31)PENSA A QUELLO CHE TI HO DETTO

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Pov Maddalena

Lunedì 13 febbraio

"Non immagini quanto ti sbagli piccola... Nessuna mi ruberà il cuore abbastanza per allontanarmi da te."

Mi sveglio con queste parole che mi ronzano in testa e i suoi occhi che sembrano ancora fissarmi, trasmettendomi tutto l'affetto che prova per me. L'immagine di noi che ci baciamo continua a tornare, così vivida e reale che mi fa quasi dubitare sia stato solo un sogno. I brividi che mi percorrono il corpo ogni volta che ci penso sono diventati un'ossessione da ieri, un continuo martellare nella mia mente.

È un sogno? Sì, lo è, ma è come se l'avessi davvero vissuto. Ieri ho esagerato con i cocktail, ricordo Sofia, Mattia che la baciava, che rideva con lei, che era felice con lei. Lui, che non si è mai mostrato così intimo con nessuna, sembra aver trovato un nuovo modo di essere. È tornato per lei, non perché gliel'ho chiesto io, ha solo colto l'occasione. Più li vedevo insieme, più sentivo il bisogno di annegare quella gelosia nell'alcol, per evitare che Daniel percepisse il mio fastidio. E penso di esserci riuscita.

Ricordo di essere uscita con lui dal Blue Moonlight e ricordo che mi ha accompagnata a casa, mi ha messo a letto dopo avermi sorretto la testa mentre vomitavo l'anima. Mi sentii subito meglio. Ricordo anche i suoi baci sulla fronte prima di addormentarmi, di essermi specchiata nei suoi bellissimi occhi azzurri mente mi accarezzava e mi diceva quanto mi ama,  ricordo il suo sorriso mentre rispondeva a qualche mia domanda, sicuramente imbarazzante date le mie condizioni, e ricordo mi disse di riposarmi e che oggi sarei stata meglio.

Non è  così. O meglio, fisicamente ho un gran mal di testa, ma quello che più mi preoccupa sono i miei strani pensieri. Si fanno sempre più forti e frequenti ed ora oltre a quelli, ci sono le sensazioni che provo ricordando quel bacio nel sogno. È la prima volta che esagero con il bere, la prima volta dopo il mio diciottesimo compleanno, e giuro che non succederà mai più. Nemmeno al mio matrimonio berrò.

Quel compleanno che ho aspettato con trepidazione per mesi, e di cui non ricordo quasi nulla, se non aver vomitato tutta la notte, con Mattia che si prendeva cura di me.

Quella sera era  bellissimo, come sempre, un giovane Mattia diciannovenne, con i capelli scuri più lunghi e scompigliati di adesso, morbidi che incorniciavano il suo dolce viso, poca barba ma con un fisico già scolpito per tutti gli allenamenti di...

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Quella sera era  bellissimo, come sempre, un giovane Mattia diciannovenne, con i capelli scuri più lunghi e scompigliati di adesso, morbidi che incorniciavano il suo dolce viso, poca barba ma con un fisico già scolpito per tutti gli allenamenti di nuoto. A scuola tutte lo cercavano, ma lui stava sempre con me, eravamo inseparabili, lo amavo da morire ed ero convinta anche lui mi amasse, ero convinta che quella sera mi avrebbe baciata e avremmo iniziato a considerarci più che amici, ma non fu così.

Da allora capii che dovevo considerarlo solo tale, mi sarei accontentata pur di averlo sempre accanto a me, e così è stato fino ad ora. Mi sentivo morire ogni volta che usciva con qualcuna, sì, perché subito dopo quella sera, cominciò a dedicare un po' del suo tempo anche alle ragazze, oltre che a me, e ad ogni forma di sport. E col tempo mi ci abituai.

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