novantadue

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«Credi sia fuori luogo la mia presenza?» chiedo a Gaia sottovoce, mentre tutti in sala relax fanno gli auguri ad Ayle per il suo compleanno. Gli abbiamo organizzato una festa a sorpresa per festeggiare i suoi 20 anni. «No, stai qua. Sarebbe più evidente la tua assenza Diddy. Resta» mi stringe la mano e la ringrazio con lo sguardo. Quando tutti hanno finito di congratularsi col festeggiato, mi ci avvicino cercando di non farlo notare troppo agli altri, anche se so che Holden ci starà sicuramente guardando.

«Posso farti gli auguri?» chiedo al biondo con la paura di una risposta negativa, ma invece mi sorprende sorridendomi e annuendo. «Certo» lo abbraccio e lui ricambia la stretta. «Buon compleanno». «Grazie mille» gli sorrido timidamente staccandomi e tornandomene poi vicino al tavolo per poter prendere qualcosa da mangiare. Silenziosamente mi affianca Joseph, che come me riempie il suo piatto di plastica.

«Gli hai parlato?» gli domando. «Ieri sera. Abbiamo stabilito una convivenza civile. Mi servirà un po' di tempo» spiega. «È giusto così» dico solamente. «Te gli hai fatto gli auguri, ho visto...» lo sento leggermente piccato, ma faccio finta di non averlo notato. «Non sono una scostumata, Jo» mi volto verso di lui. «Lo so, hai fatto bene».

Rientrati in casetta ognuno torna a fare ciò che deve: studiare, pulire, risposare. Non appena noto il pianoforte vuoto subito mi ci fiondo, prima che possa essere occupato da qualcun altro. Ho bisogno di provare il pezzo che porterò domani in puntata, mi sembra di averlo lavorato troppo poco, ma ci tengo a farlo il meglio possibile. Apro lo spartito di "Je te lasserai des mots" e lo posiziono sul piano, ma dopo aver suonato le prime note vengo interrotta da Ayle, che mi si siede accanto. Smetto di suonare e mi volto verso di lui sorpresa da questo suo gesto.

«Hai bisogno del piano? Te lo lascio» faccio per riprendere lo spartito, ma mi ferma. «No, tranquilla. Volevo ascoltarti...e parlarti, ma prima ascoltarti. Devi provare, no?». «Si, devo provare» mi schiarisco la voce e, come se non ci fosse, torno a suonare.

«"Je te laisserai des mots
En-dessous de ta porte
En-dessous de les murs qui chantent
Tout près de la place où tes pieds passent
Cachés dans les trous de ton divan
Et quand tu es seule pendant un instant"» canto fingendo che accanto a me non ci sia nessuno, ma sento il suo sguardo su di me e sulle mie dita che si muovono fra i tasti bianchi e neri.
Poco dopo aver terminato, gli chiedo il vero motivo del perché si trovi qui accanto a me.

«Devo chiederti scusa per ciò che ho fatto. Mi sono già scusato con Joseph, è giusto che lo faccia anche con te». «Non devi scusarti, è tutto ok» cerco di rassicurarlo. «Non è vero, ho mancato di rispetto ad entrambi ed è giusto che mi prenda la responsabilità delle mie azioni. Sei fidanzata e non mi hai mai fatto fraintendere nulla, sono stato io ad aver perso la testa per la persona sbagliata e me ne dispiaccio, sul serio». «Va tutto bene, puoi stare sereno. Tornami a parlare quando te la senti e non sentirti a disagio, per me e Jo è tutto passato» dico, chiudendo lo spartito. Non c'è verso di ripetere a quanto pare.«Grazie». «Nulla, figurati». «Vado a fumare, ci si becca». «Già, ciao» raggiunge gli altri fuori in giardino, mentre noto Lucia fare il suo ingresso qui in sala comune. «Risolto?». «Speriamo».

En e Xanax |Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora