2) MATTIA

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Pov Mattia

Mercoledì 7 dicembre

Due giorni dopo...

Come ogni giorno attraverso la hall dell'azienda, catturo sguardi con i miei capelli corvini e uno sguardo magnetico che trasmette la mia sicurezza. Molte ragazze mi considerano un adone moderno e affascinante, e come dargli torto? La barba dei due giorni aggiunge quel tocco di mistero che non passa inosservato ed ogni passo che compio, riflette il mio corpo scolpito, abbinato con perfezione agli abiti firmati che indosso con stile. Sono Mattia Scott, figlio di Liam Scott e Vittoria Reale, e porto con me non solo la bellezza, ma anche il carisma avvolgente di famiglia.

Ogni dettaglio, dall'aspetto curato alla mia presenza sicura, incarna un mix irresistibile di fascino e fiducia in me stesso. Ad ogni passo che faccio, lascio un'impronta di eleganza e potenza, consapevole del mio ruolo nel perpetuare la grandezza della nostra famiglia e dell'azienda. Sono un gioiello da ammirare, e lo porto con fierezza in ogni passo che faccio.

Un silenzio rispettoso si diffonde tra i presenti. Il mio sguardo magnetico cattura l'attenzione di tutti, mentre gli occhi degli astanti si illuminano di rispetto. Forse perché sono uno dei figli del capo, ma mi piace pensare che sia merito delle mie capacità e perché no, gentilezza verso tutti, per questo godo che ad ogni mio passo sicuro che risuona nel silenzio, ricevo saluti rispettosi che si susseguono come un omaggio alla mia prestigiosa discendenza. Egocentrico direte? Beh, sono uno Scott, il DNA non mente.

La guardia di sicurezza mi fa un saluto formale: "Buongiorno, signor Scott."

"Buongiorno a lei Franco. Brando è già arrivato?"

"Sì. Il signor Ghezzi è arrivato cinque minuti fa con sua sorella!"

"Ottimo. Mi raccomando, non esageri col caffè."
Dico indicando il bicchierino fumante sul bancone, sorridendo.

"È solo il secondo signore." Mi risponde, grato al mio gratuito interesse.

Lo saluto con un gesto di testa e mi dirigo agli ascensori, dove controllo l'orologio. Per le nove abbiamo l'incontro per concludere il contratto col nuovo cliente.

La salita è un breve momento di tranquillità, il silenzio che precede l'inizio della frenesia lavorativa. Mentre le porte si aprono, mi trovo immerso nell'effervescente atmosfera dell'ufficio.
La receptionist, che mi conosce da quando avevo tre anni, o forse meno, con un sorriso cordiale mi augura un buon inizio di giornata e mi porge un plico, che accetto con gratitudine, sentendo già il ritmo della giornata che inizia a pulsare intorno a me.

"Buongiorno, signor Mattia. Ha qualche indicazione particolare per oggi?"
"Solo la consueta professionalità. Grazie."
Rispondo annunciando un sorriso.

In questo come ben notate, ho preso da mia madre, non certo da mio padre che riserva solo per pochi la sua vera indole cortese.

Il suono dei passi veloci, il mormorio delle conversazioni e l'odore di caffè si intrecciano, creando la sinfonia familiare di un nuovo giorno di lavoro e senza riserve vado direttamente nell'ufficio di Brando.

"Ciao Brando, mi cercavi?"
"Sì, entra! Ha chiamato per l'ennesima volta la figlia della Vengilux. Insiste sulla grafica accattivante al software che stiamo preparando ..."

Il tono di Brando suggerisce un misto di leggera frustrazione e determinazione. Rispondo con un sogghigno, pronto ad affrontare la sfida: "Nessun problema. Parliamone, possiamo sicuramente trovare il modo di soddisfare le sue richieste mantenendo l'integrità del progetto. Ho già alcune idee che potrebbero andare nella direzione giusta."
"Domani! Lo vuole per domani!"
"Impossibile!"
"Da quando ti fai spaventare dai tempi brevi?"
Chiede Isabel entrando in ufficio con due faldoni in mano.

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