuta la sera stessa sempre con Joseph.
«Vuoi rimanere da sola?» chiede premurosamente, rimanendo sulla soglia della porta. Annuisco solamente, stendendomi sul letto e portandomi il cuscino sul viso per soffocare uno sbuffo inevitabile.
«Mi sento molto frustrata, sinceramente» dico.
«Ce sta, è na canzone a cui tieni e te dà fastidio non riuscire a farla». «Ao, io quante volte me so bloccato nelle ultime settimane? Pure troppe, ma amen, purtroppo succede. Poco fa me sarei ammazzato pure io pe na cosa del genere, ma ho capito che non è la fine del mondo».
«Jo, sono due cose diverse: le tue sono cover, qui si parla di un pezzo che ho scritto io. È imbarazzante tutto ciò». «Guarda che c'è una motivazione, e non è neanche tanto stupida. Sono cose che ti hanno fatta stare male, è chiaro che ti emozioni, sarebbe preoccupante il contrario! Non prenderla così a male, davvero. Può succedere a chiunque».
«Hai ragione... È che sono molto autocritica e perfettina, se qualcosa non esce come voglio che esca vado in tilt, specie se sono la causa del detto insuccesso» spiego.
«Niente insuccessi, solo cose da migliorare e migliorare. Domani la riproviamo appena te la senti e vediamo che succede, ti va?». «Grazie».
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En e Xanax |Holden
Fanficse non ti spaventerai con le mie paure, un giorno che mi dirai le tue troveremo il modo di rimuoverle